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Impugnazione imputato assente: quando si è presenti?

La Corte di Cassazione ha stabilito che l’impugnazione dell’imputato assente non beneficia del termine maggiorato di 15 giorni se questi è rappresentato da un procuratore speciale che ha richiesto il giudizio abbreviato. In tal caso, l’imputato è considerato legalmente presente, poiché la scelta del rito alternativo dimostra la piena conoscenza del procedimento. Di conseguenza, l’appello presentato oltre i termini ordinari è stato dichiarato inammissibile.

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Pubblicato il 14 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Impugnazione imputato assente: quando la presenza legale esclude i termini estesi

Una recente sentenza della Corte di Cassazione affronta un tema cruciale della procedura penale: l’impugnazione imputato assente e i termini per proporla. La decisione chiarisce che la presenza di un procuratore speciale, che sceglie un rito alternativo come il giudizio abbreviato, equivale a una presenza legale dell’imputato, escludendo così il prolungamento dei termini previsto per chi è giudicato in assenza. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante pronuncia.

I Fatti del Caso

Il caso ha origine dalla decisione della Corte di Appello di dichiarare inammissibile, perché tardivo, l’appello proposto da un imputato. Quest’ultimo era stato condannato in primo grado con una sentenza emessa a seguito di giudizio abbreviato, richiesto a suo nome da un difensore munito di procura speciale. Sebbene l’imputato fosse stato formalmente dichiarato ‘assente’ nella sentenza di primo grado, la Corte di Appello ha ritenuto che la presenza del procuratore speciale lo rendesse legalmente ‘presente’ ai fini del processo.

Di conseguenza, secondo i giudici di secondo grado, non poteva trovare applicazione la norma che concede 15 giorni in più per impugnare (art. 585, comma 1-bis, c.p.p.), prevista specificamente per il difensore dell’imputato giudicato in assenza. Contro questa decisione, l’imputato ha proposto ricorso per cassazione, lamentando una violazione di legge e dei diritti di difesa.

L’impugnazione imputato assente e il ruolo del procuratore speciale

Il cuore della questione giuridica ruota attorno all’interpretazione dell’art. 420, comma 2-ter, del codice di procedura penale. Questa norma stabilisce che l’imputato rappresentato da un procuratore speciale si considera presente. La difesa del ricorrente sosteneva che questa ‘fictio iuris’ (finzione giuridica) non dovesse prevalere sulla dichiarazione di assenza effettiva, e che negare i termini di impugnazione maggiorati violasse il diritto a un equo processo e il diritto di difesa, garantiti anche dalla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU).

Secondo la difesa, la mera presenza di un procuratore non garantisce quella necessaria interlocuzione tra assistito e legale, fondamentale per preparare un’efficace impugnazione. Da qui la richiesta di applicare il favor impugnationis, un principio che predilige le interpretazioni a favore dell’ammissibilità del gravame.

La posizione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha respinto il ricorso, dichiarandolo inammissibile e confermando pienamente la decisione della Corte d’Appello. I giudici hanno fornito motivazioni chiare e articolate, basate su un consolidato orientamento giurisprudenziale.

Le Motivazioni della Corte

La Corte di Cassazione ha innanzitutto ribadito un principio fondamentale: la richiesta di giudizio abbreviato avanzata tramite un procuratore speciale è un atto che presuppone necessariamente la piena conoscenza del procedimento da parte dell’imputato. Non si tratta di una mera rappresentanza tecnica, ma di una scelta processuale strategica che solo l’imputato può consapevolmente compiere, anche se per il tramite di un delegato.

Questa consapevolezza fa sì che la posizione dell’imputato rappresentato da un procuratore speciale sia ontologicamente diversa da quella dell’imputato meramente assente. Mentre per quest’ultimo possono sussistere dubbi sulla reale conoscenza degli sviluppi processuali, per il primo tale conoscenza è garantita proprio dal conferimento della procura speciale. Di conseguenza, l’imputato deve essere considerato legalmente presente, come previsto dall’art. 420, comma 2-ter c.p.p.

La Corte ha inoltre precisato che la finalità del termine maggiorato per l’impugnazione imputato assente è quella di superare le difficoltà pratiche di contatto tra il difensore e un assistito di cui non è certa la conoscenza della sentenza. Tali difficoltà non sussistono quando il difensore è anche procuratore speciale, poiché il rapporto fiduciario alla base della procura speciale assicura un canale di comunicazione diretto e certo con l’imputato. Trattare in modo uguale situazioni così diverse (assente inconsapevole vs. assente rappresentato e consapevole) violerebbe il principio di ragionevolezza sancito dall’art. 3 della Costituzione.

Infine, i giudici hanno escluso qualsiasi violazione delle tutele convenzionali (CEDU), affermando che il diritto a un equo processo e alla difesa non sono stati intaccati. L’imputato è stato messo in condizione di esercitare il proprio diritto di impugnazione entro i termini ordinari, che non sono considerati eccessivamente restrittivi.

Le Conclusioni

La sentenza consolida un principio di grande rilevanza pratica: la nomina di un procuratore speciale per compiere scelte processuali fondamentali, come la richiesta di un rito alternativo, comporta l’equiparazione dell’imputato a un soggetto presente in giudizio. Questa ‘presenza legale’ esclude l’applicazione dei termini di impugnazione maggiorati. La decisione sottolinea come la legge bilanci la tutela del diritto di difesa con l’esigenza di certezza e celerità del processo, attribuendo precise conseguenze alle scelte consapevoli compiute dall’imputato, anche se non fisicamente presente in aula.

Un imputato dichiarato assente ha sempre diritto a termini più lunghi per l’impugnazione?
No. Se l’imputato, pur dichiarato assente, è rappresentato in giudizio da un procuratore speciale che ha richiesto un rito alternativo (come il giudizio abbreviato), non ha diritto al termine maggiorato di quindici giorni per l’impugnazione. La legge lo considera legalmente presente.

Cosa significa essere rappresentati da un procuratore speciale in un processo penale?
Significa aver conferito a un soggetto (solitamente il proprio difensore) un potere specifico per compiere un determinato atto processuale in proprio nome e conto. Questo atto, come la richiesta di giudizio abbreviato, dimostra la piena conoscenza e volontà dell’imputato riguardo allo svolgimento del processo, equiparandolo a un soggetto presente.

La scelta del rito abbreviato tramite procuratore speciale incide sui termini per l’appello?
Sì, incide in modo determinante. Secondo la Cassazione, tale scelta processuale fa sì che l’imputato sia considerato presente. Di conseguenza, i termini per proporre appello sono quelli ordinari e non quelli prolungati previsti per il difensore dell’imputato giudicato in assenza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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