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Inammissibilità del ricorso: Cassazione conferma

Con ordinanza del 26 maggio 2025, la Corte di Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso presentato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Palermo. Questa decisione procedurale ha impedito l’esame del merito della questione e ha comportato la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di tremila euro.

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Pubblicato il 26 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità del Ricorso: Quando la Cassazione Chiude la Porta a un Appello

L’ordinanza emessa dalla settima sezione penale della Corte di Cassazione il 26 maggio 2025 offre un chiaro esempio di inammissibilità del ricorso, un esito procedurale che blocca l’analisi di merito di un caso. Questo provvedimento, pur nella sua brevità, sottolinea l’importanza cruciale del rispetto dei requisiti formali e sostanziali per accedere al giudizio di legittimità. Analizziamo insieme i dettagli e le implicazioni di questa decisione.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale ha origine da un ricorso presentato da un individuo avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Palermo il 22 ottobre 2024. Sperando di ottenere una riforma della decisione di secondo grado, la parte si è rivolta alla Corte di Cassazione, l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento. Tuttavia, il percorso del ricorso si è interrotto bruscamente, senza che i giudici supremi entrassero nel vivo delle questioni sollevate.

La Decisione della Cassazione e l’Inammissibilità del Ricorso

La Corte Suprema, dopo aver ascoltato la relazione del Consigliere incaricato e dato avviso alle parti, ha emesso un’ordinanza perentoria. Con la formula “P.Q.M.” (Per Questi Motivi), i giudici hanno dichiarato l’inammissibilità del ricorso.

Questo significa che l’impugnazione non è stata respinta nel merito, ma è stata fermata prima ancora che potesse essere esaminata. L’inammissibilità è una sorta di filtro che impedisce l’accesso al giudizio di legittimità a quei ricorsi che non rispettano le precise regole stabilite dal codice di procedura penale. Le conseguenze per il ricorrente sono state immediate e significative: la condanna al pagamento di tutte le spese processuali e il versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende.

Le Motivazioni della Decisione

L’ordinanza in esame è estremamente sintetica e non esplicita le ragioni specifiche che hanno portato alla declaratoria di inammissibilità. Questo è tipico dei provvedimenti della settima sezione della Cassazione, spesso definita “sezione filtro”, che ha il compito di esaminare preliminarmente i ricorsi. La motivazione, sebbene non scritta, è implicita nella decisione stessa: il ricorso presentato era affetto da vizi procedurali talmente gravi da non superare il vaglio preliminare. Tali vizi possono riguardare, ad esempio, la tardività della presentazione, la mancanza di motivi specifici richiesti dalla legge o la proposizione di censure che riguardano il merito dei fatti, non ammesse in sede di legittimità.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

La conclusione del caso è netta: la sentenza della Corte d’Appello di Palermo è diventata definitiva e irrevocabile. La declaratoria di inammissibilità ha precluso ogni ulteriore possibilità di discussione sul caso. Questa decisione serve da monito sull’importanza di redigere un ricorso per cassazione con la massima perizia tecnica. Non è sufficiente avere ragione nel merito; è indispensabile rispettare scrupolosamente le regole processuali. Un errore formale può vanificare l’intero sforzo difensivo, con conseguenze economiche non trascurabili per l’assistito, come la condanna alle spese e alla sanzione pecuniaria.

Cosa significa quando un ricorso è dichiarato inammissibile?
Significa che la Corte di Cassazione non ha potuto esaminare il merito della questione perché l’atto di ricorso non rispettava i requisiti formali o sostanziali previsti dalla legge.

Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso inammissibile?
La parte il cui ricorso è stato dichiarato inammissibile viene condannata al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro, in questo caso tremila euro, in favore della Cassa delle ammende.

La decisione della Corte d’Appello è stata modificata dalla Cassazione?
No. Con la dichiarazione di inammissibilità, la sentenza della Corte d’Appello diventa definitiva e non può più essere impugnata. La Cassazione non ha esaminato né modificato la decisione precedente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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