Inammissibilità del ricorso: quando le argomentazioni non bastano
L’ordinanza della Corte di Cassazione n. 12776 del 2024 offre spunti fondamentali sulla corretta presentazione di un’impugnazione, chiarendo i limiti del diritto di difesa e i requisiti di specificità dei motivi. Comprendere questa decisione è cruciale per capire perché un ricorso possa essere respinto prima ancora di essere discusso nel merito, portando a una pronuncia di inammissibilità del ricorso. In questo caso, la Suprema Corte ha stabilito che la strategia difensiva non può trasformarsi in uno strumento per controllare i tempi del processo e che le critiche alla sentenza precedente devono essere puntuali e non generiche.
I Fatti del Caso
Una persona, a seguito di una condanna da parte della Corte d’Appello, ha presentato ricorso in Cassazione basando la sua difesa su due argomenti principali. Il primo motivo riguardava una presunta violazione del diritto di difesa, in quanto non sarebbe stato concesso un termine adeguato a seguito della nomina di un nuovo avvocato a ridosso dell’udienza. Il secondo motivo, invece, criticava la sentenza di merito per un presunto vizio di motivazione, sostenendo che le ragioni fornite dai giudici per identificarla come autrice del reato non fossero sufficientemente fondate.
L’inammissibilità del ricorso e il bilanciamento del diritto di difesa
La Corte di Cassazione ha rigettato entrambi i motivi, dichiarando l’inammissibilità del ricorso. Sul primo punto, i giudici hanno chiarito un principio fondamentale della procedura penale: il termine a difesa previsto dall’art. 108 del codice di procedura penale non conferisce all’imputato un diritto incondizionato a ottenere il rinvio dell’udienza in caso di nomina tardiva del difensore. Il diritto di difesa, seppur sacro, deve essere bilanciato con un altro principio cardine del giusto processo: la sua ragionevole durata. La Corte ha sottolineato che le nomine e le revoche dei difensori non possono essere utilizzate come tattiche per dilatare i tempi processuali, trasformandosi in un sistema di controllo delle scadenze a proprio piacimento.
L’importanza della specificità dei motivi
Anche il secondo motivo è stato giudicato inammissibile, ma per una ragione diversa: la mancanza di specificità. La Cassazione ha osservato che le argomentazioni presentate dalla ricorrente non erano altro che una riproposizione delle stesse questioni già discusse e respinte dalla Corte d’Appello. Un ricorso, per essere ammissibile, non può limitarsi a critiche generiche o a ripetere argomenti già valutati. Deve, invece, instaurare un dialogo critico con la motivazione della sentenza impugnata, evidenziandone specifiche lacune, contraddizioni o errori logici. In assenza di questa correlazione diretta, il motivo è considerato aspecifico e, di conseguenza, inammissibile, come previsto dall’art. 591 c.p.p.
Le motivazioni
Le motivazioni della Suprema Corte sono state nette e precise. Per quanto riguarda il primo motivo, è stato ribadito che la funzionalità del termine a difesa è quella di assicurare una difesa effettiva, non di legittimare manovre dilatorie. La gestione del processo e delle sue tempistiche non può essere lasciata alla mercé delle scelte strategiche dell’imputato, che devono sempre essere esercitate nel rispetto dei principi di lealtà processuale e di ragionevole durata. In riferimento al secondo motivo, la Corte ha spiegato che la mancanza di specificità deriva proprio dalla totale assenza di un confronto reale con le argomentazioni della sentenza impugnata. Ripetere doglianze già esaminate e ritenute infondate dal giudice precedente svuota il ricorso della sua funzione critica, rendendolo un mero esercizio formale e, pertanto, inammissibile.
Le conclusioni
In conclusione, la decisione della Cassazione rafforza due importanti principi procedurali. Primo, il diritto di difesa non è assoluto e non può essere usato per manipolare i tempi del processo. Secondo, un ricorso per cassazione deve essere un atto tecnicamente preciso, che attacca puntualmente la logica della decisione impugnata, non una semplice riproposizione di tesi difensive. La conseguenza di un ricorso inammissibile è severa: non solo la sentenza di condanna diventa definitiva, ma il ricorrente viene anche condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, come avvenuto nel caso di specie.
Un imputato può sempre ottenere il rinvio dell’udienza se nomina un nuovo avvocato poco prima?
No. Secondo la Corte, il termine a difesa non determina un diritto automatico al rinvio. Questo diritto deve essere bilanciato con il principio della ragionevole durata del processo e non può essere usato per controllare le tempistiche processuali.
Cosa significa che un motivo di ricorso è “aspecifico”?
Significa che il motivo è generico e non si confronta direttamente con le ragioni specifiche esposte nella sentenza che si sta impugnando. Un motivo è aspecifico quando si limita a riproporre le stesse questioni già discusse e respinte dal giudice precedente, senza evidenziare vizi logici o giuridici precisi nella sua motivazione.
Quali sono le conseguenze se un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende. Inoltre, la sentenza impugnata diventa definitiva.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 12776 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 12776 Anno 2024
Presidente: COGNOME COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 12/12/2023
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato a FOGGIA il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 05/05/2023 della CORTE APPELLO di L’AQUILA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Letto il ricorso di COGNOME NOME;
ritenuto che il primo motivo di ricorso è manifestamente infondato in quanto prospetta la violazione di norme processuali non relative a nullità assolute o inutilizzabilità patologiche;
che il termine a difesa di cui all’art. 108 cod. proc. pen. è funzionale ad assicurare una difesa effettiva e non determina il diritto dell’imputato ad ottenere il rinvio dell’udienza in ogni caso di nomina tardiva, dovendo il diritto di difes essere bilanciato con il principio della ragionevole durata del processo ed esercitato senza trasformare le nomine e le revoche dei difensori in un sistema di controllo delle scansioni e dei tempi del processo (Sez. 4, n. 4923 del 27/10/2022 dep. 06/02/2023, COGNOME, Rv. 284094 – 01), come già rilevato dalla Corte territoriale a pagina 3;
considerato che il secondo motivo di ricorso, con cui si lamenta il vizio di motivazione in relazione all’individuazione dell’imputata quale autrice della condotta contestata, è privo di specificità perché è fondato su generici argomenti che ripropongono le stesse questioni discusse e ritenute infondate dal giudice del gravame (si veda, in particolare, pag. 4);
che, invero, la mancanza di specificità del motivo, dalla quale, a mente dell’art. 591, comma 1, lett. c), cod. proc. pen. deriva l’inammissibilità, si desume dalla mancanza di correlazione tra le ragioni argomentate dalla decisione impugnata e quelle poste a fondamento dell’impugnazione;
rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna della ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna la ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso, in data 12 dicembre 2023 Il Consigliere estensore COGNOME Il Pres COGNOME t