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Impugnazione sentenza GIP: solo Cassazione, non Appello

La Corte di Cassazione ha stabilito che l’impugnazione di una sentenza di proscioglimento emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari (GIP), a seguito di richiesta di decreto penale, può essere proposta unicamente con ricorso per cassazione e non con appello. Nel caso di specie, la Corte d’Appello aveva erroneamente accolto l’appello del Pubblico Ministero, annullando il proscioglimento. La Cassazione, riaffermando un principio consolidato, ha annullato senza rinvio la sentenza d’appello, in quanto viziata da un errore procedurale fondamentale, e ha disposto la trasmissione degli atti al GIP per il proseguimento del giudizio.

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Pubblicato il 14 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Impugnazione sentenza GIP: la Cassazione ribadisce, solo ricorso e non appello

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio cruciale in materia di procedura penale: la corretta via per l’impugnazione di una sentenza del GIP di proscioglimento, emessa nell’ambito di un procedimento per decreto penale, è esclusivamente il ricorso per cassazione. La decisione chiarisce i limiti del giudizio d’appello in queste specifiche circostanze, evidenziando come un errore procedurale possa portare all’annullamento di una decisione di secondo grado.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine da un procedimento penale avviato con una richiesta di decreto penale. L’imputato si è opposto al decreto e ha richiesto la messa alla prova. Il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) del Tribunale, tuttavia, ha emesso una sentenza di proscioglimento con la formula “perché il fatto non sussiste”, ai sensi dell’art. 129 del codice di procedura penale.

Contro questa decisione, il Pubblico Ministero ha proposto appello. La Corte d’Appello, accogliendo il ricorso, ha annullato la sentenza di primo grado e ha restituito gli atti al GIP per l’ulteriore corso del procedimento. La difesa dell’imputato ha quindi presentato ricorso per cassazione contro la sentenza della Corte d’Appello, lamentando un vizio procedurale fondamentale.

Il Principio di Diritto sull’Impugnazione della Sentenza GIP

Il nodo centrale della questione, affrontato dalla Corte di Cassazione, riguarda lo strumento processuale corretto per contestare la sentenza di proscioglimento emessa dal GIP in questa fase. La difesa ha sostenuto che la Corte d’Appello non avrebbe dovuto decidere nel merito, ma avrebbe dovuto convertire l’appello in ricorso per cassazione, essendo quest’ultimo l’unico rimedio esperibile.

Secondo la Suprema Corte, il motivo è fondato. La decisione si basa su un orientamento consolidato, inaugurato dalle Sezioni Unite della Cassazione con la celebre sentenza “Dalla Serra” del 2010. Questo principio stabilisce che la sentenza di proscioglimento emessa dal GIP, investito della richiesta di emissione di un decreto penale, può essere impugnata solamente con ricorso per cassazione.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte ha spiegato che l’appello, in questo contesto, è incompatibile con la struttura del sistema delle impugnazioni. Il giudice d’appello, infatti, non dispone di poteri di cognizione più ampi rispetto a quelli del GIP in questa fase. Se potesse annullare il proscioglimento e condannare l’imputato, priverebbe quest’ultimo di un grado di giudizio, alterando l’equilibrio processuale. Allo stesso modo, anche un semplice annullamento con rinvio al GIP, come avvenuto nel caso di specie, non è corretto perché si fonda su un presupposto errato: l’ammissibilità dell’appello.

La Cassazione sottolinea che il giudice d’appello può concludere il giudizio solo con una conferma o una riforma della sentenza di primo grado, ma in questo specifico procedimento non ha la competenza funzionale per farlo. L’unica via corretta, pertanto, è il ricorso diretto alla Corte di Cassazione, che valuta la legittimità della decisione del GIP. La natura rescindente della decisione della Cassazione crea un vincolo per il giudice del rinvio, cosa che non accadrebbe con una pronuncia della Corte d’Appello.

Le conclusioni

In conclusione, la Suprema Corte ha annullato senza rinvio la sentenza della Corte d’Appello, poiché basata su un appello inammissibile. Ha quindi disposto la trasmissione degli atti al GIP del Tribunale competente, in diversa composizione fisica, per la prosecuzione del procedimento. La questione relativa ai motivi di merito (come l’affidabilità dell’etilometro), sollevata dalla difesa, è stata dichiarata assorbita, in quanto la decisione si è fondata sulla pregiudiziale questione procedurale. Questa sentenza rafforza la certezza del diritto, delineando con chiarezza i percorsi di impugnazione e garantendo che ogni fase del processo si svolga dinanzi al giudice naturale previsto dalla legge.

È possibile appellare una sentenza di proscioglimento emessa dal GIP dopo un’opposizione a decreto penale?
No. Secondo la Corte di Cassazione, una sentenza di proscioglimento emessa dal GIP in questa specifica fase processuale può essere impugnata soltanto con ricorso per cassazione, non con l’appello.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la decisione della Corte d’Appello?
La Corte d’Appello ha erroneamente giudicato un appello che era inammissibile. La legge non prevede la possibilità di appellare questo tipo di sentenze, ma solo di ricorrere in Cassazione. La decisione della Corte d’Appello era quindi viziata da un errore procedurale fondamentale.

Cosa succede ora al procedimento dopo la decisione della Cassazione?
La sentenza della Corte d’Appello è stata annullata senza rinvio. Gli atti del procedimento sono stati trasmessi nuovamente al GIP del Tribunale competente, che dovrà procedere con l’ulteriore corso del giudizio, ripartendo dalla situazione processuale precedente alla sentenza di proscioglimento annullata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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