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Giudice dell’esecuzione: la competenza funzionale

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza del GIP, stabilendo che la competenza del giudice dell’esecuzione, in caso di più sentenze a carico dello stesso soggetto, spetta al giudice che ha emesso l’ultima condanna divenuta irrevocabile, specialmente se questa ha riformato in modo sostanziale la decisione di primo grado. Nel caso di specie, la competenza era della Corte d’Appello e non del GIP che aveva erroneamente deciso.

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Pubblicato il 7 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Giudice dell’Esecuzione: Come si Determina la Competenza?

La fase esecutiva di una condanna penale è un momento cruciale del percorso giudiziario, e l’individuazione del corretto giudice dell’esecuzione è un presupposto indispensabile per la sua validità. Una recente sentenza della Corte di Cassazione torna a fare luce sui criteri per determinare la competenza funzionale in presenza di più condanne definitive, chiarendo il ruolo decisivo dell’ultima sentenza irrevocabile. Analizziamo insieme la decisione per comprendere le sue implicazioni pratiche.

Il Caso: Pluralità di Condanne e Istanza di Continuazione

Il caso sottoposto alla Corte Suprema nasce da un ricorso del Procuratore della Repubblica avverso un’ordinanza emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) di un tribunale del sud Italia. Un soggetto, condannato con due diverse sentenze divenute definitive, aveva chiesto l’applicazione della disciplina della continuazione tra i reati giudicati.

Le due condanne erano state emesse dalla stessa Corte di Appello:
1. Una prima sentenza, divenuta definitiva nel 2021, per reati di falsificazione di monete e truffa.
2. Una seconda sentenza, divenuta definitiva nell’aprile 2024, per spendita e introduzione nello Stato di monete false. Quest’ultima aveva riformato in maniera sostanziale la decisione del giudice di primo grado.

Il GIP presso il Tribunale accoglieva l’istanza, ma il Procuratore impugnava la decisione, sostenendo che il GIP fosse funzionalmente incompetente.

La Questione di Diritto sulla Competenza del Giudice dell’Esecuzione

Il cuore della questione giuridica risiede nell’interpretazione dell’articolo 665 del codice di procedura penale, che stabilisce le regole per individuare il giudice dell’esecuzione competente. Il principio cardine, consolidato in giurisprudenza, è che in caso di pluralità di provvedimenti esecutivi emessi da giudici diversi nei confronti della stessa persona, la competenza si radica presso il giudice che ha emesso il provvedimento divenuto irrevocabile per ultimo.

Questo criterio è ulteriormente specificato quando entra in gioco il rapporto tra giudice di primo grado e giudice d’appello. Se la Corte d’Appello conferma la sentenza di primo grado o la riforma solo per quanto riguarda la pena, le misure di sicurezza o le disposizioni civili, la competenza esecutiva rimane al giudice di primo grado. Se, invece, la Corte d’Appello opera una “elaborazione sostanziale” della pronuncia di primo grado, intervenendo in modo concretamente riformatore, la competenza si sposta in capo alla stessa Corte d’Appello.

L’Analisi della Corte sul Corretto Giudice dell’Esecuzione

La Corte di Cassazione ha ritenuto fondato il ricorso del Procuratore. La competenza del giudice dell’esecuzione ha carattere funzionale, ed è perciò assoluta e inderogabile. La sua determinazione deve avvenire in modo unitario per tutte le questioni esecutive che riguardano un condannato.

Nel caso di specie, l’ultima sentenza a diventare irrevocabile era quella emessa dalla Corte d’Appello nell’aprile 2024. Questa sentenza, come evidenziato, aveva riformato in modo sostanziale la precedente decisione del G.u.p., rivalutando i fatti e applicando la prescrizione. Di conseguenza, la Corte d’Appello è diventata il giudice che ha emesso l’ultima condanna irrevocabile con poteri di riforma sostanziale.

le motivazioni

La Corte ha ribadito che, secondo i principi dettati dall’art. 665 c.p.p., la competenza a provvedere in sede esecutiva non apparteneva al G.i.p. del Tribunale, bensì alla Corte di appello. Quest’ultima, avendo pronunciato la sentenza divenuta irrevocabile per ultima e avendo riformato sostanzialmente quella di primo grado, era l’unico organo giurisdizionale competente a decidere sull’istanza del condannato. La decisione del G.i.p. è stata quindi viziata da una nullità di carattere generale, assoluta e rilevabile d’ufficio, derivante dalla violazione delle norme sulla competenza funzionale.

le conclusioni

In conclusione, la Suprema Corte ha annullato senza rinvio l’ordinanza impugnata. Questa decisione comporta la trasmissione degli atti alla Corte di appello, individuata come il giudice dell’esecuzione funzionalmente competente. La pronuncia sottolinea l’importanza per gli operatori del diritto di identificare con precisione il giudice competente nella fase esecutiva, al fine di evitare nullità procedurali che possono inficiare la validità degli atti e ritardare la definizione della posizione esecutiva del condannato.

In caso di più sentenze di condanna, chi è il giudice dell’esecuzione competente a decidere?
La competenza appartiene al giudice che ha pronunciato la condanna divenuta irrevocabile per ultima, indipendentemente dall’oggetto della specifica domanda presentata.

Se la Corte d’Appello riforma la sentenza di primo grado, la competenza del giudice dell’esecuzione cambia?
Sì. Se la Corte d’Appello opera una riforma sostanziale della pronuncia di primo grado (e non solo sulla pena), la competenza spetta alla stessa Corte d’Appello. Se invece la sentenza viene solo confermata o la riforma è limitata alla pena, la competenza resta al giudice di primo grado.

Cosa succede se a decidere è un giudice dell’esecuzione incompetente?
La violazione delle regole sulla competenza funzionale del giudice dell’esecuzione costituisce una nullità di carattere generale e assoluta. Il provvedimento emesso dal giudice incompetente viene annullato senza rinvio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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