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Inammissibilità del ricorso: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione, con ordinanza, ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso presentato da un imputato contro una sentenza della Corte d’Appello di Milano. A seguito di questa decisione, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

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Pubblicato il 30 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità del ricorso: Analisi di una recente Ordinanza della Cassazione

L’inammissibilità del ricorso per Cassazione rappresenta uno degli esiti più comuni e al contempo più severi nel panorama della giustizia penale. Questo esito processuale impedisce alla Suprema Corte di esaminare il merito della questione, rendendo definitiva la sentenza impugnata. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre lo spunto per analizzare le conseguenze di tale pronuncia.

Il Percorso Giudiziario

Il caso in esame ha origine da un ricorso presentato avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Milano in data 5 novembre 2024. L’imputato, cercando di ottenere una riforma della decisione di secondo grado, si è rivolto alla Corte di Cassazione, l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento. Il giudizio si è svolto davanti alla Settima Sezione Penale, che ha fissato l’udienza per il 5 maggio 2025.

La Decisione della Corte Suprema

All’esito dell’udienza, la Corte di Cassazione ha emesso un’ordinanza con un dispositivo (P.Q.M. – Per Questi Motivi) tanto breve quanto perentorio. La Corte ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso, ponendo fine al percorso giudiziario dell’imputato. Contestualmente, ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni dietro l’Inammissibilità del Ricorso

Il provvedimento analizzato, essendo un’ordinanza con un dispositivo sintetico, non esplicita nel dettaglio le ragioni specifiche che hanno portato alla declaratoria di inammissibilità. Tuttavia, in linea generale, un ricorso per Cassazione viene dichiarato inammissibile quando manca di uno dei requisiti fondamentali previsti dal codice di procedura penale. Le cause possono essere molteplici: la tardività nella presentazione, la mancanza di motivi specifici di impugnazione, la proposizione di censure che riguardano il merito dei fatti (non consentite in sede di legittimità) o la carenza di interesse ad agire. La decisione di condannare il ricorrente al pagamento di una somma alla Cassa delle ammende funge da sanzione processuale per aver adito la Corte con un ricorso privo dei presupposti di legge.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Le conseguenze pratiche di questa ordinanza sono significative. In primo luogo, la dichiarazione di inammissibilità del ricorso rende la sentenza della Corte d’Appello di Milano definitiva e irrevocabile. Questo significa che la condanna o l’assoluzione decisa in secondo grado diventa esecutiva. In secondo luogo, il ricorrente subisce un pregiudizio economico non trascurabile, essendo tenuto a sostenere non solo le spese del procedimento ma anche a versare una sanzione pecuniaria di tremila euro. Questa decisione ribadisce il ruolo della Corte di Cassazione come giudice di legittimità, il cui accesso è rigorosamente filtrato per evitare un uso strumentale o dilatorio del processo.

Qual è stata la decisione finale della Corte di Cassazione?
La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità del ricorso per il ricorrente?
Comporta la condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, oltre a rendere definitiva la sentenza impugnata.

La Corte ha esaminato il merito della vicenda?
No, la dichiarazione di inammissibilità impedisce alla Corte di Cassazione di esaminare il caso nel merito. La decisione si basa su vizi procedurali o sulla manifesta infondatezza dei motivi del ricorso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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