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Inammissibilità ricorso cassazione: art. 69 cod. pen.

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso di un imputato contro una sentenza della Corte d’Appello. Il ricorso è stato ritenuto manifestamente infondato a causa dell’impossibilità di un diverso bilanciamento delle circostanze, come previsto dall’art. 69, comma quarto, del codice penale. L’imputato è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma alla Cassa delle ammende. Questo caso evidenzia la rigidità della normativa sull’inammissibilità ricorso cassazione in determinate situazioni.

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Pubblicato il 6 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità Ricorso Cassazione: Quando il Bilanciamento delle Circostanze è Precluso

L’ordinanza in esame offre un chiaro esempio di come le norme procedurali possano definire l’esito di un giudizio, confermando un principio fondamentale in materia di inammissibilità ricorso cassazione. La Suprema Corte, con una decisione netta, ha respinto il ricorso di un imputato, basando la propria valutazione su una specifica disposizione del codice penale che limita il potere del giudice nel bilanciare le circostanze del reato. Questo caso ci permette di approfondire il concetto di ricorso ‘manifestamente infondato’ e le sue conseguenze.

Il Contesto del Ricorso

La vicenda processuale ha origine dal ricorso presentato da un soggetto avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Catania. Il ricorrente, evidentemente insoddisfatto della pena comminata, ha adito la Corte di Cassazione, ultimo grado di giudizio, probabilmente sperando in una riconsiderazione degli elementi che avevano portato alla sua condanna, con particolare riferimento alla valutazione delle circostanze aggravanti e attenuanti.

Tuttavia, l’appello si è scontrato con un ostacolo insormontabile, rappresentato dalla specifica doglianza che, secondo la Suprema Corte, non poteva trovare accoglimento per un preciso divieto di legge.

La Decisione della Corte: Focus sull’Inammissibilità del Ricorso in Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa non è una decisione sul merito della questione (cioè, se il ricorrente avesse torto o ragione sui fatti), ma una statuizione preliminare che blocca l’analisi del caso. La ragione di tale decisione risiede nel fatto che il ricorso è stato giudicato ‘manifestamente infondato’.

Ciò significa che, ad un primo e sommario esame, le argomentazioni del ricorrente sono apparse prive di qualsiasi possibilità di successo, rendendo superflua un’analisi più approfondita.

Le Motivazioni Giuridiche

Il cuore della decisione si fonda sull’articolo 69, quarto comma, del codice penale. Questa norma disciplina il cosiddetto ‘bilanciamento delle circostanze’, ovvero il procedimento logico-giuridico con cui il giudice soppesa le circostanze che aggravano il reato e quelle che lo attenuano. In alcuni casi specifici, la legge pone dei limiti a questa discrezionalità.

Nel caso di specie, la Corte ha rilevato che la richiesta del ricorrente di ottenere un diverso e più favorevole bilanciamento delle circostanze era preclusa proprio da tale norma. La legge, in determinate situazioni (ad esempio, in presenza di specifiche aggravanti), vieta al giudice di considerare le attenuanti come prevalenti sulle aggravanti. Di conseguenza, la richiesta del ricorrente era giuridicamente impossibile da accogliere fin dall’inizio, rendendo il suo ricorso ‘manifestamente infondato’ e, pertanto, inammissibile.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

L’ordinanza ribadisce un principio cruciale: il ricorso per Cassazione non è una terza istanza di giudizio dove poter ridiscutere i fatti o le valutazioni discrezionali del giudice di merito, a meno che non vi sia una violazione di legge. In questo caso, la legge stessa impediva la rivalutazione richiesta.

La conseguenza diretta dell’inammissibilità è stata duplice. In primo luogo, la condanna è diventata definitiva. In secondo luogo, il ricorrente è stato condannato non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche al versamento di una somma significativa (tremila euro) alla Cassa delle ammende. Questa sanzione pecuniaria serve a scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati, che sovraccaricano inutilmente il sistema giudiziario. La decisione, quindi, non solo definisce un caso singolo ma funge da monito sull’importanza di fondare i ricorsi su solide basi giuridiche, specialmente quando si toccano ambiti dove la discrezionalità del giudice è limitata dalla legge.

Per quale motivo principale il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché ritenuto ‘manifestamente infondato’. La Corte ha stabilito che non era possibile effettuare un diverso bilanciamento delle circostanze del reato, come richiesto dal ricorrente, a causa di un divieto specifico previsto dall’articolo 69, quarto comma, del codice penale.

Quali sono state le conseguenze economiche per il ricorrente a seguito della dichiarazione di inammissibilità?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Cosa implica il divieto di bilanciamento delle circostanze citato nell’ordinanza?
L’ordinanza si basa sull’articolo 69, quarto comma, del codice penale. Questa norma, in determinate situazioni, vieta al giudice di concedere prevalenza alle circostanze attenuanti rispetto a specifiche circostanze aggravanti, rendendo così impossibile un nuovo e più favorevole bilanciamento in sede di ricorso per Cassazione e determinando l’infondatezza manifesta del motivo di ricorso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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