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Inammissibilità appello: Riforma Cartabia non retroattiva

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza di inammissibilità di un appello. La Corte ha stabilito che le nuove norme procedurali della Riforma Cartabia, che hanno causato la dichiarazione di inammissibilità appello, non possono essere applicate retroattivamente a impugnazioni contro sentenze emesse prima della loro entrata in vigore (30 dicembre 2022). Il caso è stato rinviato al Tribunale per procedere con l’esame del merito dell’appello.

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Pubblicato il 31 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità Appello: la Riforma Cartabia non si applica al passato

Con la sentenza n. 5969 del 2024, la Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento fondamentale sull’applicazione temporale delle nuove norme processuali introdotte dalla Riforma Cartabia, in particolare riguardo ai requisiti di forma per le impugnazioni. La pronuncia ribadisce un principio cardine del nostro ordinamento: la legge processuale non può avere efficacia retroattiva, a tutela della certezza del diritto e del diritto di difesa. Questo caso specifico riguarda una dichiarazione di inammissibilità appello basata su una norma non ancora in vigore al momento dell’emissione della sentenza di primo grado.

I Fatti del Caso

Un imputato proponeva appello avverso una sentenza di primo grado emessa il 5 dicembre 2022. L’atto di appello veniva depositato il 13 gennaio 2023. Il Tribunale, in funzione di giudice d’appello, con ordinanza del 22 maggio 2023, dichiarava l’impugnazione inammissibile. La ragione risiedeva nella mancata dichiarazione o elezione di domicilio da parte dell’imputato, un adempimento richiesto dal nuovo articolo 581, comma 1-ter, del codice di procedura penale, introdotto dal D.Lgs. 150/2022 (la cosiddetta Riforma Cartabia).

L’imputato, tramite il suo difensore, ricorreva in Cassazione, sostenendo la violazione del principio tempus regit actum. La difesa evidenziava che al momento della pronuncia della sentenza di primo grado (16 dicembre 2022), la nuova norma che imponeva tale adempimento a pena di inammissibilità non era ancora entrata in vigore, essendo la sua efficacia scattata solo il 30 dicembre 2022.

La Decisione della Corte di Cassazione sulla inammissibilità appello

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, annullando senza rinvio l’ordinanza di inammissibilità. Gli Ermellini hanno riconosciuto che il Tribunale ha errato nell’applicare una norma processuale a una situazione giuridica consolidatasi prima della sua entrata in vigore. La decisione impugnata è stata quindi cassata, e gli atti sono stati trasmessi nuovamente al Tribunale per consentire la prosecuzione del giudizio di appello.

Le Motivazioni

Il fulcro della motivazione della Suprema Corte risiede nell’analisi della disciplina transitoria della Riforma Cartabia. In particolare, l’articolo 89, comma 3, del D.Lgs. n. 150 del 2022 stabilisce esplicitamente che le nuove disposizioni dell’articolo 581, comma 1-ter, c.p.p. si applicano esclusivamente alle impugnazioni proposte avverso sentenze pronunciate in data successiva a quella di entrata in vigore del decreto stesso.

Poiché la sentenza di primo grado era stata emessa il 5 dicembre 2022, e l’entrata in vigore della riforma è avvenuta il 30 dicembre 2022, la nuova norma sull’inammissibilità appello per mancata elezione di domicilio era, nel caso di specie, inapplicabile. La Corte ha sottolineato che la legge stessa ha previsto una regola chiara per governare il passaggio dal vecchio al nuovo regime, proprio per evitare incertezze applicative e garantire il rispetto dei diritti processuali delle parti.

Le Conclusioni

Questa sentenza è di notevole importanza pratica. Essa riafferma il principio di legalità e di certezza del diritto nell’applicazione delle norme processuali. Insegnamenti chiave possono essere tratti:

1. Regime Transitorio: Nelle grandi riforme, le norme transitorie sono cruciali e devono essere lette con attenzione per determinare quale disciplina si applichi a un caso specifico.
2. Diritto di Impugnazione: L’applicazione retroattiva di sanzioni processuali più severe, come l’inammissibilità, costituirebbe una lesione del diritto di difesa e del diritto a un giusto processo.
3. Chiarezza per gli Operatori: La decisione offre una guida chiara a avvocati e giudici su come interpretare l’efficacia temporale delle nuove disposizioni introdotte dalla Riforma Cartabia, prevenendo future declaratorie di inammissibilità errate.

Quando si applicano le nuove regole sull’inammissibilità dell’appello introdotte dalla Riforma Cartabia (art. 581, co. 1-ter c.p.p.)?
Secondo la disciplina transitoria (art. 89, co. 3, D.Lgs. 150/2022), queste regole si applicano solo alle impugnazioni proposte contro sentenze emesse dopo il 30 dicembre 2022, data di entrata in vigore della riforma.

Perché il Tribunale aveva dichiarato l’appello inammissibile?
Il Tribunale aveva erroneamente applicato la nuova norma, che richiede la dichiarazione o elezione di domicilio a pena di inammissibilità, a un appello presentato contro una sentenza emessa prima che tale norma entrasse in vigore.

Qual è stata la decisione finale della Corte di Cassazione e quali sono le sue conseguenze?
La Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio l’ordinanza di inammissibilità. Di conseguenza, il provvedimento è stato rimosso e il processo deve tornare al Tribunale di Vibo Valentia, che dovrà procedere con la celebrazione e la decisione del giudizio di appello nel merito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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