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Inammissibilità ricorso Cassazione: condanna alle spese

La Corte di Cassazione dichiara l’inammissibilità del ricorso proposto da un imputato contro una sentenza del GIP. La decisione comporta la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di 3.000 euro. L’ordinanza sottolinea le conseguenze dell’inammissibilità ricorso Cassazione.

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Pubblicato il 4 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità ricorso Cassazione: le conseguenze economiche

L’ordinanza in esame offre un chiaro esempio delle conseguenze derivanti dalla presentazione di un ricorso davanti alla Suprema Corte che non supera il vaglio di ammissibilità. L’inammissibilità ricorso Cassazione non è solo una questione procedurale, ma comporta precise e onerose conseguenze economiche per chi ha proposto l’impugnazione. Analizziamo la decisione per comprendere meglio la vicenda.

I Fatti del Caso: un’Impugnazione Davanti alla Suprema Corte

Un soggetto, condannato con una sentenza emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) del Tribunale di Imperia in data 16 ottobre 2024, decideva di impugnare tale decisione proponendo ricorso per Cassazione. Il caso giungeva quindi all’attenzione della Settima Sezione Penale della Suprema Corte per la valutazione di ammissibilità.

La Decisione della Corte: Ricorso Dichiarato Inammissibile

Dopo aver dato avviso alle parti e ascoltato la relazione del Consigliere designato, la Corte di Cassazione ha emesso un’ordinanza con una decisione netta: il ricorso è stato dichiarato inammissibile. Questa statuizione impedisce alla Corte di entrare nel merito delle questioni sollevate dal ricorrente, fermando di fatto il giudizio a una fase preliminare.

Le Conseguenze Economiche della Decisione

La dichiarazione di inammissibilità non è priva di effetti. Al contrario, l’ordinanza ha condannato il ricorrente a sostenere due tipi di oneri economici:
1. Pagamento delle spese processuali: i costi relativi al procedimento svoltosi davanti alla Corte.
2. Versamento di una somma alla Cassa delle ammende: una sanzione pecuniaria, che nel caso di specie è stata quantificata in 3.000,00 euro, ritenuta una misura equa dalla Corte.

Le Motivazioni: le conseguenze automatiche dell’inammissibilità ricorso Cassazione

L’ordinanza, per sua natura sintetica, non entra nel dettaglio delle specifiche ragioni di inammissibilità (ad esempio, motivi manifestamente infondati, vizi formali, etc.). Tuttavia, la motivazione della condanna alle spese e alla sanzione pecuniaria risiede direttamente nella declaratoria di inammissibilità stessa. La legge prevede che, in caso di rigetto o inammissibilità dell’impugnazione, la parte privata che l’ha proposta sia condannata non solo al pagamento delle spese del procedimento, ma anche al versamento di una somma in favore della Cassa delle ammende. Questa sanzione ha una duplice funzione: da un lato, sanzionare l’abuso dello strumento processuale, e dall’altro, scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o dilatori che appesantiscono il lavoro della Suprema Corte.

Le Conclusioni: un Monito sulla Proponibilità dei Ricorsi

La decisione in commento serve da importante promemoria. Ricorrere in Cassazione è un diritto, ma deve essere esercitato con la consapevolezza delle norme procedurali e della fondatezza dei motivi. L’inammissibilità ricorso Cassazione non è un esito neutro: comporta conseguenze economiche significative che gravano sul ricorrente. La condanna al pagamento di una somma, ritenuta equa, a favore della Cassa delle ammende, evidenzia la volontà del legislatore di disincentivare impugnazioni che non presentano i requisiti minimi per essere esaminate nel merito, tutelando così l’efficienza del sistema giudiziario.

Cosa succede quando la Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile?
Secondo l’ordinanza, la dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria in favore della Cassa delle ammende.

A quanto ammonta la sanzione pecuniaria in questo caso specifico?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento di una somma di € 3.000,00 in favore della Cassa delle ammende, oltre alle spese del procedimento.

Quale organo ha emesso la decisione originale contro cui è stato proposto ricorso?
Il ricorso era stato proposto avverso una sentenza emessa dal GIP (Giudice per le Indagini Preliminari) del Tribunale di Imperia.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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