LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Inammissibilità ricorso cassazione: ecco perché.

La Corte di Cassazione dichiara l’inammissibilità di un ricorso in materia penale a causa della sua assoluta genericità. La decisione sottolinea come la mancata specificazione dei motivi, in violazione dell’art. 581 cod. proc. pen., comporti non solo il rigetto dell’impugnazione ma anche la condanna al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria. Il caso evidenzia l’importanza del rigore formale nella redazione degli atti di impugnazione.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 9 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità Ricorso Cassazione: La Genericità dei Motivi Costa Cara

Nel processo penale, la precisione non è un’opzione, ma un requisito fondamentale. Presentare un’impugnazione, specialmente un ricorso alla Suprema Corte, richiede un rigore formale che, se trascurato, può portare a conseguenze severe. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito questo principio, dichiarando l’inammissibilità di un ricorso per cassazione a causa della sua eccessiva genericità, confermando che un atto d’appello vago non può essere esaminato nel merito.

I Fatti del Caso: Un Ricorso Troppo Vago

Il caso ha origine da un ricorso presentato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Venezia. L’imputato, tramite il suo difensore, ha proposto un unico motivo di ricorso davanti alla Corte di Cassazione. La doglianza denunciava un presunto vizio di motivazione legato al mancato rilievo di eventuali cause di non punibilità, secondo quanto previsto dall’articolo 129 del codice di procedura penale.

Tuttavia, il motivo è stato formulato in termini estremamente ampi e astratti, senza fornire alcun riferimento specifico agli elementi di fatto o alle ragioni di diritto che avrebbero dovuto condurre a una diversa conclusione da parte del giudice d’appello.

La Decisione della Corte e l’Inammissibilità del Ricorso per Cassazione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha tagliato corto, dichiarando il ricorso inammissibile. È importante sottolineare che una declaratoria di inammissibilità non significa che la Corte abbia dato torto o ragione al ricorrente nel merito della questione. Significa, piuttosto, che il ricorso non superava neanche la soglia minima dei requisiti formali per poter essere esaminato.

La decisione si fonda su un pilastro della procedura penale: l’articolo 581, lettera d), del codice di procedura penale. Questa norma stabilisce in modo inequivocabile che l’atto di impugnazione deve contenere, a pena di inammissibilità, “i motivi, con l’indicazione specifica delle ragioni di diritto e degli elementi di fatto che sorreggono ogni richiesta”.

Le Motivazioni della Suprema Corte

Nelle sue motivazioni, la Corte ha spiegato che il motivo presentato dal ricorrente era affetto da “assoluta genericità”. Non indicava in modo specifico quale causa di non punibilità fosse stata ingiustamente ignorata, né quali elementi concreti del processo avrebbero dovuto portare al suo riconoscimento. In sostanza, il ricorso si limitava a una lamentela astratta, senza fornire alla Corte gli strumenti necessari per valutare la fondatezza della critica mossa alla sentenza impugnata.

I giudici hanno richiamato consolidata giurisprudenza (tra cui le sentenze n. 47414/2008 e n. 8596/2000), ricordando che le regole sulla specificità dei motivi valgono per tutte le impugnazioni, incluso il ricorso per cassazione. La violazione di questa regola procedurale, ai sensi dell’art. 591, comma 1, lett. c), cod. proc. pen., conduce inevitabilmente a una pronuncia di inammissibilità.

Le Conclusioni: Conseguenze Pratiche della Decisione

Le implicazioni per il ricorrente sono state significative. Oltre alla delusione di non vedere esaminato il proprio caso nel merito, l’imputato è stato condannato al pagamento delle spese processuali. Inoltre, la Corte ha imposto il versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle Ammende. Questa sanzione pecuniaria è stata giustificata dal fatto che non era possibile escludere profili di colpa nella proposizione di un ricorso così palesemente viziato.

Questa ordinanza serve da monito: la redazione di un atto di impugnazione è un’attività tecnica che non ammette superficialità. La chiarezza, la specificità e il rispetto delle norme procedurali sono essenziali per garantire la tutela dei propri diritti e per evitare che un’impugnazione venga respinta ancor prima di essere discussa.

Perché un ricorso per cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso per cassazione viene dichiarato inammissibile quando non rispetta i requisiti formali previsti dalla legge. Nel caso specifico, è stato ritenuto inammissibile per “assoluta genericità”, poiché non specificava le ragioni di diritto e gli elementi di fatto a sostegno della richiesta, violando l’art. 581, lett. d), del codice di procedura penale.

Quali sono le conseguenze concrete dell’inammissibilità del ricorso?
La declaratoria di inammissibilità comporta che il ricorso non venga esaminato nel merito. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, in questo caso fissata in tremila euro, da versare alla Cassa delle Ammende.

Cosa significa che un motivo di ricorso è ‘assolutamente generico’?
Significa che la lamentela contro la sentenza impugnata è formulata in modo vago e astratto, senza indicare con precisione quale sia stato l’errore del giudice e su quali basi fattuali e giuridiche si fondi la critica. Un motivo generico non permette alla Corte di comprendere e valutare la fondatezza della doglianza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati