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Inammissibilità appello: la Riforma Cartabia non è retroattiva

La Corte di Cassazione ha annullato una dichiarazione di inammissibilità appello emessa da una Corte territoriale. L’errore del giudice di secondo grado è stato applicare retroattivamente i nuovi requisiti formali della Riforma Cartabia a un’impugnazione contro una sentenza emessa prima dell’entrata in vigore della riforma stessa. La Suprema Corte ha ribadito che il criterio per l’applicazione delle nuove norme è la data della sentenza impugnata, non la data di deposito dell’appello, garantendo così il principio di certezza del diritto.

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Pubblicato il 19 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Inammissibilità Appello: la Riforma Cartabia si Applica Solo alle Sentenze Future

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha offerto un chiarimento fondamentale sull’applicazione temporale delle norme introdotte dalla Riforma Cartabia, in particolare riguardo ai nuovi requisiti che possono portare alla inammissibilità appello. La pronuncia sottolinea un principio cardine del nostro ordinamento: quello della irretroattività delle norme procedurali, ancorato al principio del tempus regit actum, secondo cui l’atto è regolato dalla legge in vigore al momento del suo compimento. Vediamo nel dettaglio la vicenda e la decisione della Suprema Corte.

I Fatti di Causa: un Appello Bloccato sul Nasce

Il caso trae origine da un provvedimento con cui la Corte di Appello di Palermo dichiarava inammissibile l’appello proposto dal difensore di un imputato. La ragione di tale drastica decisione era puramente formale: la mancata dichiarazione o elezione di domicilio, un adempimento prescritto a pena di inammissibilità dall’art. 581, comma 1-ter, del codice di procedura penale. Questa norma è una delle novità introdotte dalla cosiddetta Riforma Cartabia (d.lgs. n. 150/2022).

Tuttavia, l’imputato, tramite il proprio difensore, ha proposto ricorso per Cassazione, lamentando un’errata applicazione della legge. L’argomento centrale della difesa era semplice ma decisivo: la sentenza di primo grado, oggetto dell’appello, era stata emessa il 26 settembre 2022, mentre la Riforma Cartabia è entrata in vigore solo il 30 dicembre 2022.

La Questione Giuridica: Inammissibilità Appello e Norme Transitorie

Il cuore della controversia risiede nell’interpretazione della normativa transitoria della Riforma Cartabia. Quando una nuova legge modifica le regole di un processo, è essenziale stabilire a quali procedimenti si applichi: solo a quelli futuri o anche a quelli già in corso? Per risolvere questo dubbio, il legislatore stesso ha previsto una specifica disposizione, l’articolo 89 del d.lgs. n. 150/2022.

Questa norma stabilisce chiaramente che le nuove disposizioni sull’appello, incluse quelle che ne sanciscono l’inammissibilità, si applicano esclusivamente alle impugnazioni proposte contro sentenze emesse in data successiva a quella di entrata in vigore della riforma.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto pienamente le argomentazioni della difesa, definendo “palese l’errore” in cui era incorsa la Corte di Appello. I giudici di legittimità hanno ribadito che la norma transitoria dell’art. 89 è inequivocabile. Poiché la sentenza di primo grado era stata pronunciata a settembre 2022, e quindi prima del 30 dicembre 2022, le nuove e più stringenti regole formali per l’appello, inclusa l’elezione di domicilio, non potevano essere applicate al caso di specie.

La Corte ha pertanto affermato che il criterio per determinare la legge applicabile non è la data in cui viene depositato l’atto di appello, ma la data in cui viene emessa la sentenza che si intende impugnare. Applicare retroattivamente la nuova causa di inammissibilità appello avrebbe violato il principio di certezza del diritto e le specifiche disposizioni transitorie volute dal legislatore.

Interessante notare come la Corte menzioni, in via preliminare, che la stessa norma contestata (art. 581, comma 1-ter) è stata nel frattempo abrogata dalla legge n. 114 del 2024. Tuttavia, questo sviluppo legislativo successivo non ha influito sulla decisione, fondata unicamente sulla corretta applicazione temporale della Riforma Cartabia.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio l’ordinanza di inammissibilità e ha disposto la trasmissione degli atti alla Corte di Appello di Palermo affinché proceda con il giudizio di merito. Questa sentenza rappresenta un importante promemoria per gli operatori del diritto: le riforme processuali, specialmente quando introducono oneri e sanzioni più gravose, devono essere applicate nel rigoroso rispetto delle norme transitorie. Il principio è che la legge che disciplina un’impugnazione è quella in vigore al momento in cui è stato emesso il provvedimento da impugnare, garantendo così prevedibilità e stabilità alle regole del processo.

Le nuove cause di inammissibilità dell’appello introdotte dalla Riforma Cartabia si applicano a tutte le impugnazioni presentate dopo la sua entrata in vigore?
No. La sentenza chiarisce che le nuove disposizioni, come quella sull’elezione di domicilio (art. 581, comma 1-ter c.p.p.), si applicano solo alle impugnazioni contro sentenze emesse in data successiva all’entrata in vigore della riforma (30 dicembre 2022).

Qual è il criterio temporale per stabilire se si applica la vecchia o la nuova disciplina sull’appello penale?
Il criterio decisivo è la data in cui è stata pronunciata la sentenza che si intende impugnare, non la data di presentazione dell’atto di appello. Se la sentenza è antecedente all’entrata in vigore della riforma, si applicano le regole procedurali precedenti.

Cosa succede se una Corte d’Appello dichiara erroneamente inammissibile un appello applicando retroattivamente una nuova norma?
La Corte di Cassazione annulla la decisione di inammissibilità. In questo caso, ha annullato senza rinvio l’ordinanza e ha disposto la trasmissione degli atti alla stessa Corte d’Appello per procedere con il giudizio di merito sull’appello, che era stato illegittimamente bloccato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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