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Inammissibilità del ricorso: la Cassazione condanna

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso presentato da tre imputati contro una sentenza della Corte d’Appello di Milano. A causa di profili di colpa nella presentazione dell’atto, i ricorrenti sono stati condannati al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di 3.000 euro ciascuno, evidenziando le severe conseguenze di un’impugnazione proceduralmente viziata.

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Pubblicato il 29 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità del Ricorso: Quando la Cassazione Condanna alle Spese e Ammenda

L’ordinanza della Corte di Cassazione in esame offre un chiaro esempio delle conseguenze derivanti dalla presentazione di un’impugnazione viziata. Affrontare il tema dell’inammissibilità del ricorso è fondamentale per comprendere i requisiti formali e sostanziali necessari per accedere al giudizio di legittimità. In questo caso, tre ricorrenti non solo hanno visto la loro richiesta respinta in via preliminare, ma sono stati anche condannati a significative sanzioni economiche.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale trae origine da tre ricorsi distinti, proposti da altrettanti imputati avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Milano in data 16 gennaio 2025. Gli imputati hanno deciso di impugnare tale decisione dinanzi alla Suprema Corte di Cassazione, l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento. La Corte, tuttavia, non è mai entrata nel merito delle questioni sollevate, fermandosi a una valutazione preliminare sulla correttezza formale e sostanziale degli atti presentati.

La Decisione della Corte: Focus sull’Inammissibilità del Ricorso

Con un’ordinanza emessa a seguito di trattazione con rito de plano, ovvero una procedura accelerata riservata ai casi di evidente infondatezza o inammissibilità, la Seconda Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili tutti e tre i ricorsi.

La conseguenza di tale declaratoria non è stata meramente processuale. La Corte ha infatti condannato ciascuno dei ricorrenti a due pagamenti:
1. Il pagamento delle spese processuali sostenute dallo Stato.
2. Il versamento di una somma di 3.000 euro in favore della Cassa delle ammende.

Questa decisione sottolinea come un ricorso non adeguatamente formulato non sia un atto privo di conseguenze, ma comporti un aggravio economico per chi lo propone.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione, pur non scendendo nel dettaglio dei singoli vizi, ha motivato la condanna al pagamento dell’ammenda ravvisando “profili di colpa nella determinazione della causa di inammissibilità”. Questa espressione indica che gli errori o le mancanze che hanno reso i ricorsi inammissibili erano tali da essere imputabili a una negligenza da parte dei ricorrenti o dei loro difensori. L’inammissibilità può derivare da svariate ragioni, come il mancato rispetto dei termini per l’impugnazione, la genericità dei motivi, la proposizione di censure che riguardano il merito dei fatti (non consentite in sede di legittimità) o altri vizi formali.

La somma di 3.000 euro è stata determinata in via “equitativa”, ovvero bilanciando la gravità della colpa con il principio di proporzionalità. La scelta del rito de plano conferma ulteriormente la palese natura del vizio, talmente evidente da non richiedere una discussione in pubblica udienza.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza funge da monito sull’importanza del rigore tecnico e della diligenza nella redazione di un ricorso per Cassazione. L’inammissibilità del ricorso non è solo una barriera procedurale che impedisce l’esame nel merito, ma si trasforma in una sanzione concreta quando è riconducibile a una colpa del proponente. Per i cittadini, ciò significa che affidarsi a professionisti competenti è cruciale per evitare non solo una sconfitta processuale, ma anche un esborso economico significativo. Per gli avvocati, ribadisce la necessità di una scrupolosa analisi preliminare sulla reale ammissibilità e fondatezza dei motivi di ricorso prima di adire la Suprema Corte.

Cosa succede quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
La Corte non esamina il merito della questione. Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e, come in questo caso, può essere condannato a versare una sanzione pecuniaria alla Cassa delle ammende.

Perché i ricorrenti sono stati condannati a pagare una somma di 3.000 euro ciascuno?
La Corte ha ritenuto che vi fosse una colpa da parte dei ricorrenti nel causare l’inammissibilità del loro stesso ricorso. La sanzione è stata fissata equitativamente in ragione di questa negligenza procedurale.

Cosa significa che i ricorsi sono stati trattati con il “rito de plano”?
Significa che la Corte ha utilizzato una procedura semplificata e rapida, senza udienza pubblica, perché l’inammissibilità dei ricorsi era talmente evidente dagli atti scritti che non si è resa necessaria un’ulteriore discussione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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