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Improcedibilità dell’azione penale: ricorso respinto

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso, sottolineando che ai reati commessi dal 1° gennaio 2020 si applica il nuovo regime di improcedibilità dell’azione penale e non la prescrizione. La Corte ha inoltre respinto la doglianza relativa alla presunta mancata omologazione dell’etilometro, confermando la decisione di merito.

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Pubblicato il 28 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Improcedibilità dell’Azione Penale: la Cassazione Fa Chiarezza

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione offre un’importante lezione sul nuovo istituto della improcedibilità dell’azione penale, introdotto per i reati commessi a partire dal 1° gennaio 2020. La Suprema Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato, condannandolo al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, ribadendo principi fondamentali sia sulla nuova disciplina processuale che sui limiti del giudizio di legittimità.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un individuo avverso una sentenza della Corte d’Appello. Il ricorrente basava la sua difesa su diversi motivi, tra cui una richiesta di rilettura degli elementi di fatto, l’invocazione della prescrizione del reato e una contestazione sulla validità delle prove raccolte tramite etilometro, di cui si asseriva la mancata prova di omologazione.

L’Analisi della Corte di Cassazione

La Corte Suprema ha esaminato e respinto ogni motivo del ricorso, fornendo chiarimenti cruciali su questioni procedurali di grande attualità.

Il Ruolo della Cassazione e i Limiti del Ricorso

In primo luogo, i giudici hanno ribadito un principio cardine: il ricorso per cassazione non può trasformarsi in un terzo grado di giudizio sul merito. Non è compito della Suprema Corte effettuare una “rilettura degli elementi di fatto” o valutare quali prove siano più “plausibili”. Il suo ruolo è limitato a verificare la correttezza giuridica e la logicità della motivazione della sentenza impugnata, non a sostituire la propria valutazione a quella dei giudici di merito.

L’Improcedibilità dell’Azione Penale e l’Addio alla Prescrizione in Appello

Il punto centrale della decisione riguarda il secondo motivo di ricorso. L’imputato aveva invocato l’estinzione del reato per prescrizione. La Corte ha definito tale argomentazione “palesemente destituita di fondamento” e “inconferente”.

Per i reati commessi a partire dal 1° gennaio 2020, infatti, trova applicazione il nuovo regime dell’art. 344-bis del codice di procedura penale. Questa norma stabilisce termini massimi per la durata dei processi d’appello (due anni) e di cassazione (un anno). Il superamento di tali termini non comporta la prescrizione del reato, ma una nuova causa di estinzione del processo: l’improcedibilità dell’azione penale. Si tratta di una svolta epocale che mira a garantire la ragionevole durata del processo, sostituendo il meccanismo della prescrizione nelle fasi di impugnazione.

La Questione dell’Etilometro Omologato

Infine, anche la censura relativa alla prova dell’omologazione dell’etilometro è stata giudicata infondata. La Cassazione ha rilevato che la Corte d’Appello aveva già fornito una risposta adeguata e puntuale nella sua sentenza, specificando come gli scontrini prodotti in atti riportassero esplicitamente sia le caratteristiche dell’apparecchio sia l’avvenuta omologazione. La motivazione del giudice di merito è stata quindi ritenuta completa e non meritevole di censura.

Le Motivazioni della Decisione

La decisione di dichiarare il ricorso inammissibile si fonda su tre pilastri giuridici. Primo, il rispetto dei limiti del giudizio di legittimità, che non consente una rivalutazione dei fatti. Secondo, la corretta applicazione della normativa processuale sopravvenuta, in particolare dell’art. 344-bis c.p.p., che ha introdotto il regime dell’improcedibilità in luogo della prescrizione per le fasi di impugnazione dei reati più recenti. Terzo, il riconoscimento della sufficienza e logicità della motivazione della Corte d’Appello riguardo alle prove documentali, come quelle relative all’etilometro.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame consolida l’orientamento della giurisprudenza sulla nuova disciplina dell’improcedibilità. Per gli operatori del diritto e i cittadini, il messaggio è chiaro: per i fatti-reato successivi al 1° gennaio 2020, le strategie difensive basate sulla prescrizione nei gradi di appello e cassazione sono destinate a fallire. La giustizia penale si muove ora entro binari temporali più definiti, con la conseguenza che la mancata conclusione del processo entro i termini stabiliti porta all’improcedibilità, un esito processuale diverso dalla prescrizione del reato.

Può la Corte di Cassazione riesaminare i fatti di un processo?
No, la Corte di Cassazione non può riesaminare i fatti o adottare nuovi parametri di valutazione. Il suo compito è verificare la legittimità e la coerenza logica della decisione del giudice di merito, non sostituirsi ad esso.

Per i reati commessi dopo il 1° gennaio 2020, si applica ancora la prescrizione nei giudizi di appello e cassazione?
No. Per i reati commessi da quella data, si applica il regime dell’improcedibilità dell’azione penale disciplinato dall’art. 344-bis c.p.p., che prevede termini massimi di durata per i giudizi di appello (due anni) e di cassazione (un anno), superati i quali l’azione penale diventa improcedibile.

Come ha valutato la Corte la contestazione sulla mancata omologazione dell’etilometro?
La Corte ha ritenuto la contestazione infondata, poiché la Corte d’Appello aveva già dato una risposta puntuale, evidenziando che gli scontrini acquisiti agli atti riportavano in modo esplicito le caratteristiche dell’apparecchio e la specificazione dell’avvenuta omologazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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