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Inammissibilità ricorso cassazione: firma avvocato

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso cassazione presentato personalmente da un condannato. La motivazione risiede nella violazione dell’art. 613 c.p.p., che impone la sottoscrizione dell’atto da parte di un avvocato iscritto all’albo speciale, pena l’invalidità dell’atto stesso.

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Pubblicato il 11 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità Ricorso Cassazione: La Firma dell’Avvocato è Obbligatoria

L’accesso alla giustizia è un diritto fondamentale, ma il suo esercizio è regolato da norme procedurali precise, la cui violazione può avere conseguenze definitive. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un principio cardine del processo penale: l’inammissibilità del ricorso cassazione presentato personalmente dall’imputato, senza la necessaria assistenza di un difensore specializzato. Questo provvedimento sottolinea l’importanza del patrocinio legale qualificato nel grado più alto della giurisdizione.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un soggetto, condannato in un precedente grado di giudizio, avverso un’ordinanza emessa dal Tribunale di merito. L’elemento cruciale, che ha determinato l’esito della vicenda, è che il ricorso per cassazione è stato redatto e depositato personalmente dal ricorrente, senza l’intervento e la sottoscrizione di un avvocato.

La Questione dell’Inammissibilità del Ricorso in Cassazione

La Corte di Cassazione, investita della questione, ha proceduto con rito semplificato (de plano), data l’evidente natura del vizio procedurale. I giudici hanno immediatamente rilevato che il ricorso era destinato a una declaratoria di inammissibilità. La questione non verteva sul merito delle doglianze del ricorrente, ma su un requisito formale preliminare e invalicabile: la modalità di presentazione dell’atto di impugnazione.

Le Motivazioni della Decisione

La decisione della Suprema Corte si fonda su una norma chiara e inequivocabile del codice di procedura penale: l’articolo 613, comma 1. Questa disposizione stabilisce che l’atto di ricorso, le memorie e i motivi nuovi devono essere sottoscritti, a pena di inammissibilità, da difensori iscritti nell’albo speciale della Corte di Cassazione.

La ratio di questa norma è duplice. Da un lato, garantisce che il giudizio di legittimità, caratterizzato da un elevato tecnicismo giuridico, sia alimentato da atti redatti da professionisti con una specifica competenza. Dall’altro, tutela lo stesso imputato, assicurando che le sue ragioni siano esposte nel modo più efficace e tecnicamente corretto possibile. La presentazione personale dell’atto, pertanto, costituisce una violazione insanabile che impedisce al giudice di esaminare il ricorso nel merito.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

La Corte ha quindi dichiarato inammissibile il ricorso. Tale declaratoria comporta due conseguenze automatiche per il ricorrente: la condanna al pagamento delle spese del procedimento e la condanna al versamento di una somma, in questo caso fissata in tremila euro, in favore della cassa delle ammende.

Questa ordinanza serve come un importante monito: nel processo penale, e in particolare nel giudizio di cassazione, l’assistenza di un avvocato cassazionista non è una facoltà, ma un requisito essenziale imposto dalla legge. Tentare il ‘fai-da-te’ legale in questo contesto non solo è infruttuoso, ma comporta anche ulteriori sanzioni economiche, precludendo definitivamente la possibilità di far valere le proprie ragioni davanti alla Suprema Corte.

È possibile presentare personalmente un ricorso per cassazione in materia penale?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che il ricorso è inammissibile se presentato personalmente. L’atto deve essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’albo speciale della Corte di Cassazione.

Qual è la norma di riferimento che regola la sottoscrizione del ricorso in Cassazione?
La norma di riferimento è l’articolo 613, comma 1, primo periodo, del codice di procedura penale.

Cosa succede se un ricorso viene dichiarato inammissibile per questo motivo?
In caso di inammissibilità, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma in favore della cassa delle ammende, che nel caso specifico è stata fissata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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