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Inammissibilità ricorso Cassazione: condanna e spese

La Corte di Cassazione, con ordinanza del 6 marzo 2025, ha dichiarato l’inammissibilità di un ricorso avverso un decreto del Tribunale di Sorveglianza. La decisione evidenzia le conseguenze dell’inammissibilità ricorso Cassazione, che includono la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione di tremila euro alla Cassa delle ammende, a causa della colpa nel proporre l’impugnazione.

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Pubblicato il 22 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità Ricorso Cassazione: Quando l’Impugnazione Costa Cara

Presentare un ricorso alla Suprema Corte di Cassazione è un passo delicato che richiede il rigoroso rispetto delle norme procedurali. Un’ordinanza recente ci offre uno spunto di riflessione sulle severe conseguenze che derivano dalla presentazione di un’impugnazione viziata, culminando in una declaratoria di inammissibilità ricorso Cassazione. Vediamo come una valutazione superficiale possa tradursi non solo in una sconfitta processuale, ma anche in un significativo esborso economico.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine dal ricorso presentato da un soggetto avverso un decreto emesso dal Tribunale di Sorveglianza di Roma in data 26 novembre 2024. Il ricorrente ha deciso di impugnare tale provvedimento dinanzi alla Corte di Cassazione, massima istanza della giurisdizione italiana, per far valere le proprie ragioni. Tuttavia, l’esito del giudizio di legittimità ha preso una direzione ben diversa da quella sperata.

La Decisione della Corte: l’Inammissibilità Ricorso Cassazione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, con un’ordinanza emessa il 6 marzo 2025, ha interrotto bruscamente il percorso del ricorso. Applicando la procedura semplificata prevista dall’articolo 610, comma 5-bis, del codice di procedura penale, la Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile “de plano”, ovvero senza la necessità di una pubblica udienza. Questa procedura accelerata è riservata ai casi in cui i vizi dell’impugnazione appaiono di palese evidenza.

La decisione non si è limitata a respingere l’impugnazione. La Corte ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e, in aggiunta, al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni

Sebbene l’ordinanza non entri nel dettaglio dei vizi specifici del ricorso, il testo fornisce un elemento chiave per comprendere la severità della condanna economica. Si legge, infatti, che la Corte ha “valutati i profili di colpa nella determinazione della causa di inammissibilità”. Questa formula indica che l’impugnazione non era solo infondata, ma presentava difetti procedurali o di merito talmente gravi da essere attribuibili a una negligenza o a una superficialità del ricorrente.

La colpa nella proposizione del ricorso è il presupposto che legittima la Corte a imporre la sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende. Si tratta di una misura con una duplice finalità: sanzionare l’abuso dello strumento processuale e scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o dilatori, che contribuiscono a congestionare il lavoro della Suprema Corte.

Le Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: l’accesso alla giustizia, specialmente al più alto livello, è un diritto che deve essere esercitato con responsabilità. L’inammissibilità ricorso Cassazione non è un mero tecnicismo, ma una sanzione per chi non rispetta le regole del gioco processuale. La condanna alle spese e alla sanzione pecuniaria rappresenta un monito chiaro: prima di intraprendere un’azione legale così importante, è indispensabile un’attenta valutazione dei presupposti di fatto e di diritto, per evitare che il tentativo di far valere un proprio diritto si trasformi in un danno economico e in una sconfitta certa.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità di un ricorso in Cassazione?
La dichiarazione di inammissibilità comporta non solo il rigetto del ricorso senza un esame del merito, ma anche la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento.

Perché il ricorrente è stato condannato a pagare tremila euro alla Cassa delle ammende?
Il ricorrente è stato condannato a tale pagamento perché la Corte ha ravvisato la sua colpa nel determinare la causa di inammissibilità del ricorso, sanzionando così un uso negligente o improprio dello strumento di impugnazione.

È sempre necessaria un’udienza pubblica per decidere un ricorso in Cassazione?
No. Come dimostra questo caso, la legge (art. 610, comma 5-bis, c.p.p.) prevede una procedura semplificata e senza udienza (de plano) per i casi in cui l’inammissibilità del ricorso è palese e manifesta.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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