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Giudizio abbreviato: sana le nullità precedenti?

La Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di tre cittadini stranieri condannati per reingresso illegale. La scelta del giudizio abbreviato, fatta tramite difensore con procura speciale, sana l’eccezione di nullità per la mancata partecipazione all’udienza di convalida.

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Pubblicato il 17 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Giudizio Abbreviato: La Scelta che Può Sanare i Vizi del Processo

Il giudizio abbreviato è uno strumento processuale che offre vantaggi in termini di celerità e sconti di pena, ma quali sono le sue implicazioni sulla validità degli atti precedenti? Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: la richiesta di questo rito speciale, avanzata tramite un difensore munito di procura speciale, ha un effetto sanante su eventuali nullità verificatesi in fasi anteriori, come la mancata partecipazione dell’imputato all’udienza di convalida dell’arresto.

Il Caso: Reingresso Illegale e l’Eccezione sulla Difesa

Tre cittadini stranieri venivano arrestati in flagranza per aver fatto reingresso illegale nel territorio dello Stato, in violazione di precedenti provvedimenti di respingimento. A seguito dell’arresto, si teneva l’udienza di convalida e il contestuale giudizio direttissimo. A causa delle misure di isolamento sanitario per il COVID-19, gli imputati non partecipavano fisicamente all’udienza ma ‘a distanza’.

In quella sede, il difensore d’ufficio, munito di procura speciale conferitagli dagli arrestati, avanzava richiesta di giudizio abbreviato. Il Tribunale, all’esito del rito, li condannava. La sentenza veniva confermata in appello.

Gli imputati ricorrevano in Cassazione, lamentando una violazione del diritto di difesa. Sostenevano che l’impossibilità di colloquiare con il proprio legale durante l’udienza di convalida, a causa dell’isolamento, avesse impedito loro di rappresentare eventuali cause di giustificazione per il loro reingresso, come ad esempio uno stato di necessità.

La Scelta del Giudizio Abbreviato e le sue Conseguenze

La Corte di Cassazione ha dichiarato i ricorsi inammissibili, ritenendoli manifestamente infondati e ipotetici. La decisione si fonda su due pilastri argomentativi strettamente connessi alla scelta del rito processuale.

La Procura Speciale e il Consenso Implicito

In primo luogo, la Corte ha sottolineato che il conferimento di una procura speciale al difensore per richiedere un rito alternativo, come il giudizio abbreviato, implica un consenso implicito da parte dell’imputato a che l’udienza si svolga in sua assenza. L’imputato, in questi casi, è legalmente rappresentato dal suo procuratore speciale. Non è emerso, peraltro, che il difensore avesse richiesto l’esame degli imputati o avesse allegato elementi a sostegno di una causa di giustificazione.

L’Effetto Sanante del Rito Abbreviato

Il punto cruciale della decisione risiede nell’applicazione dell’art. 438, comma 6-bis, del codice di procedura penale. Questa norma prevede che la richiesta di giudizio abbreviato comporti la sanatoria delle nullità verificatesi in precedenza, ad eccezione di quelle assolute. Di conseguenza, l’eventuale vizio procedurale legato alla mancata partecipazione fisica degli imputati all’udienza di convalida dell’arresto è stato ‘sanato’ dalla successiva e volontaria scelta di accedere al rito abbreviato. L’assenza degli arrestati, anche se dovuta a un legittimo impedimento, non era comunque ostativa alla celebrazione dell’udienza.

Le Motivazioni della Corte

Le motivazioni della Suprema Corte sono chiare: la doglianza degli imputati è stata definita ‘ipotetica’ perché non era supportata da alcun elemento concreto. Il difensore non aveva mai specificato quale causa di giustificazione i suoi assistiti avrebbero voluto addurre. La lamentela sulla violazione del diritto di difesa è apparsa, quindi, infondata. La giurisprudenza consolidata, richiamata nella sentenza, conferma che l’impedimento fisico dell’arrestato non blocca il procedimento di convalida e l’eventuale giudizio direttissimo. La scelta strategica del giudizio abbreviato, finalizzata a ottenere uno sconto di pena, ha prevalso su ogni altra eccezione procedurale, chiudendo di fatto la porta a lamentele tardive sui vizi del procedimento.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa pronuncia riafferma un principio di grande rilevanza pratica. La scelta di un rito speciale non è mai neutra e comporta conseguenze significative. Optare per il giudizio abbreviato significa accettare di essere giudicati allo stato degli atti e, come chiarisce la Cassazione, implica la rinuncia a far valere determinate nullità procedurali. Per gli operatori del diritto, ciò significa che la decisione di richiedere un rito alternativo deve essere ponderata attentamente con l’assistito, illustrando non solo i benefici (sconto di pena) ma anche le preclusioni che ne derivano, come la sanatoria di vizi che avrebbero potuto, in un rito ordinario, avere un esito diverso.

La scelta del giudizio abbreviato può sanare eventuali nullità precedenti del procedimento?
Sì, secondo la sentenza, la richiesta di giudizio abbreviato comporta un’espressa sanatoria delle nullità verificatesi in precedenza, come previsto dall’art. 438, comma 6-bis del codice di procedura penale, ad eccezione di quelle assolute.

Se l’imputato conferisce procura speciale al difensore per un rito alternativo, si considera presente al giudizio?
Sì. La Corte ha stabilito che quando un imputato rilascia al difensore una procura speciale per richiedere un rito speciale, si ritiene che acconsenta implicitamente allo svolgimento dell’udienza in sua assenza, essendo pienamente rappresentato dal suo difensore e procuratore speciale.

L’assenza fisica dell’arrestato all’udienza di convalida per un legittimo impedimento impedisce lo svolgimento del processo?
No. La giurisprudenza citata nella sentenza ha chiarito che il legittimo impedimento che non permette la presenza fisica dell’arrestato all’udienza non è ostativo né alla richiesta di convalida dell’arresto né al contestuale giudizio direttissimo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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