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Inammissibilità del ricorso: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso presentato contro una sentenza della Corte d’Appello. A causa di questa decisione, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di tremila euro. L’ordinanza sottolinea le conseguenze dell’inammissibilità del ricorso in Cassazione.

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Pubblicato il 29 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità del ricorso: quando la Cassazione chiude le porte

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha ribadito le severe conseguenze legate alla presentazione di un ricorso inammissibile. Il caso in esame, seppur conciso nella sua esposizione, offre spunti fondamentali per comprendere i criteri di accesso al giudizio di legittimità e le sanzioni previste. L’ordinanza analizzata dichiara l’inammissibilità del ricorso proposto da un imputato contro una sentenza della Corte d’Appello, condannandolo al pagamento delle spese e di una multa.

I Fatti Processuali

Il caso trae origine da un ricorso presentato alla Suprema Corte di Cassazione avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Bari in data 05/03/2024. Il ricorrente, un individuo nato nel 1990, ha cercato di ottenere l’annullamento della decisione di secondo grado. Tuttavia, il suo tentativo si è scontrato con una valutazione preliminare da parte della Corte che ne ha decretato l’arresto immediato.

La Decisione della Corte e l’Inammissibilità del Ricorso

Con l’ordinanza in commento, la Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso. Questa decisione impedisce alla Corte di entrare nel merito della questione, ovvero di analizzare i motivi per cui il ricorrente riteneva ingiusta la sentenza d’appello. La dichiarazione di inammissibilità rappresenta un filtro processuale che blocca l’accesso al giudizio di legittimità quando l’impugnazione non rispetta i requisiti previsti dalla legge.

Le motivazioni

Sebbene l’ordinanza sia estremamente sintetica e non espliciti le ragioni specifiche della decisione, è possibile dedurre le cause che tipicamente conducono a una declaratoria di inammissibilità. Generalmente, un ricorso in Cassazione è inammissibile quando, ad esempio, i motivi non sono consentiti dalla legge, sono presentati in modo generico, non rispettano i termini perentori previsti, oppure quando si cerca di ottenere dalla Corte una nuova valutazione dei fatti, compito che spetta esclusivamente ai giudici di merito (Tribunale e Corte d’Appello).

Le conclusioni

La conseguenza diretta e più rilevante della dichiarazione di inammissibilità del ricorso è duplice. In primo luogo, la sentenza impugnata diventa definitiva e non più contestabile. In secondo luogo, il ricorrente subisce una condanna economica: è tenuto a pagare le spese del procedimento e una somma di tremila euro a favore della Cassa delle ammende. Questa sanzione pecuniaria ha una chiara funzione deterrente, volta a scoraggiare la presentazione di ricorsi infondati o dilatori che appesantiscono inutilmente il lavoro della Suprema Corte. La decisione, quindi, serve da monito sull’importanza di redigere ricorsi tecnicamente impeccabili e fondati su validi motivi di diritto.

Cosa significa che un ricorso è dichiarato ‘inammissibile’?
Significa che la Corte di Cassazione non può esaminare il merito del ricorso, cioè le ragioni della contestazione, perché l’atto presenta vizi formali o sostanziali che ne impediscono la valutazione.

Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso inammissibile?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro, in questo caso tremila euro, in favore della Cassa delle ammende.

La Corte ha annullato la sentenza della Corte d’Appello?
No, dichiarando il ricorso inammissibile, la Corte di Cassazione non ha esaminato nel merito la sentenza d’appello, che di conseguenza è diventata definitiva.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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