Inammissibilità del Ricorso: Le Regole Ferree della Cassazione
La Corte di Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, ma il suo accesso è tutt’altro che scontato. Un recente provvedimento ha ribadito i severi criteri che determinano l’inammissibilità del ricorso, un esito che blocca l’esame nel merito della questione e rende definitiva la sentenza impugnata. Analizziamo insieme questa decisione per capire quali sono i paletti procedurali da rispettare.
Il Caso in Esame: Dalla Condanna al Ricorso
La vicenda processuale ha origine da una sentenza della Corte d’Appello di Torino, emessa il 9 aprile 2024, che confermava la condanna di un’imputata per un reato contro il patrimonio. Non rassegnata alla decisione, la difesa presentava ricorso per Cassazione, cercando di ottenere l’annullamento della condanna.
L’obiettivo del ricorso era contestare la valutazione delle prove effettuata dai giudici di merito, sostenendo un’errata interpretazione dei fatti che avevano portato alla condanna. La ricorrente, in sostanza, chiedeva alla Suprema Corte di riesaminare il materiale probatorio per giungere a una conclusione diversa.
La Decisione della Corte: La Dichiarazione di Inammissibilità del Ricorso
Con ordinanza emessa a seguito dell’udienza del 10 gennaio 2025, la Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione ha impedito alla Corte di entrare nel vivo delle argomentazioni difensive e ha comportato la definitiva conferma della sentenza di condanna della Corte d’Appello.
L’esito del giudizio non è stato una sorpresa per gli addetti ai lavori. La Cassazione, infatti, non è un ‘terzo grado’ di giudizio dove si possono ridiscutere i fatti, ma un ‘giudice di legittimità’, il cui compito è solo quello di verificare la corretta applicazione della legge e la coerenza logica della motivazione della sentenza impugnata.
Le Motivazioni: Perché il Ricorso è Stato Ritenuto Inammissibile
Le motivazioni alla base della declaratoria di inammissibilità del ricorso sono state chiare e si sono concentrate sulla natura delle censure sollevate dalla difesa. La Corte ha rilevato che i motivi di ricorso non denunciavano reali vizi di legge, come previsto dall’articolo 606 del codice di procedura penale. Al contrario, essi si traducevano in una richiesta di nuova e diversa valutazione delle prove, un’attività preclusa in sede di legittimità.
In particolare, il ricorso è stato considerato:
* Generico: Le critiche alla sentenza impugnata non erano specifiche, ma si limitavano a riproporre le stesse argomentazioni già respinte nei precedenti gradi di giudizio, senza confrontarsi criticamente con la motivazione della Corte d’Appello.
* Fattuale: L’intera impostazione del ricorso mirava a ottenere una rilettura degli elementi di fatto, come le testimonianze o i documenti, per sostenere una tesi alternativa. Questa operazione è di competenza esclusiva dei giudici di merito (Tribunale e Corte d’Appello).
Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche
Questa ordinanza è un monito importante per la redazione dei ricorsi in Cassazione. La decisione di inammissibilità del ricorso non è una mera formalità, ma la conseguenza diretta di un’impostazione errata dell’atto di impugnazione. Per avere una possibilità di successo, è fondamentale che il ricorso si concentri esclusivamente su vizi di legittimità, come la violazione di norme di legge o un’illogicità manifesta della motivazione che emerga dal testo stesso del provvedimento impugnato. Ogni tentativo di ‘sconfinare’ nel merito dei fatti è destinato a scontrarsi con la barriera dell’inammissibilità, con la conseguenza di rendere la condanna irrevocabile e di esporre il ricorrente al pagamento delle spese processuali.
Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando non rispetta i requisiti di legge, ad esempio perché i motivi sono generici, si concentrano sulla rivalutazione dei fatti (non consentita in questa sede) o non contestano specifici errori di diritto della sentenza impugnata.
Cosa significa che la Corte di Cassazione è un ‘giudice di legittimità’?
Significa che il suo compito non è decidere nuovamente se l’imputato è colpevole o innocente riesaminando le prove, ma solo controllare che i giudici dei gradi precedenti abbiano applicato correttamente le leggi e abbiano motivato la loro decisione in modo logico e coerente.
Quali sono le conseguenze di una dichiarazione di inammissibilità?
La principale conseguenza è che la sentenza impugnata diventa definitiva e irrevocabile. La condanna deve quindi essere eseguita. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 18307 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 18307 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 10/01/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato a TORRE DEL GRECO il 27/12/1996
avverso la sentenza del 09/04/2024 della CORTE APPELLO di TORINO
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME;
(-
R.G. n. 29293/2024
CONSIDERATO IN FATTO E IN DIRITTO
Visti gli atti e la sentenza impugnata (condanna per i reati previsti dagli artt. 612 – 63
pen.);
Esaminato il motivo di ricorso, relativo alla ritenuta recidiva;
Ritenuto il motivo inammissibile perché obiettivamente generico rispetto alla motivazione della sentenza impugnata con la quale non si confronta;
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna dell ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della
Cassa delle ammende;
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna la ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 10 gennaio 2025.