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Impedimento legittimo difensore: quando è valido?

La Corte di Cassazione ha stabilito che per ottenere il rinvio di un’udienza, l’impedimento legittimo del difensore deve essere provato con documentazione specifica che attesti l’assoluta impossibilità a partecipare e a farsi sostituire. Un generico riferimento a un concomitante impegno professionale non è sufficiente. La sentenza in esame rigetta il ricorso di un condannato, la cui istanza di affidamento in prova era stata decisa in assenza del difensore, poiché la richiesta di rinvio non era stata adeguatamente motivata.

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Pubblicato il 6 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Impedimento Legittimo del Difensore: Non Basta un Semplice Impegno per Ottenere il Rinvio

L’istanza di rinvio per impedimento legittimo del difensore è uno strumento fondamentale a garanzia del diritto di difesa. Tuttavia, la sua efficacia dipende dal rispetto di requisiti precisi. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito con chiarezza quali sono le condizioni necessarie affinché un impegno professionale concomitante possa essere considerato un valido motivo per posticipare un’udienza, specialmente nel delicato ambito del procedimento di sorveglianza.

I Fatti del Caso

Un condannato aveva richiesto al Tribunale di sorveglianza la concessione dell’affidamento in prova al servizio sociale come misura alternativa alla detenzione. Il suo avvocato di fiducia, tuttavia, presentava un’istanza di rinvio per l’udienza fissata, adducendo un impedimento legittimo del difensore a causa di un concomitante impegno professionale in un’altra sede giudiziaria.

Il Tribunale di sorveglianza, nonostante la richiesta, rigettava l’istanza di rinvio e procedeva con l’udienza, decidendo anche nel merito e respingendo la richiesta di affidamento in prova. Contro questa decisione, il difensore proponeva ricorso per cassazione, lamentando la violazione del diritto di difesa per non aver concesso il rinvio richiesto.

La Decisione della Corte e i Requisiti dell’Impedimento Legittimo del Difensore

La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, ritenendolo infondato. Gli Ermellini hanno colto l’occasione per delineare con precisione i confini applicativi dell’istituto dell’impedimento legittimo, confermando un orientamento giurisprudenziale consolidato. Sebbene il diritto al rinvio dell’udienza per impedimento del difensore sia garantito anche nel procedimento di sorveglianza (in virtù del combinato disposto degli artt. 127 e 420-ter c.p.p.), la sua concessione non è automatica.

Le Motivazioni

La Corte ha chiarito che l’istanza di rinvio deve rispettare tre requisiti fondamentali per essere accolta:

1. Tempestività: La comunicazione dell’impedimento deve essere fatta non appena se ne ha conoscenza, per permettere al giudice di riorganizzare il proprio lavoro.
2. Documentazione: L’impedimento non può essere semplicemente affermato, ma deve essere documentato. L’avvocato deve fornire prove concrete del concomitante impegno.
3. Specificità e Assolutezza: La richiesta deve specificare la natura dell’impegno che causa l’impedimento. Soprattutto, deve illustrare le ragioni per cui tale impedimento è “assoluto”, ossia perché il difensore non può essere presente né può essere sostituito da un altro collega del suo studio o da un sostituto processuale.

Nel caso specifico, la richiesta del legale era stata giudicata troppo generica. Egli si era limitato a menzionare un “concomitante impegno professionale” senza fornire dettagli sulla natura degli adempimenti da svolgere, né spiegare l’impossibilità di farsi sostituire. Questo, secondo la Corte, non è sufficiente a dimostrare quella “assoluta impossibilità a comparire” che la legge richiede.

Inoltre, i giudici hanno sottolineato che l’udienza in questione era già il risultato di un precedente rinvio, concesso sempre su istanza della difesa. Questo elemento ha ulteriormente pesato nella valutazione del Tribunale, che ha correttamente ritenuto non sufficientemente provato il secondo impedimento.

Le Conclusioni

La sentenza rappresenta un importante monito per gli operatori del diritto. Per far valere con successo un impedimento legittimo del difensore, non è sufficiente addurre un altro impegno professionale. È indispensabile presentare un’istanza tempestiva, corredata da documentazione probatoria e da una motivazione dettagliata che dimostri in modo inequivocabile l’assoluta impossibilità di partecipare all’udienza e di delegare un sostituto. La genericità e la mancanza di prove concrete espongono al rischio di un rigetto dell’istanza, con tutte le conseguenze del caso sul merito del procedimento.

È sufficiente comunicare un altro impegno professionale per ottenere il rinvio di un’udienza?
No, non è sufficiente. La Corte di Cassazione ha stabilito che un generico richiamo a un concomitante impegno professionale non basta. È necessario dimostrare che l’impedimento sia assoluto e non superabile.

Quali requisiti deve avere la richiesta di rinvio per impedimento legittimo del difensore?
La richiesta deve essere tempestiva, documentata e specifica. Deve indicare la natura dell’impegno che causa l’impedimento e, soprattutto, deve motivare l’assoluta impossibilità del difensore a comparire e a farsi sostituire da un altro legale.

La disciplina sull’impedimento del difensore si applica anche al procedimento di sorveglianza?
Sì. La Corte ha confermato che le garanzie previste dall’art. 420-ter, comma 5, del codice di procedura penale, che regolano il rinvio per legittimo impedimento del difensore, si applicano anche alle udienze camerali che si svolgono davanti al Tribunale di sorveglianza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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