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Impedimento difensore PEC: annullata la sentenza

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di condanna poiché il giudice di primo grado aveva ignorato un’istanza di rinvio per legittimo impedimento del difensore e dell’imputato, trasmessa tempestivamente via PEC. La Corte ha stabilito che l’uso della Posta Elettronica Certificata è un mezzo valido per tali comunicazioni e la sua mancata considerazione costituisce una grave violazione del diritto di difesa, comportando la nullità della sentenza e la necessità di un nuovo processo.

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Pubblicato il 25 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Istanza di Rinvio per Impedimento Difensore via PEC: la Cassazione Annulla la Condanna

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale per la tutela del diritto di difesa nel processo penale: la validità della comunicazione di un’istanza di rinvio per impedimento difensore PEC. Questo caso dimostra come un errore procedurale, consistente nell’ignorare una comunicazione legalmente valida, possa portare all’annullamento di una sentenza di condanna, sottolineando l’importanza del corretto svolgimento del contraddittorio processuale.

I Fatti del Caso

Un imputato era stato condannato dal Tribunale per contravvenzioni previste dal Testo Unico sulla sicurezza sul lavoro (d.lgs. 81/2008). In vista dell’udienza decisiva, il suo difensore aveva trasmesso tempestivamente, tramite Posta Elettronica Certificata (PEC), un’istanza di rinvio. La richiesta era motivata da un legittimo impedimento che riguardava sia l’avvocato sia il suo assistito.

Nonostante la comunicazione fosse stata inviata correttamente qualche giorno prima dell’udienza, il Giudice del Tribunale procedeva alla celebrazione del processo. Incredibilmente, il giudice dichiarava in udienza che non era stato dedotto alcun impedimento e, di conseguenza, emetteva una sentenza di condanna. L’imputato, tramite il suo difensore, ricorreva quindi in Cassazione, lamentando la palese violazione delle norme processuali e del suo diritto di difesa.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, ritenendolo fondato. La decisione del giudice di primo grado è stata annullata e gli atti sono stati restituiti al Tribunale di competenza, da celebrarsi davanti a un giudice diverso, per un nuovo corso del procedimento. La Corte ha chiarito che l’errore del giudice di merito ha determinato una lesione insanabile del diritto al contraddittorio.

Le Motivazioni: La Piena Validità dell’Impedimento Difensore PEC

Il cuore della motivazione risiede nel riconoscimento della piena validità legale della comunicazione trasmessa via PEC. La Corte ha evidenziato come l’articolo 152 del codice di procedura penale, specialmente a seguito della riforma Cartabia (d.lgs. n. 150/2022), consenta espressamente al difensore e alle parti private di utilizzare la PEC per le comunicazioni e le notificazioni, a meno che la legge non disponga diversamente.

Nel caso specifico, non esiste alcuna norma che vieti di comunicare un’istanza di rinvio per legittimo impedimento tramite PEC. Anzi, la giurisprudenza, anche prima della riforma, si era già orientata in senso favorevole, ammettendo tale modalità di comunicazione. L’errore del giudice di merito è stato quello di ignorare completamente un’istanza regolarmente pervenuta, violando così l’articolo 178, lettera c), del codice di procedura penale, che sanziona con la nullità l’inosservanza delle disposizioni concernenti l’intervento e l’assistenza dell’imputato.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa pronuncia consolida un principio di fondamentale importanza pratica:
1. Affidabilità della PEC: Gli avvocati possono fare affidamento sulla PEC come strumento valido ed efficace per le comunicazioni processuali urgenti, come le richieste di rinvio per legittimo impedimento.
2. Dovere del Giudice: I giudici hanno il dovere di verificare e prendere in considerazione le comunicazioni pervenute telematicamente nelle cancellerie. La mancata considerazione di un’istanza correttamente trasmessa costituisce un grave vizio procedurale.
3. Tutela del Diritto di Difesa: La sentenza riafferma la centralità del diritto di difesa e del principio del contraddittorio. Un processo celebrato senza consentire all’imputato e al suo difensore di partecipare, a causa di un legittimo impedimento tempestivamente comunicato, è un processo nullo.

È valida una richiesta di rinvio per legittimo impedimento inviata dall’avvocato tramite PEC?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che la trasmissione di un’istanza di rinvio per legittimo impedimento tramite PEC è un mezzo di comunicazione legalmente valido, ai sensi dell’art. 152 del codice di procedura penale.

Cosa succede se un giudice ignora un’istanza di rinvio pervenuta via PEC?
L’omessa considerazione di un’istanza di rinvio tempestivamente trasmessa via PEC per un legittimo impedimento costituisce una violazione del diritto di difesa e del contraddittorio. Tale errore comporta la nullità della sentenza emessa e degli atti successivi, con la necessità di celebrare un nuovo processo.

La validità della PEC per queste comunicazioni era riconosciuta anche prima della riforma del 2022?
Sì, la sentenza chiarisce che, sebbene la riforma Cartabia (d.lgs. 150/2022) abbia formalizzato questa possibilità, già in precedenza un orientamento giurisprudenziale consolidato ammetteva la validità della comunicazione dell’impedimento via PEC, in quanto strumento idoneo a portare l’informazione a effettiva conoscenza del giudice.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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