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Giudice dell’esecuzione: competenza su titolo esecutivo

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza di trasmissione di una Corte d’Appello, chiarendo che la competenza a decidere sulla nullità di un titolo esecutivo per omessa notifica spetta al giudice dell’esecuzione tramite incidente di esecuzione (art. 670 c.p.p.), e non alla Cassazione come richiesta di restituzione nel termine. Il caso riguardava un condannato che lamentava la mancata conoscenza della sentenza definitiva.

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Pubblicato il 27 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Giudice dell’Esecuzione: Competenza e Limiti nella Valutazione del Titolo Esecutivo

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 23609/2024) offre un importante chiarimento sulla competenza del giudice dell’esecuzione di fronte a un’istanza che contesta la validità stessa di un titolo esecutivo. La pronuncia distingue nettamente tra l’incidente di esecuzione e la restituzione nel termine, due strumenti processuali con presupposti e finalità differenti. L’analisi del caso concreto permette di comprendere come la qualificazione giuridica dell’istanza non dipenda dal suo titolo, ma dal suo contenuto effettivo.

I Fatti del Caso: tra Mancata Notifica e Titolo Esecutivo

La vicenda ha origine dall’istanza presentata dal difensore di un condannato avverso un ordine di carcerazione emesso a seguito di una sentenza divenuta irrevocabile. Il legale, pur intitolando formalmente l’atto come “Istanza di incidente di esecuzione finalizzata alla richiesta di restituzione nei termini ad impugnare”, lamentava in sostanza la nullità del titolo esecutivo. Il motivo? La sentenza di condanna non sarebbe mai stata notificata al suo assistito, impedendogli di venire a conoscenza della stessa e, di conseguenza, di impugnarla.

La Corte di Appello, individuata come giudice dell’esecuzione, anziché decidere nel merito, ha ritenuto di dover trasmettere gli atti alla Corte di Cassazione, interpretando la richiesta come una domanda di restituzione nel termine, sulla quale la Suprema Corte ha una competenza specifica in determinati casi.

La Competenza del Giudice dell’Esecuzione secondo la Cassazione

La Corte di Cassazione ha censurato la decisione della Corte territoriale, annullando l’ordinanza di trasmissione e restituendo gli atti alla stessa Corte d’Appello. Il ragionamento dei giudici di legittimità si fonda su una distinzione cruciale:

1. Restituzione nel termine: questo istituto si applica quando il titolo esecutivo si è formato validamente, ma l’interessato non ne ha avuto conoscenza per cause a lui non imputabili. L’obiettivo è ottenere una nuova possibilità di impugnare una decisione già formalmente definitiva.
2. Incidente di esecuzione (art. 670 c.p.p.): questo strumento serve a contestare l’esistenza stessa o la corretta formazione del titolo esecutivo. Se si lamenta che la mancata notifica ha viziato il procedimento, impedendo al titolo di formarsi correttamente, la sede naturale per far valere tale doglianza è proprio l’incidente di esecuzione.

Nel caso di specie, la difesa non si limitava a chiedere di poter impugnare tardivamente, ma contestava alla radice la validità dell’ordine di carcerazione, sostenendo la nullità del titolo a monte. Di conseguenza, la Corte d’Appello, in qualità di giudice dell’esecuzione, aveva il pieno potere e dovere di decidere sulla regolarità del titolo esecutivo.

Le Motivazioni della Decisione

La Suprema Corte ha ribadito che il giudice deve guardare alla sostanza della domanda e non fermarsi al suo nomen iuris (la denominazione formale). L’istanza, sebbene menzionasse la restituzione nel termine, era chiaramente volta a far dichiarare l’omessa formazione del titolo esecutivo.

Secondo la Cassazione, il giudice dell’esecuzione avrebbe dovuto, ai sensi dell’art. 670 c.p.p., accertare la fondatezza della lamentata omissione della notifica e, in caso positivo, assumere i provvedimenti necessari. Tra questi, vi è quello di disporre l’esecuzione della notificazione omessa, consentendo così la decorrenza di un nuovo termine per l’impugnazione. La trasmissione degli atti alla Cassazione è stata quindi un errore procedurale che ha causato un’inutile dilazione dei tempi.

Le Conclusioni

Questa sentenza è un monito sull’importanza della corretta qualificazione giuridica delle istanze e sulla chiara ripartizione delle competenze nel processo penale. Stabilisce che, quando si contesta la formazione stessa del titolo esecutivo per un vizio di notifica, la strada maestra è l’incidente di esecuzione davanti al giudice competente, ovvero la corte che ha emesso il provvedimento. La decisione rafforza il ruolo centrale del giudice dell’esecuzione come garante della legalità nella fase esecutiva della pena, assicurando che nessuna sanzione venga applicata in assenza di un titolo validamente formato e conosciuto dal condannato.

Chi è il giudice competente a decidere sulla nullità di un titolo esecutivo per omessa notifica della sentenza?
Il giudice competente è il ‘giudice dell’esecuzione’ (in questo caso, la Corte di Appello), che deve pronunciarsi attraverso un incidente di esecuzione ai sensi dell’art. 670 del codice di procedura penale.

Qual è la differenza tra ‘restituzione nel termine’ e ‘incidente di esecuzione’ per un titolo esecutivo?
La ‘restituzione nel termine’ si chiede quando il titolo esecutivo è valido, ma il condannato non ne ha avuto conoscenza per motivi non a lui imputabili. L”incidente di esecuzione’, invece, contesta la validità stessa del titolo, sostenendo che non si è mai formato correttamente a causa di vizi, come la mancata notifica.

Cosa deve fare il giudice dell’esecuzione se un’istanza è intitolata ‘restituzione nel termine’ ma lamenta la nullità del titolo?
Il giudice deve esaminare la sostanza della richiesta, non solo il suo titolo formale. Se la richiesta contesta la corretta formazione del titolo esecutivo, il giudice deve trattarla come un incidente di esecuzione e decidere nel merito, senza trasmettere gli atti a un’altra autorità giudiziaria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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