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Inammissibilità ricorso: Cassazione e condanna a spese

La Corte di Cassazione, con ordinanza 15012/2025, ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso presentato da un imputato contro una sentenza della Corte d’Appello di Catanzaro. La decisione, basata su vizi procedurali dell’appello, ha comportato la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di tremila euro a favore della Cassa delle ammende, rendendo definitiva la pronuncia di secondo grado.

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Pubblicato il 7 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità Ricorso: Le Conseguenze di un Appello Respinto dalla Cassazione

L’inammissibilità ricorso è un concetto cruciale nel diritto processuale penale, che segna uno stop definitivo al tentativo di riesaminare una sentenza. Quando la Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile, non entra nel merito della questione, ma si ferma a una valutazione preliminare che sancisce la mancanza dei requisiti minimi per procedere. L’ordinanza n. 15012/2025 della Settima Sezione Penale ne offre un chiaro esempio, illustrando le severe conseguenze economiche e legali per il ricorrente.

Il Contesto Processuale

La vicenda trae origine da una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Catanzaro il 1° luglio 2024. Un soggetto, ritenendo ingiusta tale decisione, ha deciso di avvalersi dell’ultimo grado di giudizio, proponendo ricorso per cassazione. L’obiettivo era ottenere un annullamento o una riforma della sentenza di appello. Tuttavia, l’esito del giudizio di legittimità ha preso una direzione diversa da quella sperata.

La Decisione della Cassazione e l’Inammissibilità Ricorso

La Corte di Cassazione, riunitasi in udienza il 31 marzo 2025, ha esaminato il ricorso. Dopo aver ascoltato la relazione del Consigliere Relatore, i giudici hanno emesso un’ordinanza con cui hanno dichiarato l’inammissibilità ricorso.

Questa decisione significa che la Corte non ha valutato se le argomentazioni del ricorrente fossero fondate o meno. Al contrario, ha riscontrato che l’atto di impugnazione mancava dei presupposti formali o sostanziali che la legge richiede per poter essere validamente esaminato. Di conseguenza, l’appello è stato respinto in via preliminare, senza alcuna discussione sul merito della vicenda giudiziaria.

A seguito di questa pronuncia, la Corte ha condannato il ricorrente a sostenere due oneri finanziari:

1. Il pagamento delle spese processuali relative al giudizio di cassazione.
2. Il versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, una sanzione pecuniaria prevista per i casi di ricorso inammissibile.

Le Motivazioni

L’ordinanza in esame è estremamente sintetica e non esplicita le ragioni specifiche che hanno portato alla dichiarazione di inammissibilità. Tuttavia, nella pratica giudiziaria, le cause possono essere molteplici. Un ricorso può essere dichiarato inammissibile per vizi di forma (come la mancata sottoscrizione da parte di un avvocato abilitato), per la tardiva presentazione oltre i termini di legge, oppure perché i motivi addotti non rientrano tra quelli consentiti per il giudizio di cassazione (ad esempio, quando si tenta di ottenere una nuova valutazione dei fatti, compito riservato ai giudici di merito, e non una verifica sulla corretta applicazione della legge).

La decisione della Corte, pur senza entrare nei dettagli, sancisce che l’atto presentato non era idoneo a superare il vaglio di ammissibilità, un filtro necessario per garantire l’efficienza del sistema giudiziario e per evitare che la Corte Suprema venga sommersa da impugnazioni infondate o pretestuose.

Le Conclusioni

Le implicazioni di questa ordinanza sono significative. In primo luogo, la sentenza della Corte d’Appello di Catanzaro diventa definitiva e irrevocabile. In secondo luogo, il ricorrente subisce un pregiudizio economico non trascurabile, derivante dalla condanna al pagamento delle spese e della sanzione pecuniaria. Questo caso sottolinea l’importanza fondamentale di affidarsi a una difesa tecnica competente che valuti attentamente la sussistenza dei presupposti per un ricorso in Cassazione. Proporre un’impugnazione senza solide basi legali non solo è inefficace, ma espone a conseguenze economiche dirette, come dimostra chiaramente la decisione della Suprema Corte.

Cosa significa quando un ricorso viene dichiarato ‘inammissibile’ dalla Corte di Cassazione?
Significa che la Corte non ha esaminato il merito della questione perché il ricorso presentato non rispettava i requisiti formali o sostanziali previsti dalla legge. Di fatto, l’appello viene respinto in via preliminare.

Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso inammissibile?
Come stabilito in questa ordinanza, il ricorrente è condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, in questo caso fissata in tremila euro, da versare alla Cassa delle ammende.

La dichiarazione di inammissibilità modifica la sentenza del grado precedente?
No, al contrario, la rende definitiva e irrevocabile. Con la dichiarazione di inammissibilità del ricorso, la sentenza impugnata (in questo caso, quella della Corte d’Appello di Catanzaro) passa in giudicato e diventa pienamente esecutiva.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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