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Inammissibilità del ricorso: i motivi devono specifici

La Corte di Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso presentato da un imputato contro una sentenza della Corte d’Appello. La decisione si fonda sulla genericità dei motivi, i quali non si confrontavano specificamente con le argomentazioni della sentenza impugnata. Questa mancanza di correlazione ha portato alla condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, evidenziando l’importanza di un’impugnazione precisa e puntuale.

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Pubblicato il 3 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità del Ricorso: La Cassazione Sottolinea la Necessità di Motivi Specifici

L’inammissibilità del ricorso per Cassazione rappresenta uno degli esiti più severi per chi impugna una sentenza, poiché impedisce alla Corte di esaminare il caso nel merito. Una recente ordinanza della Suprema Corte ribadisce un principio fondamentale: un ricorso è destinato a essere dichiarato inammissibile se i motivi addotti sono generici e non si confrontano puntualmente con le ragioni esposte nella decisione impugnata. Questo caso offre uno spunto prezioso per comprendere i requisiti di specificità richiesti dalla legge.

Il Caso in Analisi

Un soggetto proponeva ricorso per Cassazione avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Bari. Tra le doglianze, il ricorrente lamentava che il giudice territoriale avesse omesso di motivare in merito alla sussistenza di cause di non punibilità, come previsto dall’art. 129 del codice di procedura penale. Tuttavia, la sua contestazione non andava oltre questa affermazione generica.

La Decisione della Corte: Focus sull’Inammissibilità del Ricorso

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso. La ragione di tale drastica decisione risiede nella manifesta genericità dei motivi proposti. Secondo i giudici, il ricorrente si è limitato a enunciare una presunta omissione senza, tuttavia, confrontarsi in alcun modo con la motivazione della sentenza d’appello né esporre le specifiche ragioni di diritto che avrebbero dovuto sostenere la sua richiesta. Questo approccio rende l’impugnazione un atto fine a se stesso, incapace di innescare una reale revisione critica della decisione precedente.

Il Principio della Correlazione tra Motivi e Decisione Impugnata

Il cuore della pronuncia si basa su un principio consolidato nella giurisprudenza, richiamato anche dalle Sezioni Unite (sent. n. 8825 del 27/10/2016). Per essere ammissibile, un’impugnazione deve necessariamente creare una correlazione logico-giuridica tra le ragioni argomentate dalla decisione che si contesta e quelle poste a fondamento del ricorso. In altre parole, non è sufficiente lamentare un errore, ma è indispensabile dimostrare perché la motivazione del giudice precedente è sbagliata, punto per punto. Ignorare le affermazioni del provvedimento censurato fa cadere il ricorso nel vizio di aspecificità, rendendolo inidoneo a raggiungere il suo scopo.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte Suprema ha motivato la propria decisione sottolineando che l’atto di impugnazione non può risolversi in una mera lamentela astratta. Deve, al contrario, costituire una critica mirata e argomentata. Nel caso specifico, il ricorrente non ha spiegato perché la Corte d’Appello avrebbe dovuto applicare l’art. 129 c.p.p., né ha contestato le specifiche parti della motivazione che, implicitamente o esplicitamente, escludevano tale applicazione. L’assenza di questo confronto critico rende il motivo di ricorso generico e, di conseguenza, inammissibile. La Corte ribadisce che il processo di impugnazione è un dialogo tra corti, e se una delle parti (il ricorrente) non parla il linguaggio corretto, ovvero quello della critica specifica e pertinente, il dialogo non può nemmeno iniziare.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza funge da monito per chiunque intenda presentare un ricorso. La redazione dell’atto richiede la massima cura e precisione. Ogni motivo di impugnazione deve essere costruito come una risposta diretta e circostanziata alla motivazione del giudice precedente. Un ricorso generico non solo è destinato al fallimento, ma comporta anche conseguenze economiche significative. Come stabilito nel dispositivo, all’inammissibilità del ricorso segue la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma alla Cassa delle ammende, in questo caso quantificata in tremila euro. Pertanto, un’impugnazione superficiale si traduce in una perdita di tempo e denaro, senza alcuna possibilità di ottenere una revisione della decisione.

Cosa significa ‘inammissibilità del ricorso per genericità dei motivi’?
Significa che l’appello viene respinto senza essere esaminato nel merito perché le ragioni presentate sono troppo vaghe e non contestano specificamente le argomentazioni della decisione che si sta impugnando.

Qual è il requisito principale affinché un ricorso sia considerato valido dalla Corte di Cassazione?
Il ricorso deve dimostrare una chiara correlazione tra le argomentazioni della decisione impugnata e i motivi dell’appello stesso. Non può ignorare il ragionamento del giudice precedente, ma deve criticarlo punto per punto.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro alla Cassa delle ammende, che nel caso specifico è stata fissata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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