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Improcedibilità appello: come si calcola il termine?

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un imputato che contestava la proroga del termine di improcedibilità del suo processo d’appello, sostenendo fosse stata concessa tardivamente. La Corte ha chiarito che, per i processi rientranti nella disciplina transitoria della Riforma Cartabia, il termine di improcedibilità appello è di tre anni e decorre dalla data di entrata in vigore della legge (19 ottobre 2021), non da calcoli precedenti. Di conseguenza, la proroga è stata ritenuta legittima poiché disposta prima della scadenza.

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Pubblicato il 12 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Improcedibilità Appello: la Cassazione Chiarisce il Calcolo dei Termini Transitori

L’introduzione dell’istituto della improcedibilità appello con la Riforma Cartabia (legge n. 134/2021) ha rappresentato una svolta epocale nel processo penale, mirando a garantire la ragionevole durata dei giudizi. Tuttavia, la sua applicazione pratica, specialmente per i processi già in corso, ha sollevato dubbi interpretativi. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 47356/2024) fa luce proprio su questo aspetto, chiarendo le modalità di calcolo dei termini secondo la disciplina transitoria.

I Fatti del Caso: un Ricorso contro la Proroga del Termine

Il caso trae origine da un’ordinanza con cui una Corte di Appello disponeva la proroga di un anno del termine di durata massima del giudizio di impugnazione. L’imputato, tramite il suo difensore, proponeva ricorso per cassazione, sostenendo che tale proroga fosse stata disposta illegittimamente, ovvero dopo che il termine di improcedibilità era già scaduto. Secondo la tesi difensiva, il termine di due anni era iniziato a decorrere dal novantesimo giorno successivo al deposito della motivazione della sentenza di primo grado, concludendosi quindi ben prima della data indicata dalla Corte d’Appello e, soprattutto, prima della concessione della proroga stessa.

La Questione Giuridica: come si calcola la decorrenza dell’improcedibilità appello?

Il fulcro della controversia risiedeva nell’individuazione del corretto regime giuridico applicabile e, di conseguenza, nella determinazione del momento iniziale (il dies a quo) e della durata del termine di improcedibilità. La difesa sosteneva l’applicazione del termine ordinario di due anni con decorrenza calcolata secondo le regole generali. La Corte di Cassazione, invece, è stata chiamata a verificare se al caso di specie dovesse applicarsi la specifica disciplina transitoria prevista dalla legge di riforma per i procedimenti pendenti.

La Decisione della Cassazione e l’Interpretazione della Disciplina Transitoria

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso infondato, fornendo una chiara interpretazione delle norme transitorie contenute nella legge n. 134/2021. Gli Ermellini hanno stabilito che il caso in esame rientrava pienamente in tale disciplina, poiché il fascicolo processuale era pervenuto alla Corte di Appello prima dell’entrata in vigore della riforma.

La Distinzione tra Regime Ordinario e Transitorio

La Corte ha evidenziato come la legge distingua nettamente i procedimenti. Per quelli, come nel caso di specie, relativi a reati commessi dopo il 1° gennaio 2020 e i cui atti erano già pervenuti al giudice dell’impugnazione prima dell’entrata in vigore della legge (19 ottobre 2021), si applicano regole specifiche. In particolare, il termine di improcedibilità non decorre dal novantesimo giorno successivo al deposito della sentenza di primo grado, ma dalla data di entrata in vigore della legge stessa, ovvero dal 19 ottobre 2021.

La Durata del Termine Prevista dalla Norma Transitoria

Un altro punto cruciale chiarito dalla sentenza riguarda la durata del termine. La disciplina transitoria, per i procedimenti di appello relativi a impugnazioni proposte entro il 31 dicembre 2024, stabilisce un termine di tre anni, e non di due anni come previsto a regime. Questa scelta del legislatore mira a contemperare l’esigenza di accelerazione dei processi con le necessità organizzative del sistema giudiziario, concedendo più tempo per definire l’arretrato.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione ha motivato la sua decisione sulla base di un’interpretazione sistematica delle norme transitorie. Ha rigettato la tesi difensiva perché incompatibile con la finalità dichiarata dal legislatore. Applicare i termini ordinari ai processi già pendenti, senza concedere un adeguato periodo di transizione, avrebbe vanificato lo scopo della riforma, che era quello di accelerare i processi futuri senza creare una paralisi del sistema per quelli già in corso. La decorrenza del termine dalla data di entrata in vigore della legge e la sua estensione a tre anni sono state quindi considerate scelte legislative coerenti e necessarie per un’ordinata transizione al nuovo regime.
Di conseguenza, il termine di improcedibilità nel caso specifico non sarebbe scaduto prima del 19 ottobre 2024. Pertanto, l’ordinanza della Corte d’Appello che, nel luglio 2024, disponeva la proroga di un anno, è stata considerata pienamente legittima, in quanto intervenuta prima della scadenza del termine originario.

Le Conclusioni

Questa sentenza offre un importante principio di diritto per tutti i procedimenti d’appello pendenti al momento dell’entrata in vigore della Riforma Cartabia. Si stabilisce che, per i reati commessi dopo il 1° gennaio 2020:
1. Se il processo era già in appello prima del 19 ottobre 2021, il termine di improcedibilità decorre da tale data.
2. La durata di tale termine è di tre anni, non due.
La decisione assicura certezza giuridica e permette agli uffici giudiziari di gestire la transizione al nuovo sistema senza il rischio di una declaratoria di improcedibilità di massa per i processi più vecchi. La proroga, se motivata dalla complessità del giudizio, rimane uno strumento valido per garantire che la giustizia possa fare il suo corso, purché disposta nel rispetto dei termini correttamente calcolati secondo la disciplina transitoria.

Da quando decorrono i termini di improcedibilità per i processi di appello già pendenti all’entrata in vigore della Riforma Cartabia (L. 134/2021)?
Risposta: Per i procedimenti relativi a reati commessi dopo il 1° gennaio 2020 e già pervenuti in appello prima del 19 ottobre 2021, i termini di improcedibilità decorrono dalla data di entrata in vigore della legge, ovvero dal 19 ottobre 2021.

Qual è la durata del termine di improcedibilità in appello secondo la disciplina transitoria per i reati commessi dopo il 1° gennaio 2020?
Risposta: La disciplina transitoria prevede un termine più lungo di quello ordinario. Per i giudizi di appello relativi a impugnazioni proposte entro il 31 dicembre 2024, il termine è di tre anni, e non di due.

La proroga del termine di improcedibilità è legittima se disposta prima della scadenza calcolata secondo le norme transitorie?
Risposta: Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che la proroga è stata legittimamente disposta perché, applicando correttamente la disciplina transitoria, il termine originario di tre anni non era ancora scaduto al momento in cui la Corte d’appello ha concesso la proroga.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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