LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Inammissibilità appello penale: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 6025/2024, ha dichiarato inammissibile un ricorso, confermando la validità delle nuove norme sull’inammissibilità dell’appello penale introdotte dalla Riforma Cartabia. La Corte ha stabilito che i requisiti del mandato specifico e della dichiarazione di domicilio (art. 581 c.p.p.) non violano il diritto di difesa, ma mirano a garantire la volontà consapevole dell’imputato di impugnare la sentenza, specialmente se assente, e a razionalizzare il processo.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 31 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità dell’Appello Penale: Le Nuove Regole della Riforma Cartabia

La recente sentenza della Corte di Cassazione n. 6025 del 2024 offre un’importante chiave di lettura sulle nuove cause di inammissibilità dell’appello penale introdotte dalla Riforma Cartabia. Questa decisione chiarisce la legittimità e l’ambito di applicazione dei nuovi oneri procedurali a carico dell’imputato e del suo difensore, sottolineando la loro coerenza con i principi costituzionali del diritto di difesa.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da una decisione della Corte di Appello di Bologna, che aveva dichiarato inammissibile l’appello proposto da un imputato. La ragione di tale pronuncia risiedeva nella mancata osservanza delle nuove disposizioni dell’articolo 581, commi 1-ter e 1-quater, del codice di procedura penale. Nello specifico, non erano stati depositati, unitamente all’atto di impugnazione, la dichiarazione o elezione di domicilio e lo specifico mandato a impugnare, rilasciato dopo la sentenza di primo grado.

Il difensore dell’imputato ha proposto ricorso per cassazione, sostenendo che tali norme violassero il diritto all’impugnazione e, di conseguenza, il diritto di difesa garantito dagli articoli 24, 27 e 111 della Costituzione. A suo avviso, i nuovi adempimenti rappresenterebbero un ostacolo irragionevole all’accesso alla giustizia.

L’Analisi della Corte e l’Inammissibilità dell’Appello Penale

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, dichiarandolo inammissibile e fornendo un’analisi dettagliata della ratio e della portata delle norme contestate.

La Piena Legittimità Costituzionale delle Nuove Norme

Il collegio ha ritenuto manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale. La scelta del legislatore di introdurre questi nuovi oneri non è stata giudicata irragionevole. Al contrario, essa è volta a limitare le impugnazioni che non derivano da una scelta “ponderata e personale” dell’imputato. L’obiettivo è garantire che l’atto di appellare sia espressione di una volontà effettiva e consapevole, specialmente nei casi di processi svoltisi in assenza dell’imputato. In questo modo, si mira a prevenire la celebrazione di gradi di giudizio inutili, destinati a essere travolti da successivi rimedi restitutori come la rescissione del giudicato.

Distinzione tra Elezione di Domicilio e Mandato Specifico

La Corte ha operato una distinzione cruciale tra i due requisiti:

1. Dichiarazione o Elezione di Domicilio (art. 581, co. 1-ter c.p.p.): Questo onere è funzionale a consentire la notifica del decreto di citazione a giudizio. Per tale ragione, la sua applicazione è limitata al solo atto di appello, poiché è in quel grado di giudizio che tale notifica è prevista. Non si applica, quindi, al ricorso per cassazione.
2. Mandato Specifico ad Impugnare (art. 581, co. 1-quater c.p.p.): Questo requisito riguarda l'”impugnazione dell’assente” in generale. Il suo scopo è provare in modo incontrovertibile che l’imputato, giudicato in sua assenza, sia a conoscenza della sentenza e voglia effettivamente impugnarla. Di conseguenza, questo onere si applica sia all’appello sia al ricorso per cassazione proposto nell’interesse dell’imputato assente nel grado precedente.

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione della Corte si fonda sulla necessità di bilanciare il diritto di difesa con l’efficienza del sistema giudiziario. Le nuove norme sull’inammissibilità dell’appello penale sono parte integrante dello “statuto del processo in absentia” delineato dalla Riforma Cartabia. L’obiettivo primario è assicurare che la progressione del processo nei gradi di impugnazione corrisponda a una reale volontà dell’interessato. Il mandato specifico, rilasciato dopo la sentenza, serve a dimostrare che l’assente “conosce e vuole” non solo l’esistenza del processo, ma anche la sua prosecuzione.

Questa impostazione, secondo la Corte, è coerente con le indicazioni del diritto convenzionale ed europeo, che spingono per un’effettiva conoscenza del processo da parte dell’imputato. Richiedere una manifestazione di volontà chiara e successiva alla condanna riduce il rischio di impugnazioni meramente dilatorie o presentate all’insaputa dell’interessato, ottimizzando l’uso delle risorse giudiziarie.

Conclusioni

La sentenza n. 6025/2024 della Corte di Cassazione consolida l’interpretazione delle nuove norme procedurali introdotte dalla Riforma Cartabia. Per gli avvocati e i loro assistiti, emerge con chiarezza l’imperativo di adempiere scrupolosamente ai nuovi oneri formali per evitare una declaratoria di inammissibilità. In particolare:

– Per l’appello, è necessario allegare sia la dichiarazione/elezione di domicilio sia, se l’imputato era assente, il mandato specifico rilasciato dopo la sentenza.
– Per il ricorso per cassazione nell’interesse dell’imputato assente nel grado precedente, è indispensabile il solo mandato specifico.

Questi adempimenti non sono mere formalità, ma requisiti sostanziali che il legislatore ha ritenuto necessari per garantire la serietà e la consapevolezza dell’esercizio del diritto di impugnazione.

Perché un appello penale può essere dichiarato inammissibile secondo le nuove norme della Riforma Cartabia?
Un appello può essere dichiarato inammissibile se, contestualmente all’atto di impugnazione, non viene depositata la dichiarazione o elezione di domicilio dell’imputato e, nel caso di imputato assente, lo specifico mandato a impugnare rilasciato successivamente alla sentenza.

L’obbligo di eleggere domicilio si applica anche al ricorso per cassazione?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che l’obbligo di dichiarare o eleggere domicilio (art. 581, comma 1-ter c.p.p.) è previsto solo per l’atto di appello, in quanto è funzionale alla notifica del decreto di citazione a giudizio, un adempimento tipico di quel grado di giudizio e non del giudizio di legittimità.

Qual è lo scopo del nuovo requisito del mandato specifico per l’imputato assente?
Lo scopo è garantire, in modo incontrovertibile, che l’imputato giudicato in assenza abbia effettiva conoscenza della sentenza emessa nei suoi confronti e manifesti una volontà ponderata e personale di procedere con l’impugnazione. Ciò serve a evitare la celebrazione di processi di impugnazione inutili e a razionalizzare le risorse giudiziarie.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati