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Inammissibilità ricorso Cassazione: conseguenze

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso presentato contro una sentenza della Corte d’Appello di Milano. L’ordinanza evidenzia come, a seguito della dichiarazione di inammissibilità del ricorso, la parte ricorrente sia stata condannata al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende.

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Pubblicato il 9 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità del Ricorso in Cassazione: Analisi e Conseguenze

Presentare un ricorso in Cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel sistema legale italiano, un’opportunità cruciale per contestare una decisione. Tuttavia, è fondamentale che l’atto rispetti rigorosi requisiti procedurali. In caso contrario, si rischia una declaratoria di inammissibilità del ricorso, con conseguenze economiche significative per il ricorrente. L’ordinanza in esame offre un chiaro esempio di questo esito.

Il Contesto del Caso Giudiziario

Il caso ha origine dal ricorso presentato da un soggetto avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Milano. La parte ricorrente ha cercato di ottenere una revisione della decisione di secondo grado portando la questione dinanzi alla Corte di Cassazione, la quale agisce come giudice di legittimità, verificando la corretta applicazione della legge e non riesaminando i fatti del caso.

La Decisione della Corte: l’Inammissibilità del Ricorso

La Corte di Cassazione, dopo aver ricevuto il ricorso, ha optato per una procedura snella, nota come ‘trattazione camerale non partecipata’ o de plano, prevista dalla Legge n. 103 del 2017. Questa modalità consente ai giudici di decidere sulla base dei soli atti scritti, senza la necessità di un’udienza pubblica, accelerando notevolmente i tempi del giudizio quando l’esito appare scontato.

L’esito di questa valutazione è stato netto: la Corte ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso. Questa decisione non entra nel merito delle ragioni dell’appellante, ma si ferma a un livello preliminare, constatando che l’atto di impugnazione non possedeva i requisiti necessari per essere discusso.

Le Conseguenze Economiche della Decisione

Una volta dichiarata l’inammissibilità, la legge prevede conseguenze automatiche e onerose per la parte che ha presentato il ricorso. Nello specifico, la Corte ha condannato la ricorrente a due pagamenti distinti:

1. Pagamento delle spese processuali: Copertura dei costi sostenuti dallo Stato per la gestione del procedimento.
2. Versamento alla Cassa delle ammende: Una sanzione pecuniaria, in questo caso fissata a tremila euro, da versare a un fondo statale destinato al miglioramento del sistema carcerario e a progetti di reinserimento sociale.

Le Motivazioni della Decisione

Le motivazioni dell’ordinanza sono strettamente procedurali. La Corte non ha analizzato il fondo della questione sollevata dalla ricorrente, ma si è limitata a constatare la mancanza dei presupposti per un giudizio di merito. La motivazione principale per la condanna alle spese e alla sanzione risiede proprio nella declaratoria di inammissibilità del ricorso. Il legislatore ha introdotto questa sanzione per disincentivare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o proceduralmente viziati, che congestionano il sistema giudiziario e ne rallentano l’efficienza. La procedura de plano è stata scelta in quanto il ricorso rientrava nelle casistiche previste dalla Legge n. 103/2017, permettendo una definizione rapida.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

L’ordinanza ribadisce un principio fondamentale: l’accesso alla giustizia, specialmente in ultimo grado, è un diritto che deve essere esercitato con competenza e serietà. La presentazione di un ricorso in Cassazione non è un atto da prendere alla leggera. Le implicazioni pratiche di una declaratoria di inammissibilità sono severe: non solo il ricorrente non ottiene la revisione della sentenza impugnata, ma si trova anche a dover sostenere costi aggiuntivi significativi. Questa decisione serve da monito sull’importanza di una valutazione legale approfondita prima di intraprendere un’azione giudiziaria di questo livello, sottolineando i rischi economici associati a impugnazioni che non rispettano i criteri di ammissibilità.

Cosa succede quando la Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile?
La parte che ha presentato il ricorso viene condannata al pagamento delle spese del procedimento e di una somma a titolo di sanzione pecuniaria da versare alla Cassa delle ammende.

A quanto ammonta la sanzione pecuniaria in questo caso?
In questo specifico caso, la Corte ha fissato la somma da versare alla Cassa delle ammende in tremila euro.

Cosa significa che il caso è stato deciso con ‘trattazione camerale non partecipata’?
Significa che i giudici hanno preso la loro decisione in camera di consiglio, basandosi esclusivamente sugli atti scritti e senza un’udienza pubblica con la partecipazione degli avvocati, secondo una procedura semplificata prevista dalla legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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