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Imputato assente e rito abbreviato: i termini

La Corte di Cassazione ha stabilito che un imputato assente che sceglie di essere giudicato con rito abbreviato tramite un procuratore speciale è da considerarsi legalmente presente. Di conseguenza, non ha diritto al termine di impugnazione maggiorato di quindici giorni, previsto specificamente per tutelare chi è giudicato in assenza.

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Pubblicato il 11 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Rito abbreviato: quando l’imputato assente è considerato presente?

La scelta di un rito alternativo, come il giudizio abbreviato, ha conseguenze significative sullo status processuale dell’imputato. Una recente sentenza della Corte di Cassazione chiarisce un punto cruciale: l’imputato assente che chiede il rito abbreviato tramite procuratore speciale non può beneficiare dei termini di impugnazione più lunghi. Questa decisione sottolinea come tale richiesta equivalga a una presenza legale nel processo, modificando i diritti e le tutele previste.

I Fatti del Caso

Un imputato, inizialmente dichiarato assente nel corso del giudizio di primo grado, veniva condannato. La sua difesa, tuttavia, aveva presentato una richiesta di giudizio con rito abbreviato. Successivamente, la difesa proponeva ricorso sostenendo che, essendo l’imputato stato dichiarato assente, il termine per presentare l’impugnazione dovesse essere di sessanta giorni anziché quarantacinque, come previsto dall’art. 585, comma 1-bis del codice di procedura penale.

Il Giudice per le indagini preliminari respingeva tale istanza, ritenendo che la richiesta di rito abbreviato, avanzata tramite un difensore munito di procura speciale, rendesse l’imputato legalmente presente ai sensi dell’art. 420, comma 2-ter c.p.p., annullando di fatto i presupposti per la concessione di un termine di impugnazione più ampio.

La Decisione della Corte: la richiesta di rito speciale equivale a presenza

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando la decisione del giudice di merito. Gli Ermellini hanno ribadito un principio fondamentale: la richiesta di essere giudicati con rito abbreviato, formulata attraverso un procuratore speciale, costituisce un caso di presenza ex lege (cioè, ‘per legge’). Questo atto, infatti, fornisce una garanzia assoluta che l’imputato sia a conoscenza dell’azione penale, dell’imputazione e della celebrazione del processo a suo carico.

Di conseguenza, lo status dell’imputato muta da ‘assente’ a ‘presente’ nel momento stesso in cui viene depositata la richiesta di rito alternativo, senza che sia necessario un provvedimento formale di revoca della precedente dichiarazione di assenza.

Le Motivazioni: perché l’imputato assente perde il diritto ai termini maggiorati?

La Suprema Corte fonda la sua decisione su una logica giuridica precisa. La previsione di un termine più lungo per l’impugnazione del difensore dell’imputato assente ha lo scopo di tutelare chi non ha partecipato attivamente al processo. Tuttavia, la scelta di un rito speciale come l’abbreviato è una manifestazione inequivocabile della volontà dell’imputato di partecipare e influenzare l’esito del giudizio.

Secondo la Corte, il deposito della richiesta di rito abbreviato con procura speciale modifica lo status dell’imputato, che da quel momento deve essere considerato presente. Questo cambiamento ha effetto immediato, anche sulle scadenze processuali. La valutazione sulla sussistenza dei requisiti per l’impugnazione deve essere fatta al momento in cui l’atto di impugnazione viene formato. In quel momento, l’imputato era legalmente ‘presente’, e quindi il suo difensore non aveva diritto al termine aggiuntivo di quindici giorni.

La Corte ha inoltre richiamato il principio tempus regit actum, secondo cui la validità e gli effetti di un atto sono regolati dalla legge e dalla situazione di fatto e di diritto esistente al momento del suo compimento. Al momento di proporre impugnazione, la situazione giuridica era quella di un imputato presente, a nulla rilevando la precedente dichiarazione di assenza.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa sentenza offre un’importante lezione pratica: le scelte processuali hanno conseguenze dirette e immediate. Optare per un rito abbreviato non è un atto neutro, ma una chiara presa di posizione che elimina le tutele previste per l’imputato assente. Il difensore deve quindi essere consapevole che, una volta intrapresa questa strada, i termini per l’impugnazione sono quelli ordinari. La decisione rafforza l’idea che la presenza legale, garantita dalla procura speciale per un rito alternativo, è sufficiente a equiparare l’imputato a chi partecipa fisicamente al processo, con tutti i diritti e gli oneri che ne conseguono.

Un imputato dichiarato assente ha sempre diritto a un termine più lungo per impugnare la sentenza?
No. Se l’imputato, tramite procuratore speciale, chiede di essere giudicato con rito abbreviato, viene considerato legalmente presente e perde il diritto al termine di impugnazione maggiorato di quindici giorni.

La richiesta di rito abbreviato revoca automaticamente la dichiarazione di assenza?
Sì. Secondo la sentenza, il deposito della richiesta di rito alternativo con procura speciale modifica lo status dell’imputato, che viene considerato presente per legge, senza la necessità di un provvedimento formale di revoca della precedente dichiarazione di assenza.

Quale principio si applica per determinare i termini di impugnazione se lo status dell’imputato cambia?
Vige il principio ‘tempus regit actum’. La validità e i termini di un atto, come l’impugnazione, si valutano in base alla situazione giuridica esistente nel momento in cui l’atto viene compiuto, non all’inizio del processo. Pertanto, se al momento dell’impugnazione l’imputato è considerato presente, si applicano i termini ordinari.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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