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Impugnazione ordinanza dibattimentale: Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso contro un’ordinanza dibattimentale che respingeva una richiesta di acquisizione documentale. La decisione si basa sul principio che l’impugnazione di un’ordinanza dibattimentale è possibile solo congiuntamente all’impugnazione della sentenza finale, pena l’inammissibilità. Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 14 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Impugnazione ordinanza dibattimentale: quando è ammissibile?

L’impugnazione di un’ordinanza dibattimentale rappresenta una questione procedurale delicata nel processo penale. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 45668/2024) chiarisce i limiti e le modalità con cui è possibile contestare tali provvedimenti, ribadendo un principio fondamentale: l’autonoma impugnabilità è un’eccezione, non la regola. Questo articolo analizza la decisione, spiegando perché il ricorso proposto separatamente dalla sentenza di merito è stato dichiarato inammissibile.

I fatti del caso

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un imputato avverso un’ordinanza emessa dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Durante il dibattimento, la difesa aveva richiesto l’acquisizione di una memoria difensiva, ma il Tribunale aveva respinto l’istanza con un’ordinanza. Ritenendo tale provvedimento nullo, l’imputato ha deciso di ricorrere direttamente in Cassazione, lamentando una violazione delle norme processuali.

L’impugnazione ordinanza dibattimentale secondo la Cassazione

La Corte di Cassazione ha esaminato il ricorso senza entrare nel merito della richiesta originaria (l’acquisizione della memoria difensiva), concentrandosi invece su un aspetto puramente procedurale: l’ammissibilità del ricorso stesso. La questione centrale era stabilire se un’ordinanza emessa nel corso del dibattimento potesse essere impugnata immediatamente e in modo autonomo.

Le motivazioni

La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, basando la sua decisione sull’articolo 586 del codice di procedura penale. Questa norma stabilisce una regola generale molto chiara: l’impugnazione di un’ordinanza dibattimentale può essere proposta solo unitamente all’impugnazione contro la sentenza finale. Proporre un ricorso separato e immediato costituisce una violazione di questa regola, che comporta, come sanzione, l’inammissibilità dell’atto.

I giudici hanno sottolineato che presentare un ricorso contro un’ordinanza interlocutoria, al di fuori dei casi espressamente previsti dalla legge, è un’azione non consentita. La logica del legislatore è quella di evitare la frammentazione del processo e di concentrare tutte le doglianze, comprese quelle relative alle decisioni prese durante il dibattimento, nel momento in cui si contesta la decisione finale sul merito della causa.

La declaratoria di inammissibilità ha avuto due conseguenze per il ricorrente, come previsto dall’articolo 610, comma 5-bis, del codice di procedura penale:
1. La condanna al pagamento delle spese processuali.
2. Il versamento di una somma di euro 4.000,00 alla Cassa delle ammende, a titolo di sanzione per aver proposto un ricorso inammissibile.

Conclusioni

Questa pronuncia della Cassazione riafferma un principio cardine della procedura penale: la regola della concentrazione delle impugnazioni. Salvo specifiche eccezioni, le ordinanze emesse durante il dibattimento non possono essere contestate autonomamente. Eventuali vizi o nullità di tali provvedimenti devono essere fatti valere nell’atto di impugnazione contro la sentenza. Questa decisione serve da monito sull’importanza di seguire scrupolosamente le regole procedurali per evitare che le proprie ragioni, anche se potenzialmente fondate nel merito, vengano respinte per motivi di rito, con conseguente condanna a spese e sanzioni.

È possibile impugnare un’ordinanza emessa durante il dibattimento penale?
Sì, ma di regola solo congiuntamente all’impugnazione della sentenza finale. L’impugnazione autonoma e immediata è ammessa solo in casi eccezionali previsti dalla legge.

Cosa succede se si impugna un’ordinanza dibattimentale separatamente dalla sentenza?
Come stabilito dall’art. 586 del codice di procedura penale, il ricorso viene dichiarato inammissibile. Ciò impedisce al giudice di esaminare il merito della questione sollevata.

Quali sono le conseguenze di un ricorso dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
La parte che ha proposto il ricorso inammissibile viene condannata al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro a favore della Cassa delle ammende, come sanzione per aver adito la Corte senza che ne sussistessero i presupposti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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