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Inammissibilità del ricorso: la decisione della Cassazione

La Corte di Cassazione, con ordinanza, ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso presentato da un imputato contro una sentenza del GIP. La decisione ha comportato la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di tremila euro. Questo caso evidenzia le rigorose condizioni per accedere al giudizio di legittimità.

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Pubblicato il 23 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità del ricorso: quando la Cassazione chiude le porte

L’inammissibilità del ricorso è uno degli esiti più temuti da chi si rivolge alla Corte di Cassazione, poiché impedisce un esame nel merito delle proprie ragioni. Una recente ordinanza della Settima Sezione Penale offre uno spunto per comprendere le gravi conseguenze di un’impugnazione che non supera il vaglio preliminare di ammissibilità, con la conseguente condanna al pagamento di spese e sanzioni.

I Fatti Processuali

Il caso in esame ha origine dal ricorso presentato da un individuo avverso una sentenza emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) del Tribunale di Vercelli in data 17 ottobre 2024. L’imputato, cercando di ottenere la riforma di tale decisione, ha portato la questione dinanzi alla Suprema Corte di Cassazione.

La Decisione della Corte: l’Inammissibilità del Ricorso

Dopo la relazione svolta dal Consigliere relatore e l’udienza del 11 aprile 2025, la Corte di Cassazione ha emesso un’ordinanza perentoria. Con il provvedimento, i giudici hanno dichiarato l’inammissibilità del ricorso, ponendo fine al percorso giudiziario dell’imputato.

Questa decisione non entra nel vivo delle questioni sollevate dal ricorrente, ma si ferma a un livello precedente, quello procedurale. La declaratoria di inammissibilità comporta due conseguenze automatiche e gravose:

1. La condanna al pagamento delle spese processuali: il ricorrente deve farsi carico dei costi sostenuti dallo Stato per il giudizio.
2. La condanna al pagamento di una somma in favore della Cassa delle ammende: in questo specifico caso, l’importo è stato fissato in tremila euro. Si tratta di una sanzione pecuniaria volta a scoraggiare impugnazioni palesemente infondate o dilatorie.

Le Motivazioni

L’ordinanza in esame è estremamente sintetica e non esplicita le specifiche ragioni che hanno condotto alla declaratoria di inammissibilità. Tuttavia, nella pratica giudiziaria, le cause che portano a una simile decisione sono tipizzate. Un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile, ad esempio, per la tardività della sua presentazione, per la genericità dei motivi, perché solleva questioni di fatto non consentite in sede di legittimità, o perché proposto contro un provvedimento non impugnabile. La decisione della Corte presuppone che il ricorso fosse affetto da uno di questi vizi, talmente evidenti da non rendere necessario un approfondimento nel merito.

Le Conclusioni

La decisione della Cassazione conferma che l’accesso al giudizio di legittimità è soggetto a regole procedurali ferree. L’inammissibilità del ricorso non è solo una sconfitta processuale, ma comporta anche conseguenze economiche significative per il ricorrente. La sentenza impugnata diventa definitiva e irrevocabile, e l’imputato è tenuto a sostenere i costi del procedimento e a pagare una sanzione. Questo caso sottolinea l’importanza cruciale di una valutazione attenta e professionale prima di intraprendere la via del ricorso in Cassazione, affidandosi a un legale esperto per verificare la sussistenza dei presupposti di ammissibilità e la fondatezza dei motivi.

Cosa significa quando un ricorso è dichiarato inammissibile?
Significa che la Corte di Cassazione non ha esaminato le ragioni di merito dell’impugnazione perché mancavano i requisiti formali o sostanziali richiesti dalla legge. Di conseguenza, la sentenza impugnata diventa definitiva.

Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso inammissibile?
Come stabilito in questa ordinanza, il ricorrente è condannato a pagare le spese processuali e una somma a titolo di sanzione (in questo caso, tremila euro) in favore della Cassa delle ammende.

La decisione di inammissibilità può essere impugnata?
No, la pronuncia di inammissibilità della Corte di Cassazione è un atto definitivo che chiude il procedimento. La sentenza contro cui era stato proposto il ricorso diventa irrevocabile e non può essere ulteriormente contestata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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