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Giudice dell’esecuzione: competenza e rimessione

La Corte di Cassazione chiarisce la competenza del giudice dell’esecuzione in casi di richiesta di rimessione in termini subordinata all’accertamento dell’invalidità del titolo esecutivo. Un imputato, venuto a conoscenza di una condanna solo in fase esecutiva, ha contestato la validità della sentenza per omessa notifica. La Corte ha stabilito che, in tali circostanze, la competenza a decidere sia sulla validità del titolo sia sulla conseguente rimessione in termini spetta al giudice dell’esecuzione, che in questo caso coincide con la stessa Corte d’appello che ha emesso la sentenza.

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Pubblicato il 16 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Giudice dell’esecuzione: a chi spetta la competenza sulla rimessione in termini?

La recente sentenza n. 19953/2024 della Corte di Cassazione affronta una questione procedurale di cruciale importanza: la determinazione della competenza quando un condannato chiede la rimessione in termini per impugnare una sentenza, sostenendo al contempo l’invalidità del titolo esecutivo. Questo caso chiarisce il ruolo del giudice dell’esecuzione e la sua relazione con il giudice dell’impugnazione.

I Fatti del Caso

Un cittadino si è visto notificare un provvedimento di esecuzione di pene concorrenti, scoprendo solo in quel momento di essere stato condannato con una sentenza emessa anni prima dalla Corte d’Appello. L’interessato sosteneva di non aver mai ricevuto alcuna notifica relativa a quel procedimento e, pertanto, di non aver avuto conoscenza della condanna prima della fase esecutiva. Di conseguenza, ha presentato un’istanza chiedendo due cose: in primo luogo, di accertare la non esecutività della sentenza per invalidità della notifica; in secondo luogo, e come conseguenza diretta, di essere restituito nel termine per poter finalmente impugnare quella decisione.

La questione di competenza: chi deve decidere?

La Corte d’Appello di Bologna, che aveva emesso la sentenza originale, si è dichiarata incompetente a decidere, trasmettendo gli atti alla Corte di Cassazione. Il problema centrale era stabilire se la richiesta dovesse essere trattata come una semplice istanza di restituzione nel termine per impugnare (di competenza del giudice che avrebbe dovuto giudicare l’impugnazione) o come un incidente di esecuzione relativo alla validità del titolo (di competenza del giudice dell’esecuzione).

Le motivazioni della Cassazione

La Suprema Corte, nel risolvere il conflitto, ha delineato con precisione i confini tra i due istituti procedurali.

La distinzione fondamentale

I giudici hanno ribadito un principio consolidato: l’istituto della remissione in termini (art. 175 c.p.p.) presuppone che il titolo esecutivo si sia formato correttamente, ma che l’interessato non ne abbia avuto conoscenza per caso fortuito o forza maggiore. L’incidente di esecuzione relativo all’esistenza del titolo (art. 670 c.p.p.), invece, mette in discussione proprio la validità e la corretta formazione del titolo stesso.

Il criterio della subordinazione logica e la competenza del giudice dell’esecuzione

La Corte ha chiarito che la competenza a decidere sulla richiesta di rimessione in termini spetta al giudice dell’esecuzione quando tale richiesta è logicamente subordinata o alternativa all’accertamento della validità del titolo esecutivo. Nel caso di specie, il ricorrente non si è limitato a chiedere di essere rimesso in termini, ma ha chiesto prima di accertare l’invalidità della sentenza per un vizio di notifica e, solo di conseguenza, di poterla impugnare. Questa concatenazione logica sposta la questione nell’alveo dell’incidente di esecuzione.

Le conclusioni

La Cassazione ha concluso che la competenza era effettivamente del giudice dell’esecuzione. Ha quindi annullato l’ordinanza della Corte d’Appello che declinava la propria competenza e ha disposto la trasmissione degli atti alla stessa Corte d’Appello di Bologna, non più come giudice dell’impugnazione, ma nella sua specifica qualità di giudice dell’esecuzione competente per le proprie sentenze. La decisione sottolinea che quando si contesta la radice stessa della validità di una condanna, la sede naturale per tale verifica è quella dell’esecuzione penale.

A chi spetta, in via generale, decidere su una richiesta di restituzione nel termine per proporre impugnazione?
Secondo la sentenza, la competenza generale spetta al giudice che sarebbe competente a decidere sull’impugnazione stessa.

Quando la competenza a decidere sulla restituzione in termini passa al giudice dell’esecuzione?
La competenza passa al giudice dell’esecuzione quando la richiesta di restituzione in termini è presentata come logicamente subordinata o alternativa a una richiesta principale di accertamento dell’invalidità o dell’inesistenza del titolo esecutivo (la sentenza di condanna).

Perché in questo caso la Corte d’Appello è stata ritenuta il giudice dell’esecuzione competente?
Perché il ricorrente ha chiesto prima di accertare l’invalidità del titolo esecutivo (la sentenza) e, solo di conseguenza, la restituzione in termini per impugnarla. La Corte d’Appello di Bologna è il giudice competente a decidere sugli incidenti di esecuzione relativi alle proprie sentenze, ed è quindi stata investita del caso in tale veste.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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