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Giudice dell’esecuzione: la competenza dopo l’appello

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza della Corte di Appello, stabilendo che la competenza a decidere sulla richiesta di una pena sostitutiva spetta al giudice di primo grado. La sentenza chiarisce l’applicazione dell’art. 665 del codice di procedura penale, sottolineando che quando la sentenza di primo grado viene confermata in appello, la competenza funzionale per la fase esecutiva torna al primo giudice. Di conseguenza, il provvedimento emesso dal giudice d’appello è stato annullato per incompetenza.

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Pubblicato il 7 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Giudice dell’esecuzione: a chi spetta la competenza dopo l’appello?

La fase di esecuzione della pena è un momento cruciale del procedimento penale, e l’individuazione del corretto giudice dell’esecuzione è un presupposto fondamentale per la validità di ogni decisione. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 11059 del 2024, è tornata su questo tema, offrendo un’importante lezione sulle regole di competenza funzionale, in particolare dopo che una sentenza è stata confermata in appello. L’errore nell’individuazione del giudice competente può infatti portare all’annullamento del provvedimento emesso, come avvenuto nel caso di specie.

I fatti del caso

Un soggetto, condannato in via definitiva a quattro mesi di reclusione con una sentenza del Tribunale, aveva presentato un’istanza per ottenere la sostituzione della pena detentiva con una pena pecuniaria. La richiesta era stata rivolta alla Corte di Appello, la quale, in qualità di giudice dell’esecuzione, l’aveva rigettata. La Corte territoriale aveva motivato il diniego sulla base di una prognosi negativa, ritenendo che il condannato non avrebbe adempiuto al pagamento della sanzione sostitutiva. Avverso questa decisione, il condannato ha proposto ricorso per cassazione.

I motivi del ricorso e la questione di competenza del giudice dell’esecuzione

Il ricorrente ha sollevato tre motivi di doglianza, ma quello che si è rivelato decisivo è stato il primo: l’eccezione di incompetenza funzionale del giudice a quo. Secondo la difesa, la Corte di Appello non era il giudice corretto per decidere sull’istanza. La competenza, infatti, sarebbe dovuta spettare al giudice di primo grado, ovvero il Tribunale che aveva emesso la sentenza di condanna poi confermata in appello. Gli altri motivi, relativi all’incompatibilità di un giudice del collegio e alla presunta violazione di legge nella valutazione prognostica, sono stati assorbiti dalla decisione sul primo punto.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, ritenendo fondata la questione di incompetenza. Gli Ermellini hanno richiamato il dettato dell’articolo 665 del codice di procedura penale, che disciplina la competenza del giudice dell’esecuzione. La regola generale, delineata nei commi 2 e 3, è chiara: quando contro una decisione di primo grado è stato proposto appello e il provvedimento è stato confermato, la competenza per la fase esecutiva spetta sempre al giudice di primo grado. Il giudice di appello diventa competente solo in altri casi specifici, come una riforma sostanziale della sentenza.

Nel caso specifico, la vicenda processuale aveva visto la sentenza del Tribunale essere confermata dalla Corte di Appello. Anche se il percorso dell’appello era stato complesso (con un iniziale annullamento di un’ordinanza di inammissibilità), il risultato finale è stato una conferma della decisione di primo grado. A seguito di questa conferma, il giudicato si è formato. In applicazione dei principi suesposti, la competenza funzionale a trattare l’incidente di esecuzione non poteva che appartenere al giudice che aveva emesso la sentenza originaria, ovvero il Tribunale.

Le conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha stabilito che la Corte di Appello ha agito in carenza di potere, in quanto funzionalmente incompetente a decidere sull’istanza. Di conseguenza, ha annullato senza rinvio l’ordinanza impugnata e ha ordinato la trasmissione degli atti al Tribunale, individuato come il giudice dell’esecuzione competente per decidere nel merito. Questa pronuncia ribadisce il rigore delle norme procedurali sulla competenza, che sono poste a garanzia del corretto svolgimento del processo anche nella sua fase terminale, e sottolinea come la loro violazione comporti l’invalidità dell’atto emesso dal giudice privo di competenza.

Chi è il giudice competente per l’esecuzione di una sentenza penale che è stata confermata in appello?
In base all’art. 665 del codice di procedura penale, quando la sentenza di primo grado è confermata in appello, il giudice competente per la fase dell’esecuzione è il giudice di primo grado che ha emesso la sentenza.

Cosa accade se a decidere sull’esecuzione è un giudice funzionalmente incompetente?
Il provvedimento emesso da un giudice funzionalmente incompetente è invalido. Come dimostra questo caso, la Corte di Cassazione può annullare la decisione, disponendo la trasmissione degli atti al giudice che la legge individua come competente.

Perché la Corte di Appello non era competente in questo caso specifico?
La Corte di Appello non era competente perché si era limitata a confermare la sentenza di condanna emessa dal Tribunale di primo grado. La legge stabilisce che, in caso di conferma, la competenza per l’esecuzione ‘ritorna’ al primo giudice, non rimane a quello dell’impugnazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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