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Inammissibilità appello: quando i motivi sono generici

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha confermato la declaratoria di inammissibilità di un appello avverso una condanna per violazione della legge sugli stupefacenti. La decisione ribadisce un principio fondamentale: l’inammissibilità dell’appello scatta quando i motivi presentati sono generici e non contengono una critica specifica e argomentata delle ragioni di fatto e di diritto della sentenza impugnata. Il ricorso è stato giudicato come una serie di mere enunciazioni, prive di un reale nesso critico con la decisione di primo grado, portando alla condanna del ricorrente al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 1 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità dell’Appello: La Specificità dei Motivi è Essenziale

L’ordinanza emessa dalla Corte di Cassazione il 26 settembre 2025 offre un’importante lezione sulla redazione degli atti di impugnazione nel processo penale. La Corte ha ribadito con forza che l’inammissibilità dell’appello è la conseguenza inevitabile di motivi generici e non specificamente critici verso la sentenza di primo grado. Questa pronuncia sottolinea come un approccio superficiale all’impugnazione non solo sia inefficace, ma comporti anche conseguenze economiche per l’imputato.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da una condanna in primo grado per un reato previsto dalla legge sugli stupefacenti (art. 73, comma 1, d.P.R. 309/1990). L’imputato, tramite il suo difensore, aveva proposto appello contro tale sentenza. Tuttavia, la Corte d’Appello di Bologna aveva dichiarato l’impugnazione inammissibile, ritenendo che i motivi presentati non fossero sufficientemente specifici. Contro questa decisione di inammissibilità, la difesa ha proposto ricorso per cassazione, sostenendo che l’atto d’appello contenesse, in realtà, una critica adeguata e puntuale alla decisione di primo grado.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha respinto il ricorso, dichiarandolo a sua volta inammissibile. Di conseguenza, è stata confermata la decisione della Corte d’Appello. La Cassazione non ha nemmeno esaminato il merito della questione originaria, fermandosi all’aspetto procedurale della specificità dei motivi. Il ricorrente è stato quindi condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni: Il Principio di Specificità nell’Appello

Il cuore della decisione risiede nell’applicazione di un principio consolidato, espresso dalle Sezioni Unite della Cassazione (sentenza n. 8825 del 2017). Secondo tale principio, un appello è inammissibile per difetto di specificità quando non vengono esplicitamente enunciati e argomentati i rilievi critici rispetto alle ragioni di fatto o di diritto che fondano la decisione impugnata.

La Corte chiarisce un aspetto cruciale: l’onere di specificità a carico di chi impugna è direttamente proporzionale alla specificità con cui il giudice di primo grado ha motivato la propria decisione. In altre parole, più una sentenza è argomentata, più l’atto di appello deve essere dettagliato nel contestarne punto per punto le conclusioni.

Nel caso esaminato, la Cassazione ha riscontrato che i motivi di appello si limitavano a “mere enunciazioni” e a citazioni di norme di legge “prive di un reale nesso critico” con la struttura argomentativa della sentenza di primo grado. Quest’ultima, invece, era stata ritenuta adeguatamente motivata sia sulla responsabilità dell’imputato sia sulla determinazione della pena (la cosiddetta dosimetria della pena). Mancando una critica puntuale e pertinente, l’appello è stato correttamente giudicato inammissibile.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza serve da monito per la pratica forense. Proporre un’impugnazione non è un atto formale, ma richiede un lavoro analitico approfondito. Non è sufficiente esprimere un generico dissenso con la sentenza, ma è necessario costruire un’argomentazione critica che si confronti direttamente con le motivazioni del giudice. Un appello generico, che non “dialoga” con la sentenza che intende contestare, è destinato a essere dichiarato inammissibile, con la conseguenza di rendere definitiva la condanna e di aggiungere ulteriori oneri economici per l’assistito. La specificità non è un cavillo, ma l’essenza stessa del diritto di impugnazione.

Cosa succede se un appello penale viene presentato con motivi generici?
L’appello viene dichiarato inammissibile. Ciò significa che i giudici non esamineranno il merito della questione e la sentenza di primo grado diventerà definitiva. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Cosa si intende per “specificità dei motivi” di un appello?
Significa che l’atto di appello deve contenere critiche chiare, esplicite e argomentate rivolte specificamente contro le ragioni di fatto e di diritto esposte nella sentenza che si sta impugnando. Non basta enunciare principi di legge o manifestare un dissenso generale.

Il livello di dettaglio della sentenza impugnata influisce sulla specificità richiesta nell’appello?
Sì, la Corte di Cassazione ha stabilito che l’onere di specificità dell’appellante è direttamente proporzionale alla specificità delle motivazioni della sentenza impugnata. Una sentenza molto dettagliata e ben argomentata richiede un appello altrettanto dettagliato e critico per poter essere ammesso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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