LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Inammissibilità del ricorso: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione, con ordinanza, ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso presentato da un imputato contro una sentenza di condanna della Corte d’Appello. La decisione si fonda sulla manifesta genericità e aspecificità dei motivi di ricorso, che non si confrontavano con le argomentazioni della sentenza impugnata. Di conseguenza, si è avuta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di € 3.000,00, evidenziando l’importanza di formulare censure precise e pertinenti in sede di legittimità.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 16 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità del Ricorso: Quando i Motivi Sono Troppo Generici

L’ordinanza in esame della Corte di Cassazione offre un chiaro esempio di come la precisione e la specificità siano requisiti fondamentali nel processo penale, soprattutto in fase di impugnazione. Il caso tratta della dichiarazione di inammissibilità del ricorso a causa della genericità dei motivi presentati, un esito che comporta non solo la conferma della condanna ma anche ulteriori conseguenze economiche per chi ricorre.

I Fatti del Processo

La vicenda processuale ha origine da una sentenza di condanna emessa dalla Corte di Appello di Lecce. Contro tale decisione, l’imputato ha proposto ricorso per cassazione, cercando di ottenere l’annullamento della pronuncia di secondo grado. Il caso è quindi approdato dinanzi alla Suprema Corte per la valutazione della legittimità della sentenza impugnata e della fondatezza dei motivi di ricorso.

La Decisione sull’Inammissibilità del Ricorso

La Corte di Cassazione, dopo aver esaminato gli atti, ha concluso per la manifesta infondatezza del ricorso. I giudici hanno stabilito che l’unico motivo proposto era ‘manifestamente inammissibile’ ai sensi dell’articolo 591, comma 1, lettera c), del codice di procedura penale. Questa decisione implica che la Corte non è nemmeno entrata nel merito delle questioni sollevate, fermandosi a una valutazione preliminare sulla validità formale e sostanziale dell’atto di impugnazione.

Le Motivazioni della Corte

La motivazione della decisione è netta e si concentra interamente sulla qualità dei motivi di ricorso. Secondo la Corte, il ricorso era:

* Del tutto generico e aspecifico: l’atto non specificava in modo chiaro e dettagliato le ragioni di fatto e di diritto per cui si contestava la sentenza d’appello.
* Non confrontato con la sentenza impugnata: il ricorrente non ha sviluppato argomentazioni capaci di criticare e smontare il ragionamento logico-giuridico seguito dai giudici di secondo grado per affermare la sua responsabilità.

La Corte ha sottolineato come la sentenza d’appello avesse, al contrario, fornito una motivazione appropriata, basata su acquisizioni probatorie definite e significative, e immune da vizi logici. Il ricorso, invece, si è limitato a una doglianza superficiale, senza entrare nel cuore delle argomentazioni che avevano portato alla condanna. Questa carenza strutturale ha reso l’impugnazione processualmente inefficace, portando alla sua inevitabile dichiarazione di inammissibilità del ricorso.

Le Conclusioni e le Conseguenze Pratiche

A seguito della dichiarazione di inammissibilità, la Corte ha applicato l’articolo 616 del codice di procedura penale. Questa norma prevede che, in caso di rigetto o inammissibilità del ricorso, la parte privata che lo ha proposto sia condannata al pagamento delle spese del procedimento.

In aggiunta, non emergendo ragioni di esonero, il ricorrente è stato condannato al versamento di una somma di euro 3.000,00 in favore della Cassa delle ammende. Questa sanzione pecuniaria serve a scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o dilatori. La decisione ribadisce un principio fondamentale: un’impugnazione non è una semplice riproposizione delle proprie tesi, ma deve essere un atto tecnico che dialoga criticamente con la decisione che si intende contestare, pena la sua inefficacia e l’applicazione di sanzioni.

Per quale motivo principale il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i suoi motivi erano del tutto generici e aspecifici, non specificando le ragioni di doglianza in fatto e in diritto e non confrontandosi in alcun modo con le argomentazioni della sentenza impugnata.

Quali sono le conseguenze economiche per il ricorrente a seguito di questa decisione?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento della somma di euro 3.000,00 in favore della Cassa delle ammende a titolo di sanzione pecuniaria.

A quale articolo di legge si è riferita la Corte per giustificare l’inammissibilità?
La Corte ha fondato la sua decisione sull’articolo 591, comma 1, lettera c), del codice di procedura penale, che disciplina l’inammissibilità dell’impugnazione per aspecificità dei motivi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati