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Impugnazioni Riforma Cartabia: la data della sentenza

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 20985/2025, ha stabilito che le nuove e più stringenti regole di ammissibilità per le impugnazioni introdotte dalla Riforma Cartabia non si applicano retroattivamente. Il criterio decisivo per l’applicazione della nuova disciplina è la data di pronuncia della sentenza di primo grado: se anteriore al 30 dicembre 2022, valgono le vecchie regole. Il caso riguardava un appello dichiarato inammissibile per la mancanza di un mandato specifico, requisito introdotto con le nuove norme sulle impugnazioni Riforma Cartabia, ma la sentenza impugnata era stata emessa prima della loro entrata in vigore. La Suprema Corte ha annullato la decisione, riaffermando il principio di irretroattività delle norme processuali sfavorevoli.

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Pubblicato il 2 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Impugnazioni Riforma Cartabia: la Data della Sentenza è Decisiva

L’entrata in vigore della Riforma Cartabia ha sollevato numerosi dubbi interpretativi, specialmente per quanto riguarda il regime delle impugnazioni Riforma Cartabia. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 20985 del 2025, ha fornito un chiarimento fondamentale sul regime transitorio, stabilendo un principio chiaro: le nuove e più severe norme sull’ammissibilità degli appelli si applicano solo alle sentenze pronunciate dopo il 30 dicembre 2022. Analizziamo insieme la decisione per comprenderne la portata.

I Fatti del Caso: un Appello Dichiarato Inammissibile

Un imputato, giudicato in assenza in primo grado, proponeva appello avverso una sentenza del Tribunale di Bologna emessa il 16 dicembre 2022. La Corte di appello, tuttavia, dichiarava l’impugnazione inammissibile. La ragione? L’appello era stato presentato dal difensore senza il mandato specifico a impugnare e la dichiarazione di domicilio, requisiti introdotti dall’art. 581 del codice di procedura penale, così come modificato dalla Riforma Cartabia. Secondo i giudici di secondo grado, queste nuove formalità erano necessarie, richiamando anche un intervento delle Sezioni Unite.

Contro questa decisione, il difensore presentava ricorso in Cassazione, sostenendo che la Corte di appello avesse commesso un errore nell’applicare le nuove norme. La tesi difensiva si basava sulla norma transitoria (art. 89, comma 3, d.lgs. 150/2022), la quale prevedeva che la nuova disciplina si applicasse solo alle impugnazioni contro sentenze emesse dopo l’entrata in vigore della riforma, fissata per il 30 dicembre 2022.

L’Applicazione delle Norme sulle Impugnazioni Riforma Cartabia

Il cuore della questione giuridica risiede nell’interpretazione della disciplina transitoria. La Riforma Cartabia ha introdotto, con i commi 1-ter e 1-quater dell’art. 581 c.p.p., requisiti di ammissibilità più stringenti per le impugnazioni, tra cui il deposito di un mandato specifico rilasciato dopo la sentenza. L’obiettivo era quello di garantire la piena conoscenza e volontà dell’imputato, specialmente se assente, nel proseguire il percorso giudiziario.

La norma transitoria, però, era stata pensata proprio per gestire il passaggio dal vecchio al nuovo sistema. Essa stabiliva che il nuovo regime si applicasse solo alle impugnazioni proposte avverso sentenze pronunciate dopo la data di entrata in vigore del decreto. Questo per garantire certezza giuridica ed evitare di applicare retroattivamente oneri formali non esistenti al momento in cui la sentenza era stata emessa.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, ritenendolo fondato. I giudici hanno chiarito che la Corte di appello ha errato nel non considerare la norma transitoria. Il punto cruciale, ribadisce la Cassazione, non è la data in cui l’appello viene depositato, ma la data in cui la sentenza impugnata è stata pronunciata mediante lettura del dispositivo.

Poiché la sentenza del Tribunale era del 16 dicembre 2022, data anteriore al 30 dicembre 2022 (entrata in vigore della riforma), le nuove norme sull’inammissibilità previste dall’art. 581 c.p.p. non erano applicabili al caso di specie. La Corte di appello avrebbe dovuto, pertanto, esaminare l’appello nel merito secondo le regole procedurali previgenti.

La Cassazione ha inoltre precisato che il richiamo alla giurisprudenza delle Sezioni Unite (sentenza “De Felice”) fatto dalla Corte di appello era impertinente, poiché quella decisione si occupava della vigenza delle norme nel tempo ma non affrontava la specifica questione della loro applicabilità alla luce della disciplina transitoria.

Conclusioni

Questa sentenza riafferma un principio cardine del diritto processuale: la corretta applicazione delle norme transitorie per garantire la certezza del diritto. Per gli operatori legali, il messaggio è chiaro: per determinare quali regole procedurali si applicano a un’impugnazione, è essenziale verificare la data di pronuncia della sentenza di primo grado. Se la sentenza è antecedente al 30 dicembre 2022, non possono essere richiesti i nuovi oneri formali introdotti dalla Riforma Cartabia, anche se l’appello è stato presentato successivamente. La decisione della Cassazione annulla quindi l’ordinanza di inammissibilità e rinvia gli atti alla Corte di appello di Bologna per il giudizio di merito.

Le nuove regole di inammissibilità dell’appello introdotte dalla Riforma Cartabia si applicano a tutte le impugnazioni presentate dopo il 30 dicembre 2022?
No. La norma transitoria (art. 89, comma 3, d.lgs. 150/2022) stabilisce che le nuove regole si applicano solo alle impugnazioni proposte avverso sentenze pronunciate in data successiva al 30 dicembre 2022.

Qual è il momento determinante per stabilire se si applica la vecchia o la nuova disciplina sulle impugnazioni?
Il momento determinante è quello della lettura del dispositivo della sentenza impugnata. Se questa data è anteriore al 30 dicembre 2022, si applica la disciplina previgente, indipendentemente da quando l’appello viene effettivamente depositato.

Perché la Corte di Cassazione ha ritenuto non pertinente il richiamo alla sentenza “De Felice” delle Sezioni Unite?
Perché quella sentenza, pur trattando della vigenza nel tempo delle nuove norme, non si occupava specificamente dell’interpretazione della norma transitoria che regola il passaggio dal vecchio al nuovo regime per le sentenze pronunciate prima dell’entrata in vigore della Riforma Cartabia.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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