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Impugnazioni penali: addio alla posta raccomandata

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 2606/2024, ha dichiarato inammissibile un ricorso presentato tramite posta. A seguito della Riforma Cartabia, le impugnazioni penali possono essere depositate esclusivamente di persona in cancelleria o telematicamente. La spedizione postale, precedentemente consentita dall’art. 583 c.p.p., è stata abrogata, rendendo l’appello nullo. Questa decisione sottolinea l’importanza di adeguarsi alle nuove procedure digitali per evitare declaratorie di inammissibilità.

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Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Impugnazioni Penali: perché la Posta Raccomandata non è più Valida

Con l’avvento della Riforma Cartabia, le regole del processo penale hanno subito una profonda trasformazione, soprattutto per quanto riguarda la digitalizzazione degli atti. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 2606/2024) ha fatto chiarezza su un punto cruciale: le modalità di deposito delle impugnazioni penali. La decisione sottolinea che l’invio tramite posta raccomandata non è più un’opzione valida, pena l’inammissibilità dell’atto. Vediamo nel dettaglio il caso e le sue importanti implicazioni.

I Fatti del Caso: un Appello Inviato per Posta

Un imputato, a seguito del rigetto di una sua istanza di revoca di una misura cautelare da parte del Tribunale di Venezia, decideva di appellare tale decisione. Il suo difensore procedeva a depositare l’atto di appello inviandolo tramite servizio postale.

Il Tribunale della Libertà, investito della questione, dichiarava l’appello inammissibile. La motivazione era netta: la trasmissione via posta era illegittima. Contro questa ordinanza, il difensore proponeva ricorso per cassazione, sostenendo che il giudice avesse applicato una norma non ancora in vigore al momento della proposizione dell’impugnazione.

La Questione Giuridica: le Modalità di Deposito delle Impugnazioni Penali

Il cuore della controversia risiede nell’interpretazione delle nuove norme introdotte dalla Riforma Cartabia (D.Lgs. 150/2022) sulle modalità di presentazione degli atti giudiziari. In passato, l’articolo 583 del codice di procedura penale consentiva espressamente la spedizione dell’atto di impugnazione a mezzo di lettera raccomandata.

La domanda a cui la Corte di Cassazione è stata chiamata a rispondere era se, dopo l’entrata in vigore della riforma, tale modalità fosse ancora consentita o se fosse stata definitivamente superata dalle nuove disposizioni.

La Decisione della Cassazione sulle Impugnazioni Penali

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, definendolo ‘manifestamente infondato’ e confermando la decisione del Tribunale della Libertà. Gli Ermellini hanno stabilito che, al momento del deposito dell’appello (maggio 2023), la nuova disciplina era già pienamente in vigore.

Di conseguenza, l’impugnazione è stata correttamente dichiarata inammissibile. Il ricorrente è stato inoltre condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di € 3.000,00 in favore della Cassa delle ammende, a causa della palese infondatezza del ricorso.

Le Motivazioni

La Corte ha spiegato in modo inequivocabile che la Riforma Cartabia ha abrogato l’articolo 583 c.p.p., che legittimava la spedizione postale dell’impugnazione. La nuova normativa, ed in particolare le disposizioni transitorie contenute nell’art. 87-bis del D.Lgs. 150/2022, ha ristretto le modalità di deposito a due sole opzioni:

1. Presentazione personale: Le parti private possono depositare l’atto direttamente nella cancelleria del giudice che ha emesso il provvedimento impugnato, come previsto dal nuovo art. 582, comma 1-bis, c.p.p.
2. Presentazione telematica: È consentito il deposito con valore legale tramite invio da un indirizzo di Posta Elettronica Certificata (PEC) all’indirizzo PEC dell’ufficio giudiziario competente.

La sentenza chiarisce che il regime transitorio, pur prevedendo una fase di passaggio verso il fascicolo telematico penale, non ha mai mantenuto in vita la modalità di spedizione postale. La presentazione telematica è stata introdotta come unica alternativa a quella personale, eliminando di fatto la possibilità di utilizzare la raccomandata. Pertanto, l’appello spedito via posta era privo di qualsiasi validità legale.

Le Conclusioni

Questa pronuncia della Cassazione rappresenta un monito fondamentale per tutti gli operatori del diritto. La transizione al processo penale telematico è un percorso senza ritorno, e le vecchie prassi, come l’invio di atti via posta, sono state definitivamente abbandonate. Per evitare di incorrere in declaratorie di inammissibilità, che pregiudicano irrimediabilmente il diritto di difesa, è indispensabile attenersi scrupolosamente alle due uniche modalità di deposito consentite: quella personale in cancelleria o quella telematica tramite PEC. La mancata osservanza di queste regole procedurali non è più scusabile e comporta conseguenze processuali ed economiche rilevanti.

È ancora possibile presentare le impugnazioni penali tramite posta raccomandata dopo la Riforma Cartabia?
No, la sentenza chiarisce che la Riforma Cartabia ha abrogato l’art. 583 del codice di procedura penale, che consentiva la spedizione postale. Questa modalità non è più valida.

Quali sono le uniche modalità ammesse oggi per depositare le impugnazioni penali?
Le uniche due modalità valide sono: la presentazione personale dell’atto presso la cancelleria del giudice che ha emesso il provvedimento impugnato oppure la presentazione in via telematica tramite Posta Elettronica Certificata (PEC) all’indirizzo dell’ufficio giudiziario competente.

Cosa accade se un’impugnazione penale viene depositata con una modalità non più prevista dalla legge?
L’impugnazione viene dichiarata inammissibile. Ciò significa che il giudice non la esaminerà nel merito, e il ricorrente può essere condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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