Ricorso in Cassazione Inammissibile: Analisi di una Condanna alle Spese e Ammenda
Presentare un ricorso alla Corte di Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, una fase cruciale in cui si può contestare la corretta applicazione della legge. Tuttavia, l’accesso a questo giudizio è tutt’altro che scontato. Un’ordinanza recente della Suprema Corte ci offre lo spunto per analizzare il concetto di inammissibilità del ricorso e le sue severe conseguenze. Comprendere questo meccanismo è fondamentale per chiunque affronti un percorso giudiziario.
Il Caso in Esame
La vicenda processuale ha origine dal ricorso presentato da due soggetti avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Bari. I ricorrenti, sperando di ottenere una revisione della decisione a loro sfavorevole, hanno adito la Corte di Cassazione, la quale è chiamata a giudicare non sui fatti, ma sulla legittimità e sulla corretta interpretazione delle norme giuridiche applicate nei gradi precedenti.
La Decisione della Suprema Corte e l’Inammissibilità del Ricorso
La Corte di Cassazione, con una sintetica ma perentoria ordinanza, ha posto fine al percorso processuale dei ricorrenti. La decisione non è entrata nel merito delle loro argomentazioni, ma si è fermata a un gradino prima: ha dichiarato entrambi i ricorsi ‘inammissibili’.
Questa pronuncia significa che l’impugnazione presentata mancava dei requisiti essenziali che la legge richiede per poter essere esaminata. In pratica, la Corte non ha valutato se i ricorrenti avessero torto o ragione, ma ha stabilito che la loro richiesta non poteva nemmeno essere presa in considerazione per vizi procedurali o di forma. La conseguenza diretta è che la sentenza della Corte d’Appello è diventata definitiva.
Le Motivazioni dietro l’Inammissibilità
L’ordinanza in esame non esplicita i motivi specifici che hanno portato alla declaratoria di inammissibilità. Tuttavia, nella pratica giuridica, le cause possono essere molteplici. Un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile, ad esempio, per:
* Mancanza dei motivi specifici: Quando il ricorso non indica chiaramente quali norme di legge si ritengono violate e perché.
* Proposizione di censure di merito: Se il ricorrente tenta di far rivalutare alla Cassazione i fatti del processo, compito che spetta esclusivamente ai giudici di primo e secondo grado.
* Vizi di forma: Come la mancata sottoscrizione da parte di un avvocato abilitato al patrocinio in Cassazione o il deposito fuori dai termini perentori.
* Genericità dei motivi: Quando le doglianze sono esposte in modo vago e non consentono alla Corte di comprendere il nucleo della questione legale sollevata.
La decisione di inammissibilità del ricorso non è una mera formalità, ma una sanzione processuale che chiude definitivamente le porte della giustizia su quel caso.
Le Conclusioni: le Implicazioni Economiche della Decisione
Oltre a rendere definitiva la condanna precedente, la dichiarazione di inammissibilità ha comportato conseguenze economiche significative per i ricorrenti. La Corte li ha condannati in solido al pagamento delle spese processuali e, in aggiunta, al versamento di una somma di tremila euro ciascuno in favore della ‘Cassa delle ammende’.
Questa sanzione pecuniaria ha una duplice funzione: da un lato, scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o dilatori che appesantiscono il lavoro della Suprema Corte; dall’altro, finanziare progetti per il miglioramento del sistema penitenziario. Questo caso evidenzia in modo netto come un’impugnazione non preparata con la dovuta perizia tecnica e giuridica non solo sia destinata al fallimento, ma possa anche comportare un notevole aggravio di costi per chi la promuove.
Cosa significa quando un ricorso in Cassazione è dichiarato ‘inammissibile’?
Significa che la Corte di Cassazione non ha esaminato il merito della questione perché il ricorso non rispettava i requisiti formali e sostanziali previsti dalla legge. Di conseguenza, la sentenza impugnata diventa definitiva.
Quali sono state le conseguenze economiche per i ricorrenti in questo caso?
I ricorrenti sono stati condannati a pagare le spese processuali e una sanzione pecuniaria aggiuntiva di 3.000 euro ciascuno, da versare alla Cassa delle ammende.
La dichiarazione di inammissibilità implica che la Corte ha ritenuto giuste le motivazioni della Corte d’Appello?
No. La Corte di Cassazione, dichiarando l’inammissibilità, non esprime alcun giudizio sul merito della decisione precedente. La sua pronuncia si limita a certificare che il ricorso non poteva essere esaminato a causa di vizi procedurali o di impostazione.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 14722 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 14722 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 31/03/2025
ORDINANZA
sui ricorsi proposti da: COGNOME nato a ANDRIA il 19/07/1972 COGNOME nato a ANDRIA il 13/09/1976
avverso la sentenza del 17/04/2024 della CORTE APPELLO di BARI
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
OSSERVA
letti i ricorsi proposti nell’interesse di COGNOME RAGIONE_SOCIALE e COGNOME avverso la sentenza in epigrafe;
ritenuto che il primo motivo, concernente la ricostruzione del fatto storico,
è inammissibile, in quanto i ricorrenti ripropongono le medesime questioni già
correttamente esaminate dai giudici di merito, sollecitando nuovamente una prospettazione alternativa rispetto all’accadimento dei fatti così come accertato
con motivazione immune da censure;
rilevato che il secondo motivo, relativo all’entità della pena, è generico, avendo la Corte di appello motivato in ordine al fatto che la pena, determinata
in misura prossima al minimo edittale, risultava ampiamente adeguata rispetto alla gravità del fatto;
ritenuto, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna dei ricorrenti al pagamento delle spese processuali e della somma
di euro tremila ciascuno in favore della Cassa delle ammende.
P. Q. M.
Dichiara inammissibili i ricorsi e condanna i ricorrenti al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 31 marzo 2025
Il Consigliere es COGNOME
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