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Inammissibilità del ricorso: i motivi generici

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 26050/2024, ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso di un imputato contro una sentenza della Corte d’Appello. La decisione si fonda sulla genericità e sulla natura meramente ripetitiva dei motivi di appello, che non criticavano specificamente la sentenza impugnata. Questo vizio procedurale, previsto dall’art. 591 c.p.p., ha impedito alla Corte di esaminare il merito della questione.

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Pubblicato il 1 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità del Ricorso: la Cassazione Sottolinea l’Importanza dei Motivi Specifici

L’inammissibilità del ricorso è una delle questioni procedurali più rilevanti nel nostro sistema giudiziario. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 26050 del 2024) ribadisce un principio fondamentale: per impugnare efficacemente una sentenza, non basta dissentire, ma è necessario formulare critiche specifiche e pertinenti. Un ricorso basato su motivi generici o sulla semplice ripetizione di argomenti già respinti è destinato a fallire prima ancora di essere esaminato nel merito.

I Fatti del Caso: un’Impugnazione senza Correlazione

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza di condanna emessa dalla Corte d’Appello di Milano. L’imputato, tramite il suo difensore, ha sollevato tre motivi di ricorso per Cassazione. Tuttavia, la Suprema Corte ha rapidamente rilevato una carenza fondamentale nell’atto di impugnazione: la sua totale genericità.

Invece di contestare punto per punto le argomentazioni della sentenza di secondo grado, il ricorrente si era limitato a riproporre le medesime ragioni già discusse e ritenute infondate dal giudice del gravame. Mancava, in sostanza, quella “correlazione” necessaria tra le motivazioni della decisione impugnata e le critiche mosse con il ricorso.

L’Inammissibilità del Ricorso secondo la Cassazione

La Corte ha applicato con rigore l’articolo 591, comma 1, lettera c), del codice di procedura penale, che sancisce l’inammissibilità del ricorso quando i motivi sono manifestamente infondati o non specifici. La specificità, chiariscono i giudici, non è un mero formalismo. Essa è essenziale per consentire alla Corte di comprendere esattamente quali parti della sentenza precedente sono contestate e perché.

Un ricorso è considerato generico quando:
1. È meramente reiterativo: Si limita a copiare e incollare le argomentazioni già presentate e respinte in appello.
2. Manca di correlazione: Non si confronta direttamente con la motivazione della sentenza impugnata, ignorandone le argomentazioni e proponendo tesi astratte.

In questo caso, la Cassazione ha evidenziato come la Corte d’Appello avesse motivato in modo corretto e approfondito sia sulla responsabilità dell’imputato sia sull’esclusione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. Quest’ultima, in particolare, era stata negata a fronte di un danno stimato in oltre 1.000 euro, una cifra ritenuta non compatibile con l’attenuante.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

I giudici di legittimità hanno ritenuto che l’appello mancasse di specificità. La decisione della Corte d’Appello era stata chiara nel respingere le tesi difensive, ma il ricorso per Cassazione non ha affrontato queste specifiche ragioni di rigetto. L’atto di impugnazione si è rivelato un esercizio sterile, incapace di scalfire la logica e la coerenza della sentenza di secondo grado. Di conseguenza, la Corte non ha potuto fare altro che dichiarare l’inammissibilità del ricorso, senza entrare nel merito delle questioni sollevate.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Decisione

Questa ordinanza è un monito importante per tutti gli operatori del diritto. La preparazione di un ricorso per Cassazione richiede uno studio analitico della sentenza impugnata e la formulazione di critiche mirate, specifiche e pertinenti. Non è sufficiente riproporre vecchie difese nella speranza di un risultato diverso. L’esito di un approccio superficiale è prevedibile: la dichiarazione di inammissibilità, con la conseguente condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, che nel caso di specie è stata fissata in 3.000 euro a favore della Cassa delle ammende. In definitiva, un ricorso generico non solo è inutile, ma è anche costoso.

Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile per genericità dei motivi?
Un ricorso è dichiarato inammissibile per genericità quando i motivi proposti non si confrontano specificamente con le ragioni della decisione impugnata, ma si limitano a riproporre le stesse argomentazioni già esaminate e respinte dal giudice precedente, mancando così la necessaria correlazione critica.

Cosa significa che i motivi di ricorso sono ‘meramente reiterativi’?
Significa che le argomentazioni presentate nel ricorso sono una semplice ripetizione di quelle già discusse e ritenute infondate nel precedente grado di giudizio (in questo caso, dalla Corte d’Appello), senza aggiungere nuovi e specifici elementi di critica alla sentenza impugnata.

Quali sono le conseguenze economiche della dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro, in questo caso fissata in tremila euro, in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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