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Giudizio immediato: valido con interrogatorio di garanzia

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato che contestava la validità di un decreto di giudizio immediato. L’imputato, sottoposto a misura cautelare per usura, sosteneva la necessità di un nuovo interrogatorio dopo la regressione del procedimento per una nullità. La Corte ha stabilito che l’interrogatorio di garanzia già svolto era sufficiente per procedere con il rito speciale, confermando la legittimità dell’operato del Pubblico Ministero e l’efficacia della misura cautelare.

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Pubblicato il 25 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Giudizio immediato: l’interrogatorio di garanzia è sufficiente per procedere?

Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 2014 del 2024, offre chiarimenti cruciali sulla validità del giudizio immediato quando l’indagato ha già reso l’interrogatorio di garanzia. Il caso analizzato riguarda la richiesta di un nuovo interrogatorio a seguito di una regressione procedurale, sollevando importanti questioni sull’equilibrio tra esigenze di celerità processuale e diritto di difesa. La Corte ha stabilito un principio netto: l’interrogatorio di garanzia è, di norma, sufficiente a soddisfare i requisiti per il rito immediato cautelare.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale ha origine da un’indagine per reati di usura aggravata e altre fattispecie. L’indagato era stato sottoposto a una misura cautelare restrittiva. Durante l’udienza preliminare, il G.u.p. dichiarava la nullità della richiesta di rinvio a giudizio a causa dell’omesso interrogatorio dell’indagato per uno dei reati contestati (non coperto dalla misura cautelare).

Questo vizio procedurale provocava la cosiddetta “regressione” del procedimento alla fase delle indagini preliminari. A questo punto, il Pubblico Ministero, per evitare la decorrenza dei termini di custodia cautelare, decideva di separare i procedimenti. Per i soli reati di usura (per cui era stata emessa la misura e si era già svolto l’interrogatorio di garanzia), richiedeva il giudizio immediato.

La difesa si opponeva, sostenendo che, a seguito della regressione, fosse necessario un nuovo interrogatorio richiesto dall’indagato per tutte le contestazioni. L’assenza di tale atto, secondo la tesi difensiva, avrebbe reso nullo il decreto di giudizio immediato e, di conseguenza, inefficace la misura cautelare per scadenza dei termini. Sia il Tribunale di Enna che il Tribunale del riesame di Caltanissetta respingevano tale tesi, portando la difesa a ricorrere in Cassazione.

La Questione del Giudizio immediato e l’interrogatorio

Il nucleo del ricorso verteva sulla presunta violazione delle norme processuali che garantiscono il diritto di difesa. La difesa sosteneva che l’interrogatorio di garanzia, previsto dall’art. 294 c.p.p., non potesse sostituire l’interrogatorio richiesto dall’indagato dopo l’avviso di conclusione delle indagini (art. 415-bis c.p.p.). Secondo questa prospettiva, la regressione del procedimento avrebbe “azzerato” la fase, rendendo obbligatorio per il P.M. adempiere alla richiesta difensiva prima di esercitare nuovamente l’azione penale, anche con un rito speciale come il giudizio immediato.

Inoltre, la separazione dei procedimenti veniva vista come un mero espediente per aggirare la nullità e salvare la misura cautelare, senza rispettare pienamente le garanzie difensive. La richiesta era quindi chiara: annullare il decreto di giudizio immediato e dichiarare la perdita di efficacia della misura cautelare per decorrenza dei termini.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendolo reiterativo e manifestamente infondato, e ha fornito una motivazione dettagliata e in linea con la giurisprudenza consolidata.

In primo luogo, i giudici hanno affermato che, a seguito della regressione del procedimento, il Pubblico Ministero riacquista piena facoltà di scelta, inclusa quella di separare i procedimenti. Questa opzione è espressamente prevista dalla legge (art. 453, comma 2, c.p.p.) quando solo per alcuni reati sussistono i presupposti per il giudizio immediato.

Il punto centrale della decisione riguarda il valore dell’interrogatorio di garanzia. La Corte ha ribadito un principio fondamentale, già sancito anche dalle Sezioni Unite: l’interrogatorio di garanzia condotto ai sensi dell’art. 294 c.p.p. soddisfa il requisito normativo per la richiesta di giudizio immediato “cautelare”. Questo perché, anche in quella sede, all’indagato è assicurata la possibilità di addurre elementi a proprio favore e di difendersi nel merito delle accuse che fondano la misura.

Non è necessario, quindi, un nuovo interrogatorio, a meno che non siano stati raccolti elementi di prova nuovi e decisivi dopo il primo. Nel caso di specie, la difesa non aveva dedotto l’esistenza di tali nuovi elementi. L’interrogatorio di garanzia aveva già assolto alla sua funzione di garanzia difensiva, rendendo legittima la successiva richiesta di rito immediato per i reati coperti dalla misura.

Le Conclusioni

La sentenza consolida un orientamento giurisprudenziale volto a bilanciare le garanzie difensive con le esigenze di efficienza e celerità del sistema processuale. Viene confermato che il giudizio immediato cautelare è un rito che si fonda sull’evidenza della prova e sulla pregressa applicazione di una misura cautelare, nel cui contesto l’indagato ha già avuto modo di essere ascoltato dal giudice. La regressione del procedimento per vizi procedurali relativi ad altri capi di imputazione non può essere strumentalizzata per ottenere un’automatica duplicazione di atti garantiti già compiuti. La decisione rafforza la legittimità della separazione dei procedimenti come strumento a disposizione del P.M. per assicurare la prosecuzione del processo per le accuse più solide, evitando che la scadenza dei termini cautelari vanifichi l’azione penale.

Dopo una regressione del procedimento, il Pubblico Ministero è obbligato a svolgere un nuovo interrogatorio prima di chiedere il giudizio immediato per reati già coperti da misura cautelare?
No. Secondo la Corte di Cassazione, se per quei reati è già stato svolto l’interrogatorio di garanzia, questo è sufficiente a soddisfare il requisito per il rito immediato, a meno che non siano emersi elementi di prova nuovi e decisivi dopo tale atto.

L’interrogatorio di garanzia ha lo stesso valore di un interrogatorio richiesto dalla difesa ai fini dell’ammissibilità del giudizio immediato?
Sì. La sentenza conferma che l’interrogatorio di garanzia, svolto ai sensi dell’art. 294 c.p.p., soddisfa il requisito normativo per la richiesta di giudizio immediato cosiddetto “cautelare”, poiché assicura all’indagato la possibilità di esporre le proprie difese sui fatti che hanno giustificato la misura.

La separazione dei procedimenti da parte del Pubblico Ministero dopo la regressione del procedimento è legittima?
Sì. La Corte ha stabilito che, una volta che il procedimento è regredito alla fase delle indagini, il Pubblico Ministero può esercitare le facoltà non vincolate, inclusa la separazione dei procedimenti, specialmente quando solo per alcuni reati sussistono i presupposti per il giudizio immediato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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