Inammissibilità ricorso in Cassazione: Analisi di un caso pratico
L’ordinanza emessa dalla settima sezione penale della Corte di Cassazione il 21 febbraio 2025 offre uno spunto fondamentale per comprendere un istituto cruciale della procedura penale: l’inammissibilità del ricorso. Questo provvedimento, pur nella sua concisione, cristallizza le conseguenze di un’impugnazione che non supera il vaglio preliminare della Suprema Corte, sancendo la definitività della decisione impugnata e l’imposizione di sanzioni a carico del ricorrente.
I Fatti del Caso
La vicenda processuale trae origine da un ricorso presentato da un individuo avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Caltanissetta in data 30 aprile 2024. Il ricorrente, nel tentativo di ottenere una revisione della decisione di secondo grado, si è rivolto alla Corte di Cassazione, l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento. Tuttavia, l’esito non è stato quello sperato.
La Decisione della Cassazione e le conseguenze dell’inammissibilità ricorso
La Corte Suprema, dopo aver esaminato gli atti e ascoltato la relazione del Consigliere, ha emesso una secca ordinanza con cui ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso. Questa declaratoria non entra nel merito delle ragioni addotte dal ricorrente, ma si ferma a un livello precedente, quello del rispetto dei requisiti formali e sostanziali che la legge impone per adire la Corte di Cassazione.
Le conseguenze di tale decisione sono duplici e significative:
1. Condanna alle spese processuali: il ricorrente è stato condannato al pagamento di tutti i costi legati al procedimento dinanzi alla Cassazione.
2. Sanzione pecuniaria: Oltre alle spese, è stata disposta la condanna al pagamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, un ente destinato a finanziare progetti di riabilitazione.
Le Motivazioni
L’ordinanza in esame non esplicita i motivi specifici dell’inammissibilità, come spesso accade in provvedimenti di questa natura. Tuttavia, è possibile analizzare in via generale le ragioni che tipicamente conducono a una simile pronuncia. Il ricorso per Cassazione è un mezzo di impugnazione a critica vincolata: non si può chiedere alla Corte di rivalutare i fatti del processo, ma solo di verificare la corretta applicazione della legge (errores in iudicando) o il corretto svolgimento del processo (errores in procedendo).
Le cause più comuni di inammissibilità includono:
* Motivi non consentiti: Quando il ricorso tenta di ottenere un nuovo giudizio sul fatto, contestando la valutazione delle prove operata dai giudici di merito.
* Motivi generici: Se le censure sono formulate in modo vago, astratto o non si confrontano specificamente con le motivazioni della sentenza impugnata.
* Vizi formali: Come la presentazione del ricorso fuori termine o la mancanza della firma di un avvocato abilitato al patrocinio in Cassazione.
La decisione di inammissibilità, quindi, funge da filtro per garantire che alla Suprema Corte arrivino solo questioni di legittimità meritevoli di approfondimento, evitando di trasformarla in un terzo grado di merito.
Le Conclusioni
La pronuncia analizzata ribadisce un principio cardine del nostro sistema processuale: l’accesso alla Corte di Cassazione è subordinato a requisiti rigorosi. Un’inammissibilità del ricorso non è una semplice sconfitta processuale, ma un arresto che rende definitiva la sentenza impugnata e comporta conseguenze economiche dirette per chi ha proposto l’impugnazione. Per gli operatori del diritto, ciò sottolinea l’importanza di redigere ricorsi tecnicamente impeccabili, focalizzati esclusivamente su vizi di legittimità e non su mere doglianze di fatto. Per i cittadini, rappresenta la conferma che il percorso della giustizia ha delle regole precise il cui mancato rispetto ne preclude il proseguimento.
Cosa significa quando la Corte di Cassazione dichiara un ricorso ‘inammissibile’?
Significa che la Corte non esamina il merito del caso perché il ricorso non rispetta i requisiti procedurali previsti dalla legge. Di conseguenza, la sentenza impugnata diventa definitiva.
Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso inammissibile?
In base a questa ordinanza, il ricorrente è condannato a pagare sia le spese del processo sia una sanzione pecuniaria, in questo caso pari a 3.000 euro, da versare alla Cassa delle ammende.
Cosa accade alla sentenza della Corte d’Appello dopo la dichiarazione di inammissibilità?
La dichiarazione di inammissibilità del ricorso rende la sentenza della Corte d’Appello definitiva e pienamente esecutiva, concludendo così l’iter giudiziario relativo a quella specifica vicenda.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 18212 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 18212 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 21/02/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: NOME COGNOME nato il 17/01/1981
avverso la sentenza del 30/04/2024 della CORTE APPELLO di CALTANISSETTA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
OSSERVA
Ritenuto che, con unico motivo, il difensore di NOME COGNOME deduce
la violazione dei criteri legali della prova con riferimento alla condanna del ricorrente per i reati di falsa testimonianza e di calunnia;
che il motivo è inammissibile in quanto contesta, peraltro
Considerato genericamente, l’apprezzamento delle prove operato dai giudici di merito e si
risolve nella sollecitazione ad un rinnovato esame delle stesse, non consentito in sede di legittimità;
pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con
Rilevato, la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma
di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 21 febbraio 2025.