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Giudice dell’esecuzione: competenza e perpetuatio

La Cassazione annulla un’ordinanza per incompetenza, stabilendo che il giudice dell’esecuzione competente si determina al momento della domanda, secondo il principio della perpetuatio iurisdictionis. Nel caso di più sentenze, è competente il giudice dell’ultima condanna divenuta irrevocabile a quella data, anche se un’altra lo diventerà in seguito.

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Pubblicato il 25 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Giudice dell’Esecuzione: Come si Determina la Competenza in Caso di Pluralità di Sentenze?

La fase di esecuzione della pena è un momento cruciale del procedimento penale, dove la corretta applicazione delle sentenze definitive è fondamentale. Ma cosa accade quando un individuo ha accumulato più condanne da tribunali diversi? Identificare il corretto giudice dell’esecuzione diventa un passaggio essenziale per garantire la legalità del processo. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (Sentenza n. 22518/2024) ha fatto luce su questo tema, ribadendo l’importanza del principio della perpetuatio iurisdictionis.

I Fatti del Caso: un Complesso Intreccio Giudiziario

Il caso esaminato dalla Suprema Corte nasce da un ricorso presentato da un condannato avverso un’ordinanza del Giudice per le indagini preliminari (GIP) del Tribunale di Verona. Quest’ultimo, agendo come giudice dell’esecuzione, aveva rigettato le istanze del condannato volte a rettificare il calcolo di pene concorrenti.

La vicenda processuale era particolarmente complessa. Inizialmente, il condannato aveva presentato la sua istanza alla Corte di appello di Lecce, sezione di Taranto, ritenendola competente. Tuttavia, la Corte leccese si era dichiarata incompetente, indicando come giudice competente proprio il GIP di Verona. Ciò sulla base dell’erronea convinzione che l’ultima sentenza divenuta irrevocabile fosse quella emessa nell’ambito del distretto giudiziario veneto.

Di conseguenza, il condannato aveva riproposto la sua domanda al GIP di Verona, pur continuando a contestarne la competenza. Il GIP, ignorando l’eccezione, aveva deciso nel merito, respingendo le richieste. Contro questa decisione, il condannato ha proposto ricorso in Cassazione, lamentando, in primo luogo, proprio l’incompetenza del giudice che aveva emesso il provvedimento.

La Questione di Diritto: la Competenza del Giudice dell’Esecuzione

Il cuore della questione giuridica ruota attorno all’applicazione dell’art. 665, comma 4, del codice di procedura penale. Questa norma stabilisce che, se l’esecuzione riguarda più provvedimenti emessi da giudici diversi, la competenza spetta al giudice che ha emesso il provvedimento divenuto irrevocabile per ultimo.

Il punto critico, tuttavia, è stabilire quale momento bisogna considerare per determinare quale sia l’ultima sentenza irrevocabile. È qui che entra in gioco il principio della perpetuatio iurisdictionis: la competenza si radica al momento della presentazione della domanda e non può essere modificata da eventi successivi. Questo principio garantisce certezza e stabilità al processo.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del condannato, ritenendo fondata la questione di incompetenza. L’analisi degli atti processuali, legittimamente condotta dalla Suprema Corte data la natura del vizio denunciato, ha rivelato un errore di fondo nella decisione della Corte di appello di Lecce e, di conseguenza, in quella del GIP di Verona.

Il momento cruciale da considerare era la data di proposizione dell’istanza originaria: il 9 dicembre 2022. A quella data, la sentenza del tribunale di Verona non era ancora divenuta irrevocabile. La sua definitività era stata infatti sospesa a causa di un ulteriore procedimento dinanzi alla stessa Cassazione, che si è concluso solo il 13 gennaio 2023. Pertanto, al momento della presentazione della domanda, l’ultima sentenza irrevocabile a carico del condannato era ancora quella emessa dalla Corte di appello di Lecce, sezione di Taranto.

Secondo il principio della perpetuatio iurisdictionis, la competenza si era dunque radicata presso la Corte di appello di Lecce. Il fatto che un’altra sentenza sia divenuta irrevocabile in un momento successivo non poteva spostare una competenza già stabilita. Il GIP di Verona, decidendo nel merito, ha quindi esercitato una funzione giurisdizionale che non gli spettava.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio l’ordinanza impugnata. Questa decisione significa che il provvedimento del GIP di Verona è stato eliminato dal mondo giuridico perché emesso da un giudice privo di competenza funzionale. Gli atti sono stati trasmessi alla Corte di appello di Lecce, sezione di Taranto, quale giudice dell’esecuzione correttamente individuato, che dovrà ora esaminare nel merito le istanze del condannato.

Questa sentenza ribadisce un principio fondamentale di procedura penale: l’individuazione del giudice competente non è una mera formalità, ma una garanzia essenziale per l’imputato e per la legalità dell’intero processo esecutivo. La competenza, una volta radicata, non può essere messa in discussione da eventi sopravvenuti, assicurando così ordine e certezza nell’amministrazione della giustizia.

Come si determina il giudice dell’esecuzione competente se una persona è stata condannata con più sentenze da giudici diversi?
Secondo l’art. 665, comma 4, del codice di procedura penale, la competenza spetta al giudice che ha emesso la sentenza divenuta irrevocabile per ultima.

Quale momento è decisivo per stabilire quale sia l’ultima sentenza irrevocabile?
Il momento decisivo è quello della proposizione della domanda o dell’incidente di esecuzione. In base al principio della perpetuatio iurisdictionis, la competenza si radica in quel momento e non è influenzata da sentenze che diventano irrevocabili successivamente.

Cosa succede se un giudice decide una questione pur essendo incompetente?
La sua decisione è viziata da incompetenza funzionale e può essere annullata dalla Corte di Cassazione. Il procedimento viene quindi trasmesso al giudice che era effettivamente competente fin dall’inizio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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