Impugnazione Tardiva: Quando il Ritardo Costa il Processo
Nel mondo del diritto, il tempo non è una variabile relativa, ma un fattore cruciale regolato da termini perentori. Un ritardo di poche ore può compromettere l’esito di un intero procedimento. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio di come una impugnazione tardiva possa portare alla dichiarazione di inammissibilità di un ricorso, precludendo ogni discussione sul merito della questione. Questo principio è fondamentale per garantire la certezza del diritto e la stabilità delle decisioni giudiziarie.
I Fatti del Caso
La vicenda trae origine da un procedimento penale per reati ambientali a carico di un imprenditore e della relativa società, quest’ultima chiamata a rispondere per illecito amministrativo secondo il D.Lgs. 231/2001. Il Tribunale di primo grado, con una sentenza del 12 dicembre 2024, aveva dichiarato la propria incompetenza territoriale a giudicare sui fatti contestati.
Ritenendo errata tale decisione, la Procura della Repubblica competente decideva di presentare ricorso per Cassazione, contestando la statuizione del giudice sulla competenza. L’obiettivo era quello di ottenere l’annullamento della sentenza e la prosecuzione del processo dinanzi al giudice ritenuto territorialmente competente.
La Decisione della Cassazione e l’Eccezione di Impugnazione Tardiva
La Corte di Cassazione, tuttavia, non è mai entrata nel vivo della questione relativa alla competenza territoriale. La sua analisi si è fermata a un controllo preliminare, di natura puramente procedurale: la verifica della tempestività del ricorso.
I giudici hanno rilevato che la sentenza impugnata era stata emessa e depositata in cancelleria in data 12 dicembre 2024. Secondo le norme processuali, il termine per proporre impugnazione scadeva il 26 gennaio 2025. Il ricorso della Procura, invece, è stato presentato solo il 4 marzo 2025, ben oltre il limite massimo consentito. Questo ritardo ha reso l’impugnazione tardiva e, di conseguenza, irricevibile.
Le Motivazioni
La motivazione della Corte è tanto semplice quanto rigorosa. Le norme del codice di procedura penale stabiliscono termini precisi, definiti “perentori”, entro i quali le parti devono compiere determinate attività processuali, tra cui la presentazione delle impugnazioni. La funzione di questi termini è essenziale per assicurare la stabilità delle decisioni giudiziarie e la ragionevole durata del processo.
Il mancato rispetto di un termine perentorio comporta la decadenza dal diritto di compiere l’atto. Nel caso di specie, il superamento del termine ha comportato la decadenza dal diritto di impugnare la sentenza. La conseguenza giuridica inevitabile è la declaratoria di inammissibilità del ricorso. Il giudice, in questi casi, non ha alcuna discrezionalità: deve limitarsi a constatare la tardività e a dichiarare l’atto inammissibile, senza poter esaminare le ragioni, anche se potenzialmente fondate, addotte dalla parte ricorrente.
Conclusioni
Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale del diritto processuale: la forma è sostanza. Il rispetto delle scadenze procedurali non è un mero formalismo, ma un requisito indispensabile per l’esercizio dei diritti in giudizio. Un errore nella gestione dei termini può vanificare un’intera strategia processuale e compromettere irrimediabilmente la tutela di un interesse, anche quando le ragioni di merito appaiono solide. Per gli operatori del diritto, questo caso rappresenta un monito costante sull’importanza della massima diligenza e attenzione nella gestione delle scadenze processuali, pena la perdita del diritto di agire o difendersi in giudizio.
Perché il ricorso del Pubblico Ministero è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché è stato presentato oltre il termine perentorio previsto dalla legge. La sentenza era stata depositata il 12/12/2024, il termine per impugnare scadeva il 26/01/2025, ma il ricorso è stato depositato solo il 04/03/2025, risultando quindi tardivo.
Cosa significa che un ricorso è inammissibile?
Significa che il giudice non può esaminare il merito della questione, cioè le ragioni per cui il ricorso è stato presentato. L’atto viene respinto per una violazione di regole procedurali, come la tardività, senza che si entri nel vivo della controversia.
Qual era l’oggetto della sentenza che il Pubblico Ministero voleva impugnare?
Il Pubblico Ministero voleva impugnare una sentenza con cui il Tribunale di Catania aveva dichiarato la propria incompetenza territoriale a decidere su un procedimento penale per reati ambientali a carico di un imprenditore e di una società.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 32407 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 32407 Anno 2025
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 04/07/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
PROCURATORE DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI SIRACUSA nel procedimento a carico di: COGNOME NOME nato a SIRACUSA il DATA_NASCITA RAGIONE_SOCIALE
avverso la sentenza del 12/12/2024 del TRIBUNALE di CATANIA
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
e
Premesso che è stata impugnata dal Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Siracusa la sentenza del Tribunale di Catania del 12 dicembre 2024, che ha dichiarato la propri incompetenza territoriale nel procedimento penale a carico di NOME COGNOME e della società RAGIONE_SOCIALE, chiamati a rispondere, il primo, del reato di cui all’art. 452 quaterdecies cod. pen. e, la seconda, dell’illecito amministrativo ex art. 25 undecies lett. f) del d. igs. 231 del 2001. Fatti commessi nella provincia di Siracusa tra il dicembre 2016 e il maggio 2017.
Rilevato che il presente ricorso è inammissibile, in quanto proposto oltre il termine consen dalla legge: la sentenza impugnata è stata infatti emessa il 12 dicembre 2024 e depositata i pari data, per cui il termine per impugnare scadeva il 26 gennaio 2025, mentre l’odier impugnazione è stata presentata il 4 marzo 2025. Di qui la tardività del ricorso.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso.
Così deciso in Roma il 4 luglio 2025.