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Inammissibilità del ricorso: la sanzione pecuniaria

La Corte di Cassazione dichiara l’inammissibilità del ricorso presentato da un cittadino contro una sentenza della Corte d’Appello. La decisione comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione di 3.000,00 euro, in applicazione dell’art. 616 del codice di procedura penale.

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Pubblicato il 2 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità del ricorso in Cassazione: analisi di una condanna pecuniaria

L’inammissibilità del ricorso rappresenta uno degli esiti più comuni e, al contempo, più onerosi per chi decide di impugnare un provvedimento davanti alla Corte di Cassazione. Con l’ordinanza in esame, la Suprema Corte ribadisce le conseguenze automatiche di tale declaratoria, condannando il ricorrente non solo al pagamento delle spese, ma anche a una significativa sanzione pecuniaria. Analizziamo nel dettaglio la vicenda e le sue implicazioni.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un cittadino avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di una grande città del sud Italia in data 28 ottobre 2024. Il ricorrente ha adito la Corte di Cassazione, ultimo grado di giudizio, al fine di ottenere una revisione della decisione a lui sfavorevole. La Suprema Corte, tuttavia, non è entrata nel merito delle questioni sollevate.

La Decisione della Corte e l’Inammissibilità del Ricorso

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, con ordinanza del 28 marzo 2025, ha dichiarato inammissibile il ricorso. Questo significa che i giudici non hanno valutato se le doglianze del ricorrente fossero fondate o meno, ma si sono fermati a un vaglio preliminare, riscontrando un vizio procedurale che ha impedito l’esame della questione nel merito. La conseguenza diretta di questa pronuncia è stata duplice: la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e, inoltre, il versamento di una somma equitativamente fissata in 3.000,00 euro in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte si fonda su un’applicazione diretta dell’articolo 616 del codice di procedura penale. Tale norma stabilisce che, quando un ricorso viene dichiarato inammissibile, la parte che lo ha proposto deve essere condannata al pagamento delle spese processuali. Inoltre, la stessa norma prevede l’obbligo di versare una sanzione pecuniaria alla Cassa delle ammende, a meno che non si dimostri di aver proposto l’impugnazione “senza versare in colpa nella determinazione della causa di inammissibilità”. Nel caso di specie, la Corte non ha ravvisato elementi per escludere la colpa del ricorrente, applicando quindi la sanzione nella misura di 3.000,00 euro, definita come “equitativamente fissata”. La decisione sottolinea come la proposizione di un ricorso inammissibile comporti un onere economico significativo, volto a sanzionare l’abuso dello strumento processuale e a gravare la macchina della giustizia con impugnazioni prive dei requisiti di legge.

Le Conclusioni

Questa ordinanza serve da monito sull’importanza di una valutazione attenta e professionale prima di intraprendere un ricorso per Cassazione. L’inammissibilità del ricorso non è un esito neutro, ma comporta conseguenze economiche severe, previste dalla legge per disincentivare impugnazioni dilatorie o manifestamente infondate. La condanna alla sanzione pecuniaria, il cui importo viene stabilito discrezionalmente dalla Corte, rappresenta un rischio concreto che deve essere attentamente ponderato da chiunque intenda adire la Suprema Corte.

Cosa succede quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, la parte che lo ha proposto viene condannata al pagamento delle spese processuali e di una somma in denaro in favore della Cassa delle ammende.

A quanto ammonta la sanzione pecuniaria nel caso specifico?
Nel caso analizzato, la Corte di Cassazione ha condannato il ricorrente al pagamento della somma di € 3.000,00 in favore della Cassa delle ammende.

Qual è il fondamento normativo per la condanna alle spese e alla sanzione?
Il fondamento normativo è l’articolo 616 del codice di procedura penale, che disciplina le conseguenze economiche della declaratoria di inammissibilità o del rigetto di un ricorso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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