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Impugnazione tardiva: decorrenza termini e competenza

La Corte di Cassazione chiarisce un importante principio sulla decorrenza dei termini per l’impugnazione di una misura cautelare. In caso di conflitto di competenza risolto a favore del giudice che aveva emesso l’atto, il termine per l’impugnazione tardiva decorre dalla notifica della sentenza della Cassazione che stabilisce la competenza. Un’istanza di riesame presentata oltre tale termine è inammissibile.

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Pubblicato il 9 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Impugnazione Tardiva: la Cassazione fissa il Dies a Quo in caso di Conflitto di Competenza

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 40507 del 2024, ha affrontato una complessa questione procedurale relativa alla decorrenza dei termini per l’impugnazione di un’ordinanza di custodia cautelare. Il caso esaminato chiarisce quando inizia a decorrere il termine per un’impugnazione tardiva qualora il giudice emittente avesse inizialmente declinato la propria competenza, poi ristabilita dalla Suprema Corte stessa. Questa pronuncia offre un’importante guida sulla stabilizzazione degli effetti dei provvedimenti cautelari e sui diritti di difesa dell’indagato.

I Fatti del Caso

Un individuo veniva sottoposto alla misura della custodia cautelare in carcere dal Giudice per le indagini preliminari (GIP) del Tribunale di Benevento. Contestualmente all’emissione della misura, lo stesso GIP sollevava un conflitto di competenza, ritenendo che il procedimento spettasse al Tribunale di Avellino. La Corte di Cassazione, chiamata a dirimere il conflitto, stabiliva in via definitiva la competenza del Tribunale di Benevento.

Successivamente a tale decisione, il GIP di Benevento emetteva un nuovo provvedimento che, di fatto, confermava la precedente misura cautelare. L’indagato proponeva istanza di riesame avverso questo secondo provvedimento al Tribunale della Libertà di Napoli, il quale la dichiarava inammissibile. Secondo il Tribunale del riesame, l’atto da impugnare era quello originario, che, non essendo stato tempestivamente contestato, era divenuto definitivo. L’indagato ricorreva quindi in Cassazione.

Il Problema dell’Impugnazione Tardiva e la Competenza

Il nucleo della questione giuridica risiede nell’individuare il momento esatto da cui far partire il termine per impugnare. L’indagato sosteneva che il provvedimento ‘confermativo’, emesso dopo la risoluzione del conflitto di competenza, fosse un atto nuovo e autonomamente impugnabile. Secondo la sua difesa, in caso contrario, si sarebbe leso il suo diritto a contestare la misura cautelare. Il punto cruciale era stabilire se l’impugnazione tardiva dovesse essere legata all’atto originario o a quello successivo.

La difesa evidenziava che l’articolo 32, comma 3, del codice di procedura penale prevede che il termine di 20 giorni, stabilito dall’articolo 27 per la rinnovazione della misura, decorra dalla comunicazione della sentenza della Cassazione sul conflitto. Questo suggeriva, secondo il ricorrente, l’autonomia del provvedimento emesso post-conflitto.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la decisione del Tribunale del riesame, sebbene con una motivazione più articolata. I giudici di legittimità hanno stabilito un principio di diritto chiaro per gestire situazioni procedurali così complesse.

Le Motivazioni

La Corte ha spiegato che, quando la Cassazione risolve un conflitto di competenza a favore del giudice che aveva originariamente emesso la misura cautelare, tale provvedimento è da considerarsi valido ed efficace fin dalla sua origine. L’erronea declinatoria di competenza iniziale comporta solo una temporanea ‘quiescenza’ degli atti, ma non ne inficia la validità.

Il punto centrale della motivazione riguarda l’identificazione del dies a quo, ovvero il giorno da cui decorre il termine di dieci giorni per proporre riesame (art. 309 c.p.p.). La Cassazione afferma che, fino a quando non viene risolto il conflitto, l’indagato può legittimamente attendere, poiché l’ordinanza originale ha effetti ‘interinali’ e potrebbe essere sostituita da una nuova emessa dal giudice dichiarato competente.

Tuttavia, nel momento in cui la Corte di Cassazione decide sul conflitto e ‘stabilizza’ la competenza del giudice che ha emesso l’atto, l’ordinanza cautelare originaria diventa ‘definitiva’. Di conseguenza, è da quel momento che sorge l’onere per l’indagato di impugnarla. Il termine per proporre riesame decorre, quindi, dalla comunicazione o notificazione all’interessato dell’estratto della sentenza della Cassazione che ha risolto il conflitto.

Nel caso di specie, la sentenza sul conflitto era stata notificata all’indagato il 15/4/2024. L’istanza di riesame era stata depositata solo il 9/5/2024, ben oltre il termine di dieci giorni previsto. Pertanto, l’impugnazione tardiva era inammissibile.

Le Conclusioni

La sentenza consolida un principio fondamentale per la certezza del diritto nei procedimenti cautelari. L’ordinanza emessa da un giudice, anche se accompagnata da una declinatoria di competenza, non è un atto nullo, ma un provvedimento con efficacia provvisoria. La sua ‘stabilizzazione’ avviene con la decisione della Cassazione sulla competenza, che funge da spartiacque, facendo decorrere i termini per l’impugnazione. L’eventuale atto ‘confermativo’ del GIP competente non è un nuovo titolo cautelare, ma un mero atto ricognitivo dell’efficacia del primo. Questa pronuncia serve da monito per la difesa: in casi di conflitti di competenza, è cruciale monitorare la decisione della Cassazione, poiché da essa dipende la tempestività di ogni successiva azione difensiva.

Da quale momento decorre il termine per impugnare un’ordinanza cautelare se il giudice che l’ha emessa si dichiara incompetente ma la Cassazione poi conferma la sua competenza?
Il termine di dieci giorni per presentare istanza di riesame decorre dalla data di comunicazione all’interessato dell’estratto della sentenza della Corte di Cassazione che ha risolto il conflitto, riconoscendo la competenza del giudice che aveva emesso l’ordinanza originaria.

L’ordinanza che ‘conferma’ la misura cautelare dopo la risoluzione di un conflitto di competenza è un nuovo atto autonomamente impugnabile?
No, secondo la Corte non è un nuovo atto autonomamente impugnabile. È considerato un provvedimento con valore meramente ricognitivo della persistente efficacia del titolo originario, il quale diventa definitivo con la decisione della Cassazione sulla competenza.

Cosa succede all’ordinanza cautelare emessa da un giudice che si dichiara erroneamente incompetente?
L’ordinanza rimane valida ed efficace fin dalla sua emissione. La declinatoria di competenza provoca solo una temporanea indisponibilità degli atti. Una volta che la Cassazione risolve il conflitto a favore del giudice emittente, l’ordinanza riacquista piena e definitiva efficacia senza necessità di rinnovazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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