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Giudice dell’esecuzione: la competenza è dell’ultimo

La Corte di Cassazione annulla un’ordinanza della Corte d’Appello di Bari per incompetenza funzionale. Viene riaffermato il principio secondo cui, in caso di plurime sentenze di condanna emesse da giudici diversi, la competenza per l’esecuzione spetta al giudice che ha emesso l’ultimo provvedimento divenuto irrevocabile, come stabilito dall’art. 665 c.p.p. Di conseguenza, gli atti sono stati trasmessi al Tribunale di Trani, identificato come il corretto giudice dell’esecuzione.

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Pubblicato il 19 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Giudice dell’esecuzione: Come si determina la competenza in caso di più sentenze?

La fase di esecuzione della pena è un momento cruciale del procedimento penale, e individuare correttamente il giudice dell’esecuzione competente è fondamentale per garantire la legalità e la certezza del diritto. Ma cosa accade quando un individuo ha accumulato diverse condanne, pronunciate da giudici differenti? Una recente sentenza della Corte di Cassazione fa luce su questo aspetto, riaffermando un principio cardine del nostro codice di procedura penale.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da un’ordinanza della Corte di Appello di Bari che, in funzione di giudice dell’esecuzione, aveva accolto le richieste di un condannato. Tali richieste miravano alla revoca di alcune condanne per reati previsti dal Codice Antimafia (D.Lgs. 159/2011) a seguito di una declaratoria di incostituzionalità, nonché al riconoscimento della continuazione tra altri reati oggetto di diverse sentenze.

Contro questa decisione, il Procuratore Generale presso la stessa Corte d’Appello ha proposto ricorso per cassazione, sollevando una questione puramente procedurale ma di fondamentale importanza: l’incompetenza funzionale della Corte d’Appello a decidere. Secondo il ricorrente, il giudice competente non era la Corte d’Appello di Bari, bensì un altro organo giudiziario.

La Questione di Competenza del Giudice dell’esecuzione

Il cuore del problema risiede nell’applicazione dell’articolo 665, comma 4, del codice di procedura penale. Questa norma disciplina proprio l’ipotesi in cui l’esecuzione riguardi più provvedimenti emessi da giudici diversi. La regola è chiara e mira a evitare conflitti e incertezze, stabilendo un criterio univoco.

La disposizione recita: “se l’esecuzione concerne più provvedimenti emessi da giudici diversi, è competente il giudice che ha emesso il provvedimento divenuto irrevocabile per ultimo”.

Nel caso specifico, al momento della presentazione della domanda da parte del condannato, esistevano diverse sentenze definitive. Tuttavia, l’ultima a diventare irrevocabile era stata quella emessa dal giudice monocratico del Tribunale di Trani, divenuta definitiva il 26 giugno 2020. La sentenza della Corte di Appello di Bari, invece, risaliva a una data precedente (22 febbraio 2018). Pertanto, la Corte d’Appello non era l’organo che aveva emesso l’ultimo provvedimento irrevocabile.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha ritenuto fondato il ricorso del Procuratore Generale. Gli Ermellini hanno osservato che il criterio temporale stabilito dall’art. 665, comma 4, c.p.p. è un criterio oggettivo e non derogabile. Per determinare la competenza del giudice dell’esecuzione, è sufficiente verificare quale sia stata, in ordine cronologico, l’ultima sentenza di condanna a passare in giudicato.

Nel caso esaminato, i dati del casellario giudiziale confermavano che l’ultima decisione irrevocabile era stata pronunciata dal Tribunale di Trani. Di conseguenza, la Corte di Appello di Bari, nel decidere sulle istanze del condannato, aveva agito in carenza di potere, incorrendo in un vizio di incompetenza funzionale. La sua ordinanza, pertanto, doveva essere annullata.

Conclusioni

La Suprema Corte ha annullato senza rinvio l’ordinanza impugnata, disponendo la trasmissione degli atti al Tribunale di Trani per la prosecuzione del procedimento. Questa sentenza riafferma un principio di chiarezza procedurale essenziale: la competenza del giudice dell’esecuzione in presenza di una pluralità di sentenze non è soggetta a interpretazioni, ma segue la regola temporale dell’ultimo giudicato. Ciò garantisce che vi sia un unico giudice a gestire la fase esecutiva complessa di un condannato, assicurando coerenza e uniformità nelle decisioni.

Chi è il giudice dell’esecuzione competente se una persona ha subito più condanne da giudici diversi?
Secondo l’art. 665, comma 4, del codice di procedura penale, il giudice competente è quello che ha emesso il provvedimento divenuto irrevocabile per ultimo.

Cosa succede se il giudice che decide sull’esecuzione non è quello competente secondo la legge?
La sua decisione è viziata da incompetenza funzionale e può essere annullata dalla Corte di Cassazione, come accaduto nel caso di specie, con la conseguente trasmissione degli atti al giudice effettivamente competente.

Perché la Corte di Appello di Bari è stata ritenuta non competente in questo caso?
Perché, al momento della domanda del condannato, l’ultima sentenza a diventare irrevocabile non era stata emessa dalla Corte di Appello di Bari, ma dal Tribunale di Trani. Pertanto, la competenza spettava a quest’ultimo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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