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Giudizio immediato: nullità se richiesto in anticipo

La Corte di Cassazione ha annullato una condanna per rapina aggravata a causa di un vizio procedurale. La richiesta di giudizio immediato era stata presentata dal pubblico ministero prima della conclusione del procedimento di riesame sulla misura cautelare dell’imputato. La Suprema Corte ha stabilito che tale violazione delle tempistiche previste dalla legge determina una nullità insanabile che invalida l’intero processo, poiché lede il diritto di difesa dell’imputato comprimendo il suo diritto all’udienza preliminare.

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Pubblicato il 30 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Giudizio immediato: la richiesta prematura causa la nullità dell’intero processo

La Corte di Cassazione, con una recente sentenza, ha ribadito un principio fondamentale in materia di procedura penale: il rispetto dei termini per la richiesta di giudizio immediato non è una mera formalità, ma una garanzia essenziale per il diritto di difesa. Una richiesta avanzata dal pubblico ministero prima della conclusione del procedimento di riesame sulla misura cautelare dell’imputato determina una nullità insanabile, con la conseguenza di travolgere l’intero processo, comprese le sentenze di condanna di primo e secondo grado.

I fatti di causa

Il caso trae origine dalla condanna per rapina aggravata di un uomo, confermata dalla Corte d’appello. La difesa ha proposto ricorso per Cassazione lamentando diversi vizi procedurali, tra cui uno si è rivelato decisivo. Nello specifico, l’imputato era stato posto agli arresti domiciliari e, mentre era ancora pendente il procedimento di riesame per valutare la legittimità di tale misura, il pubblico ministero aveva già richiesto e ottenuto il decreto di giudizio immediato. La difesa aveva tempestivamente eccepito la nullità di tale atto sin dal primo grado, ma l’eccezione era stata respinta.

L’analisi della Cassazione sul giudizio immediato

La Suprema Corte ha accolto il motivo di ricorso incentrato sulla violazione dell’art. 453, comma 1-ter, del codice di procedura penale. Questa norma stabilisce chiaramente che, nel caso di imputato in stato di custodia cautelare, la richiesta di giudizio immediato (il cosiddetto “custodiale”) può essere presentata solo dopo che si è definito il procedimento di riesame previsto dall’art. 309 c.p.p., oppure dopo che sono decorsi i termini per proporlo.

Il mancato rispetto di questa scansione temporale non è un errore di poco conto. Esso integra una violazione del diritto di difesa che si manifesta nella compressione del diritto dell’imputato a beneficiare dell’udienza preliminare, una fase processuale che il rito immediato salta a piè pari. La legge consente questa “scorciatoia” solo a determinate e rigorose condizioni, tra cui, appunto, la preventiva definizione del vaglio sulla misura cautelare.

Le motivazioni

La Corte ha qualificato il vizio come una “nullità generale a regime intermedio”. Questo tipo di nullità, a differenza di altre, non può essere sanata dal semplice fatto che, successivamente, il tribunale del riesame abbia confermato la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza. La Cassazione ha chiarito che la legittimità degli atti processuali deve essere valutata al momento in cui vengono compiuti. Introdurre una “sanatoria” non prevista dalla legge, basata sull’esito successivo di un altro procedimento, equivarrebbe a ledere il diritto dell’imputato a un processo celebrato secondo le regole ordinarie.

Inoltre, la Corte ha sottolineato che la difesa aveva correttamente e tempestivamente sollevato l’eccezione in ogni stato e grado del giudizio, impedendo così che la nullità potesse considerarsi sanata per acquiescenza. L’errore procedurale all’origine del processo ne ha quindi minato irrimediabilmente la validità.

Le conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio la sentenza della Corte d’appello e quella del Tribunale di primo grado, nonché il decreto di giudizio immediato originario. Di conseguenza, ha disposto la trasmissione degli atti al Tribunale di Catania per l’ulteriore corso. Questo significa che il processo dovrà ripartire da capo, questa volta nel rispetto delle corrette scansioni procedurali, a piena tutela del diritto di difesa dell’imputato.

Quando può essere richiesto il giudizio immediato se l’imputato è in custodia cautelare?
La richiesta può essere presentata dal pubblico ministero solo dopo la definizione del procedimento di riesame sulla misura cautelare, oppure dopo che sono scaduti i termini per la proposizione della richiesta di riesame stessa.

Cosa succede se la richiesta di giudizio immediato viene presentata prima della conclusione del riesame?
Si verifica una violazione del diritto di difesa che integra una nullità generale a regime intermedio. Se tempestivamente eccepita dalla difesa, questa nullità invalida il decreto di giudizio immediato e tutti gli atti successivi, comprese le eventuali sentenze di condanna.

La conferma dei gravi indizi di colpevolezza nel riesame può sanare la nullità di una richiesta di giudizio immediato prematura?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che la limitazione del diritto di difesa connessa all’ammissione al rito immediato non può essere soggetta a sanatorie non previste dalla legge. La validità della richiesta va valutata al momento in cui viene fatta, non in base all’esito di procedimenti successivi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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