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Inammissibilità del ricorso: motivi generici e condanna

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso di un imputato contro una sentenza della Corte d’Appello. La decisione si fonda sulla genericità assoluta dei motivi di appello. La Corte ha confermato la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende, non ravvisando elementi per escludere la colpa nella proposizione del ricorso.

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Pubblicato il 23 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità del ricorso: la Cassazione ribadisce i requisiti di specificità

L’accesso alla giustizia è un diritto fondamentale, ma il suo esercizio deve seguire regole precise per garantire l’efficienza del sistema. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su un aspetto cruciale: l’inammissibilità del ricorso quando i motivi addotti sono troppo generici. Questo principio non è un mero formalismo, ma una garanzia contro l’abuso dello strumento processuale, con conseguenze economiche dirette per chi lo viola.

Il caso in esame riguarda un ricorso proposto avverso una sentenza di condanna della Corte d’Appello, ma che non ha superato il vaglio preliminare della Suprema Corte. Analizziamo insieme le ragioni di questa decisione e le sue implicazioni.

I fatti del processo

Un soggetto, condannato dalla Corte d’Appello di Bologna con sentenza del dicembre 2024, decideva di impugnare tale decisione dinanzi alla Corte di Cassazione. Il ricorso mirava a contestare la sentenza di secondo grado, probabilmente nella speranza di ottenere un annullamento o una riforma della condanna. Tuttavia, l’esito del giudizio di legittimità è stato netto e sfavorevole al ricorrente.

La valutazione sull’inammissibilità del ricorso

La Corte di Cassazione, senza entrare nel merito della vicenda, ha interrotto il processo sul nascere, dichiarando l’inammissibilità del ricorso. La ragione fondamentale risiede nella natura delle obiezioni sollevate dal ricorrente, definite dai giudici di ‘tangibile ed assoluta genericità’. In altre parole, i motivi di appello non erano sufficientemente specifici e dettagliati da consentire alla Corte di effettuare una valutazione concreta e puntuale. Il ricorso si limitava a critiche vaghe, senza individuare errori giuridici precisi nella sentenza impugnata.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte ha basato la sua decisione su principi consolidati. In primo luogo, ha evidenziato che le contestazioni del ricorrente erano astratte e non si confrontavano in modo critico con le argomentazioni della sentenza d’appello. Un ricorso efficace deve indicare con chiarezza quali parti della decisione precedente sono errate e perché, non può limitarsi a una generica doglianza.

In secondo luogo, per quanto riguarda la misura della pena, la Corte ha osservato che i giudici di merito avevano inflitto una pena base contenuta nel minimo previsto dalla legge, con aumenti minimi per la continuazione tra i reati. La motivazione a supporto di questa scelta, basata sulle modalità del fatto e sulla personalità dell’autore, è stata giudicata ‘incensurabile’, ovvero non sindacabile in sede di legittimità perché logica e adeguatamente argomentata.

Conclusioni: le conseguenze dell’inammissibilità

La declaratoria di inammissibilità del ricorso ha comportato due conseguenze economiche significative per il ricorrente. La prima è la condanna al pagamento delle spese processuali. La seconda, più gravosa, è il versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Quest’ultima sanzione viene applicata quando non emergono elementi per escludere la colpa del ricorrente nel determinare la causa di inammissibilità. In sostanza, presentare un ricorso palesemente infondato o generico non è senza conseguenze, ma configura una condotta colposa che il sistema sanziona per disincentivare impugnazioni dilatorie o pretestuose.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché le obiezioni sollevate dal ricorrente sono state ritenute di ‘tangibile ed assoluta genericità’, ovvero troppo vaghe e non specifiche per consentire un esame nel merito.

Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso inammissibile?
La parte che presenta un ricorso dichiarato inammissibile viene condannata al pagamento delle spese processuali e, se non si ravvisano elementi che escludano la sua colpa, anche al versamento di una somma in favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata in 3.000 euro.

La Corte di Cassazione può riesaminare la quantità della pena decisa dai giudici di merito?
No, la Corte di Cassazione non può riesaminare la misura della pena se questa è stata determinata in modo logico, con una motivazione adeguata e all’interno dei limiti edittali previsti dalla legge, come nel caso di specie in cui era stata applicata una pena base minima.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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