LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Impugnazione tardiva: inammissibilità e conseguenze

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso a causa di una impugnazione tardiva. Nonostante la sospensione feriale dei termini, l’appellante ha depositato l’atto oltre la scadenza dei 45 giorni successivi al termine di 90 giorni per il deposito della sentenza. La Corte ha quindi condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, confermando il rigore dei termini procedurali.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 30 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Impugnazione Tardiva: Quando il Ritardo Costa Caro

Nel processo penale, il rispetto dei termini è un principio cardine che garantisce certezza e ordine. Un ritardo, anche minimo, può avere conseguenze drastiche, come dimostra una recente ordinanza della Corte di Cassazione. Il caso in esame riguarda una impugnazione tardiva, dichiarata inammissibile, che ha comportato non solo l’impossibilità di far esaminare il proprio ricorso, ma anche una condanna al pagamento di spese e di una sanzione. Analizziamo insieme i dettagli di questa decisione per capire l’importanza della puntualità processuale.

I Fatti del Caso: una Scadenza Fatale

Un imputato, a seguito di una condanna emessa dalla Corte d’Appello di Roma in data 8 luglio 2024, decideva di presentare ricorso in Cassazione. La legge prevede specifici termini per compiere tale atto. In questo caso, il termine per l’impugnazione era di novanta giorni, a cui si aggiungeva il periodo di sospensione feriale (dal 1 al 31 agosto).

Facendo i conti, il termine ultimo per proporre l’impugnazione era scaduto il 6 ottobre 2024. Da quella data, decorreva un ulteriore periodo di quarantacinque giorni per la proposizione effettiva del gravame. Tuttavia, il ricorso veniva depositato oltre questa scadenza perentoria.

La Decisione della Corte di Cassazione e l’impugnazione tardiva

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, con ordinanza del 5 maggio 2025, ha messo un punto fermo sulla questione. Gli Ermellini hanno dichiarato il ricorso inammissibile senza neppure entrare nel merito delle argomentazioni difensive.

La Corte ha semplicemente rilevato il mancato rispetto dei termini procedurali. I giudici hanno inoltre specificato che, anche qualora si fosse voluto applicare un’ulteriore estensione di quindici giorni prevista per i giudizi svoltisi in assenza dell’imputato con rito cartolare, il ricorso sarebbe risultato comunque tardivo. La decisione è stata netta: il ritardo ha precluso ogni possibilità di esame.

Le Motivazioni

La motivazione alla base della decisione è radicata nel principio di perentorietà dei termini processuali. Questi termini non sono mere formalità, ma elementi essenziali per assicurare la certezza del diritto e la ragionevole durata del processo. La Corte ha applicato rigorosamente la normativa, constatando che il termine per l’impugnazione tardiva era inequivocabilmente scaduto. La legge non ammette deroghe o sanatorie per la negligenza nel rispettare le scadenze, salvo casi eccezionali qui non sussistenti. Il calcolo preciso dei giorni, tenendo conto anche della sospensione feriale, ha dimostrato oggettivamente il ritardo, rendendo l’inammissibilità una conseguenza inevitabile.

Le Conclusioni

Le conseguenze pratiche di questa ordinanza sono severe per il ricorrente. In primo luogo, la sentenza di condanna della Corte d’Appello è diventata definitiva, non potendo più essere contestata. In secondo luogo, l’inammissibilità ha comportato una condanna al pagamento delle spese processuali e, in aggiunta, al versamento di una somma di tremila euro in favore della cassa delle ammende. Questo caso serve da monito: nel mondo legale, il tempo è un fattore cruciale e la mancata osservanza delle scadenze procedurali non solo impedisce la tutela dei propri diritti, ma può anche generare ulteriori oneri economici.

Cosa succede se un ricorso viene presentato oltre la scadenza prevista dalla legge?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. Questo significa che il giudice non esaminerà le ragioni e i motivi del ricorso, che viene respinto per una questione puramente procedurale. La sentenza precedente diventa così definitiva.

Quali sono le conseguenze economiche di un’impugnazione tardiva in questo caso?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento di due importi: le spese del procedimento e una somma aggiuntiva di 3.000 euro da versare alla cassa delle ammende, una sorta di sanzione per aver adito la Corte con un ricorso inammissibile.

La sospensione feriale dei tribunali (ad agosto) annulla i termini per presentare un appello?
No, non li annulla. La sospensione feriale ‘congela’ il conteggio dei giorni per la sua durata (dal 1 al 31 agosto). Il termine riprende a decorrere dal giorno successivo alla fine della sospensione. Pertanto, il tempo totale a disposizione non cambia, ma viene semplicemente spalmato su un arco temporale più lungo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati