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Inammissibilità impugnazione: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione dichiara l’inammissibilità di un’impugnazione contro una sentenza della Corte d’Appello. La decisione si fonda sull’applicazione di una norma processuale che, sebbene abrogata, era ancora in vigore al momento della proposizione del ricorso. Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 8 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità Impugnazione: Quando una Norma Abrogata Resta in Vigore

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha ribadito un principio fondamentale in materia di inammissibilità impugnazione, chiarendo come la successione delle leggi nel tempo influenzi la validità degli atti processuali. La decisione offre uno spunto essenziale per comprendere l’importanza del rispetto dei requisiti formali e del principio tempus regit actum (il tempo regola l’atto) nel processo penale.

I Fatti del Caso

Un imputato proponeva ricorso per cassazione avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Firenze. Il ricorso mirava a ottenere una riforma della decisione di secondo grado. Tuttavia, prima che la Corte potesse entrare nel merito delle doglianze sollevate, ha dovuto affrontare una questione pregiudiziale di natura puramente procedurale, che si è rivelata decisiva per l’esito del giudizio.

La Questione Giuridica: Inammissibilità Impugnazione e Diritto Transitorio

Il fulcro della questione riguardava l’applicazione dell’articolo 581, comma 1-ter, del codice di procedura penale. Questa norma, che imponeva specifici requisiti di forma per la proposizione delle impugnazioni, è stata abrogata dalla legge n. 114 del 9 agosto 2024, con effetto a partire dal 25 agosto 2024.

Il ricorso in esame era stato presentato prima del 25 agosto 2024. La Corte doveva quindi stabilire se applicare la vecchia disciplina, più rigorosa e in vigore al momento della presentazione dell’atto, o la nuova, che non prevedeva più tali formalità. La risoluzione di questo dilemma è cruciale per determinare l’inammissibilità impugnazione e le sue conseguenze.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte Suprema ha dichiarato il ricorso inammissibile. La motivazione si basa su un consolidato orientamento giurisprudenziale, rafforzato da una recente pronuncia delle Sezioni Unite. Secondo i giudici, l’atto di impugnazione deve rispettare le norme processuali in vigore al momento in cui viene compiuto.

La Corte ha specificato che la disciplina contenuta nell’art. 581, comma 1-ter, cod. proc. pen., sebbene abrogata, continua ad applicarsi a tutte le impugnazioni proposte fino al 24 agosto 2024. Nel caso di specie, il ricorso non rispettava le formalità richieste, mancando di quella “manifestazione indefettibile della consapevole volontà di impugnare” che la norma pretendeva. Tale vizio originario non poteva essere sanato da successive integrazioni, anche se depositate prima dell’udienza. Di conseguenza, l’inosservanza della normativa all’epoca vigente ha determinato l’inevitabile inammissibilità dell’impugnazione.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Decisione

Questa ordinanza sottolinea l’importanza cruciale della diligenza nella redazione degli atti processuali. Dimostra che le modifiche legislative in materia procedurale non hanno un effetto retroattivo automatico e che gli operatori del diritto devono prestare la massima attenzione alla normativa applicabile al momento specifico in cui compiono un’attività processuale. La declaratoria di inammissibilità, oltre a precludere l’esame nel merito del ricorso, comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, come previsto dall’art. 616 c.p.p., che nel caso specifico è stata quantificata in tremila euro. La decisione serve quindi come monito: la forma, nel processo, è sostanza.

Una norma processuale abrogata può ancora essere applicata?
Sì, secondo il principio tempus regit actum, una norma processuale, sebbene abrogata, continua ad applicarsi agli atti compiuti quando essa era ancora in vigore. Nel caso specifico, la disciplina dell’art. 581, co. 1-ter, c.p.p. si applica alle impugnazioni proposte fino al 24 agosto 2024, data antecedente all’entrata in vigore della legge abrogatrice.

Per quale motivo specifico il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché non rispettava i requisiti formali previsti dalla legge vigente al momento della sua presentazione, mancando di quella che la Corte definisce la “manifestazione indefettibile della consapevole volontà di impugnare”.

Quali sono le conseguenze economiche per chi propone un ricorso inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità del ricorso comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e, salvo casi di esonero, al versamento di una somma di denaro alla Cassa delle ammende. In questa ordinanza, la somma è stata fissata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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