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Impugnazione revoca confisca: la Cassazione decide

Un terzo interessato ha impugnato dinanzi alla Corte di Cassazione il rigetto di un’istanza di revoca di una confisca patrimoniale. La Corte Suprema ha stabilito di non essere l’organo competente a decidere nel merito, bensì la Corte di Appello. Di conseguenza, ha disposto la conversione del ricorso in appello, trasmettendo gli atti alla corte territorialmente competente. La decisione chiarisce il corretto iter procedurale per l’impugnazione revoca confisca di misure di prevenzione.

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Pubblicato il 26 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Impugnazione Revoca Confisca: la Cassazione fa Chiarezza sulla Competenza

L’ordinanza in esame affronta un’importante questione procedurale relativa all’impugnazione revoca confisca nell’ambito delle misure di prevenzione patrimoniale. La Corte di Cassazione, con una decisione pragmatica, chiarisce quale sia il giudice competente a decidere sui gravami contro i provvedimenti di rigetto delle istanze di revoca, stabilendo un principio fondamentale per la corretta gestione del contenzioso.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da un decreto di confisca emesso nel 2010 dal Tribunale di Napoli su alcuni immobili, formalmente intestati alla moglie di un soggetto sottoposto a misure di prevenzione. Un terzo soggetto, sostenendo di essere il reale proprietario e di aver interamente pagato per l’acquisto di uno degli immobili, presentava un’istanza per la revoca della misura.

A sostegno della sua richiesta, il terzo adduceva nuove prove, tra cui una relazione tecnica ricostruttiva della fase di acquisto e una precedente ordinanza della Corte di Appello di Napoli che, nel 2021, aveva già disposto la revoca della confisca per lo stesso bene. Il Tribunale di Napoli, tuttavia, con un decreto del 2023, rigettava l’istanza, ritenendo che le prove presentate non fossero qualificabili come ‘nuove’ e sufficienti a scardinare il provvedimento originario.

Contro questa decisione, il difensore del terzo proponeva ricorso direttamente in Cassazione.

La Decisione della Corte: la corretta impugnazione revoca confisca

La Corte di Cassazione non entra nel merito della questione, ovvero non valuta se il Tribunale abbia correttamente o meno respinto l’istanza di revoca. La sua attenzione si concentra interamente su un aspetto preliminare di natura processuale: la competenza a giudicare.

I giudici supremi rilevano che l’impugnazione è stata erroneamente proposta dinanzi alla Corte di Cassazione. In base alla normativa di riferimento, il giudice naturale per questo tipo di gravame è la Corte di Appello. Pertanto, la Corte Suprema dispone la ‘conversione’ del ricorso per Cassazione in un atto di appello e ordina la trasmissione di tutti gli atti alla Corte di Appello di Napoli, che dovrà quindi esaminare il caso.

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione della Corte si fonda su una precisa interpretazione della legge n. 1423/56, la normativa all’epoca applicabile in materia di misure di prevenzione. L’articolo 4, comma 6 di tale legge stabilisce chiaramente che avverso i provvedimenti applicativi di una misura di prevenzione è possibile proporre ricorso alla Corte di Appello.

La Cassazione estende questo principio anche ai provvedimenti che decidono su un’istanza di revoca. L’articolo 7 della stessa legge, che disciplina la revoca delle misure, non specifica quale sia il mezzo di impugnazione. In assenza di una previsione specifica, si applica la regola generale prevista dall’articolo 4. Di conseguenza, anche la decisione che nega la revoca di una confisca deve essere impugnata dinanzi alla Corte di Appello.

La scelta della Corte di convertire il ricorso anziché dichiararlo inammissibile risponde a un principio di conservazione degli atti giuridici, volto a garantire la massima tutela del diritto di difesa del cittadino, evitando che un errore formale possa precludere l’accesso alla giustizia.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche

La decisione in commento offre un’indicazione chiara e inequivocabile per gli operatori del diritto. In materia di misure di prevenzione, l’impugnazione di un provvedimento che respinge una richiesta di revoca di confisca deve essere sempre proposta dinanzi alla Corte di Appello. Scegliere la via del ricorso per Cassazione costituisce un errore procedurale che, sebbene in questo caso sanato tramite la conversione dell’atto, può comportare ritardi e complicazioni. La sentenza ribadisce l’importanza di individuare con precisione il giudice competente per ogni fase del procedimento, al fine di garantire un’efficace e tempestiva tutela dei diritti.

Qual è il giudice competente a decidere sull’impugnazione contro il rigetto di un’istanza di revoca di una confisca di prevenzione?
Secondo l’ordinanza, in base ai principi della legge n. 1423/56, l’organo competente a decidere su tale impugnazione è la Corte di Appello.

Cosa succede se si presenta ricorso per Cassazione invece che appello in un caso simile?
La Corte di Cassazione, rilevando l’errore, può disporre la conversione del ricorso in appello e trasmettere gli atti alla Corte di Appello competente, evitando così una dichiarazione di inammissibilità e salvaguardando l’azione legale intrapresa.

Perché la Corte di Cassazione non ha deciso nel merito della richiesta di revoca?
La Corte non ha deciso nel merito perché ha ritenuto di non essere l’organo giurisdizionale competente per quel tipo di impugnazione. La sua decisione è stata puramente processuale, limitandosi a individuare il giudice corretto (la Corte di Appello) e a trasferirgli il caso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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