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Giudice dell’esecuzione: competenza e ultima sentenza

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 27025/2025, ha risolto un conflitto di competenza, stabilendo che il giudice dell’esecuzione competente è quello che ha emesso l’ultima sentenza divenuta irrevocabile a carico del condannato. La Corte chiarisce che per individuare tale giudice sono rilevanti tutti i provvedimenti con effetti esecutivi, non solo le sentenze di condanna.

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Pubblicato il 26 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Giudice dell’esecuzione: la Cassazione chiarisce il criterio dell’ultima sentenza

La determinazione del corretto giudice dell’esecuzione è un passaggio cruciale nella fase successiva alla conclusione di un processo penale. Con una recente sentenza, la Corte di Cassazione è intervenuta per dirimere un conflitto di competenza, ribadendo un principio fondamentale: la competenza spetta al giudice che ha emesso l’ultima sentenza divenuta irrevocabile. Questa pronuncia offre importanti chiarimenti sull’applicazione dell’art. 665 del codice di procedura penale, estendendo la sua portata oltre le semplici sentenze di condanna.

Il caso: un conflitto di competenza

La vicenda trae origine da un’istanza presentata da un condannato, sulla quale era sorto un dubbio circa quale ufficio giudiziario dovesse pronunciarsi. L’analisi dei precedenti penali del soggetto ha rivelato l’esistenza di più provvedimenti giudiziari. In particolare, era necessario stabilire quale fosse l’ultima pronuncia divenuta irrevocabile, al fine di individuare correttamente il giudice dell’esecuzione competente a decidere sulla richiesta.

Individuazione del giudice dell’esecuzione competente

Nel caso specifico, la Corte ha accertato che l’ultimo provvedimento a carico del condannato, divenuto irrevocabile, era una sentenza emessa dal Tribunale monocratico di Varese il 25 gennaio 2022, passata in giudicato il 1° ottobre 2022. Di conseguenza, è stato stabilito che spetta a quel giudice esaminare l’istanza presentata, risolvendo così il conflitto di competenza che si era venuto a creare.

Le motivazioni

La Corte di Cassazione ha colto l’occasione per fornire una spiegazione approfondita del criterio stabilito dall’art. 665 del codice di procedura penale. Il principio fondamentale è che, per determinare la competenza del giudice dell’esecuzione, non si deve guardare solo alle sentenze di condanna. Rilevano, infatti, tutti i provvedimenti idonei a produrre effetti esecutivi.

Questo significa che anche le sentenze di proscioglimento possono essere decisive, specialmente se intervengono in riforma di una precedente condanna e contengono statuizioni che hanno una rilevanza nella fase esecutiva (in executivis). La logica del legislatore è quella di attribuire la competenza al giudice che, per ultimo, ha valutato la posizione giuridica complessiva del soggetto, poiché si presume abbia la conoscenza più aggiornata e completa della sua situazione processuale. L’elemento chiave è la data in cui il provvedimento è divenuto irrevocabile, cioè definitivo e non più soggetto a impugnazioni ordinarie.

Le conclusioni

La sentenza in esame consolida un importante principio di procedura penale. Stabilisce in modo chiaro che il criterio per identificare il giudice dell’esecuzione competente è quello cronologico basato sull’irrevocabilità dell’ultimo provvedimento, qualunque sia la sua natura (condanna o proscioglimento), purché contenga statuizioni con effetti esecutivi. Questa precisazione garantisce certezza e uniformità nell’applicazione della legge, evitando che i conflitti di competenza rallentino la gestione della fase esecutiva, un momento delicato e fondamentale per l’effettività della giustizia penale.

Come si individua il giudice dell’esecuzione competente?
La competenza appartiene al giudice che ha emesso l’ultimo provvedimento giudiziario divenuto irrevocabile a carico della persona interessata.

Solo le sentenze di condanna sono importanti per determinare la competenza?
No, sono rilevanti tutti i provvedimenti che producono effetti esecutivi. Questo include anche le sentenze di proscioglimento, soprattutto se riformano una condanna precedente e contengono statuizioni con effetti nella fase esecutiva.

Cosa significa che una sentenza è ‘irrevocabile’?
Significa che la sentenza è diventata definitiva e non può più essere contestata tramite i mezzi di impugnazione ordinari (come l’appello o il ricorso per cassazione). La data in cui una sentenza diventa irrevocabile è il momento decisivo per stabilire quale sia l’ultimo provvedimento ai fini della competenza esecutiva.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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